Centinaia di edifici di proprietà pubblica, all’interno di aree protette e terreni demaniali, sono stati ristrutturati negli ultimi anni in Sicilia utilizzando principalmente fondi europei destinati allo sviluppo delle zone interne. Il CAI Sicilia chiede che tali strutture vengano stabilmente rese disponibili ai frequentatori della montagna e che una parte di esse vengano date in concessioni a cooperative, associazioni e privati per
garantirne finalmente la loro effettiva, pubblica fruizione. Troppe porte restano sbarrate sulle nostre montagne, benché si tratti di immobili di proprietà pubblica (Regione Siciliana Dipartimento sviluppo rurale, Enti Parco, Comuni).
Domenica 12 gennaio i soci del Club alpino italiano saranno presenti in cinque luoghi simbolo, effettuando sit-in davanti alcuni dei tanti edifici che restano inutilizzati nelle aree interne siciliane, in particolare vi saranno presidi presso Etna-Casermetta Monte Spagnolo e Case Nave; Nebrodi- Case Cartolari Liperni; Iblei- Case Giarranauti;Madonie-Piano dei Cervi; Sicani- Monte Carcaci.
Il Club alpino italiano ha effettuato un primo censimento (in corso di ulteriore implementazione) nei quattro Parchi regionali siciliani, dove ha rilevato la presenza di ben 130 edifici di proprietà pubblica.
-Di questi:
43 risultano adibiti a BIVACCHI FORESTALI, quindi utilizzabili esclusivamente come
rustico ricovero temporaneo dagli escursionisti, ma privi di qualsivoglia comodità
(solitamente è presente solo un camino, qualche arredo interno, una cisterna con acqua
piovana);
84 sono edifici di proprietà pubblica (Regione, Enti Parco ed Enti locali) in parte
destinati a finalità di servizio dell’Amministrazione regionale e in parte già
teoricamente destinati a finalità RIFUGIO MONTANO come dichiarato in sede di
richiesta di finanziamento.
Soltanto TRE strutture fra quelle sopra elencate risultano, attualmente, stabilmente
gestite con l’obiettivo di garantire la fruizione turistica da parte di escursionisti,
ciclisti, camminatori, pellegrini, giovani e studenti: tutti potenziali utilizzatori che si
aspetterebbero di trovare nelle aree montane siciliane servizi di accoglienza e di
educazione ambientale paragonabili a quelli offerti in centinaia di rifugi sparsi tra Alpi
e Appennini.
Va sottolineato che sono stati spesi decine di milioni di fondi europei per ristrutturare
edifici nelle aree demaniali, senza che sia stata attivata ad oggi nessuna vera ricaduta
positiva per il turismo amico della natura e per le aree montane siciliane.
Il Club alpino italiano ribadisce che solo la realizzazione di una rete di rifugi stabilmente
gestiti può attivare un circuito virtuoso con attivazione di flussi eco-sostenibili di
visitatori verso i nostri Parchi e aree forestali e a tal fine chiede l’apertura di un tavolo
di confronto con tutti i soggetti istituzionali interessati.
È possibile seguire l’evento del 12 gennaio 2025 sulla pagina Facebook CAI SICILIA.CLUB ALPINO ITALIANO – gruppo Regionale Sicilia
Per informazioni sulla Campagna: Giuseppe Riggio, presidente Commissione Tutela ambiente montano di CAI SICILIA: cell. 3498392512.