Amici della Musica, domenica 1 dicembre 2024, ore 18
Tra Contrapunctus Luxurians e Stylus Phantasticus
Sara Bagnati, violino barocco
Marco Lo Cicero, viola da gamba
Basilio Timpanaro, clavicembalo

Il nome di Dietrich Buxtehude viene spesso ricordato per via del viaggio che il giovane Johann Sebastian Bach fece a piedi da Arnstadt alla volta di Lubecca (circa 400 Km!) per andare ad ascoltare il grande organista e compositore, allora già famosissimo. Buxtehude rappresenta, infatti, sicuramente il vertice, prima di Bach, e il caposcuola della grande musica organistica tedesca, nella quale convivono da un lato la severa concezione contrappuntistica (esemplificata nella forma della Fuga) e dall’altra lo Stylus Phantasticus, ossia uno stile di tipo improvvisativo, caratterizzato da estrose figurazioni, contrasti ritmici e di affetto, varietà di trame sonore (esemplificata nella forma della Toccata; nel 1739 Johann Mattheson definirà questo stile come una maniera di comporre – o meglio improvvisare – nel modo “più libero che si possa immaginare”, in cui vengono presentate “svolte ingegnose e abbellimenti senza alcuna reale osservanza del tempo […] ora accelerando, ora esitando, […] sempre con l’intento di piacere, di convincere, di meravigliare”).


Ora, se è vero che Bach innesterà, poi, sulla grande tradizione organistica e musicale tedesca, sia gli influssi dello stile italiano (con la sua scrittura melodica espressiva e pienamente tonale e il vigoroso impulso ritmico, rappresentato soprattutto dalla forma del Concerto) sia lo stile francese (rappresentato soprattutto nelle suites di danze), in realtà già nella musica strumentale di Buxtehude, e in particolare nelle sue Triosonate dell’Op.1 e Op.2. (“Suonate à due, violino e viola da gamba, con clavicembalo”, op.1 e op.2, BuxWV 252-258, 259-265; 1694-1696) sono evidenti gli influssi italiani della triosonata corelliana, interpretata però con assoluta originalità e coniugata sia con il contrapunctus luxurians (il contrappunto fiorito dello stylus modernus, che, come dice il compositore e teorico secentesco Christoph Bernhard “consiste di note relativamente veloci note, strani salti per muovere gli affetti e più tipi di dissonanze (o più figurae melopoeticae, che altri chiamano licentiae)” che con lo Stylus Phantasticus, propri della tradizione tedesca.


Queste sonate “a tre” (violino, viola da gamba e basso continuo), uniche opere pubblicate durante la vita del compositore, costituiscono un unicum nella produzione strumentale barocca, presentando la novità e particolarità assoluta di affidare alla viola da gamba una delle due voci acute, solitamente affidata ad un secondo violino; la viola da gamba non è più quindi uno strumento di semplice accompagnamento ma assurge al ruolo solistico e virtuosistico (ruolo che poi Bach confermerà e porterà all’apice nelle sue tre Sonate per Viola d.g. e clavicembalo obbligato).
Esse possono sicuramente essere considerate tra i vertici assoluti della produzione cameristica di fine ‘600, ricche di elementi innovativi e di varietà di forme e stili (danze, fughe, variazioni, bassi ostinati, arie cantabili, etc), con il violino e la viola da gamba impegnati in un continuo dialogo alla pari.
Insomma, questi trii di Dietrich Buxtehude, secondo l’autorevole musicologo Peter Wollny, costituiscono “una pietra miliare nella storia della sonata concertata”.Lo Stylus Phantasticus domina nelle composizioni per organo del Buxtehude, in cui la sapienza contrappuntistica si sposa ad una fantasia immaginosa e rara libertà di espressione, che sembrano discendere da Frescobaldi e anticipare Bach. Tipico di questo stile è il famoso Praeludium in Sol m, BuxWV 163, in cui impeti drammatici si alternano alla vivacità e gioiosa leggerezza peculiari dell’autore.


Proprio per l’ideale continuità tra Buxtehude e Bach abbiamo voluto inserire nel programma la Sonata BWV 1021 per violino e basso continuo, composta da Bach a Köthen intorno al 1720, che, come le triosonate di Buxtehude, risponde al modello italiano della sonata da chiesa, in cui movimenti lenti si alternano a veloci. Qui è il violino ad emergere come solista, mentre viola da gamba e clavicembalo eseguono il basso continuo; e tuttavia, specie nei movimenti veloci, il basso continuo non funge qui da semplice “sostegno” alla virtuosistica parte del solista, ma con essa dialoga alla pari in contrappunto, spesso imitativo, e con figurazioni altrettanto virstuosistiche.
Basilio Timpanaro

Dietrich Buxtehude (1637-1707)

Triosonata Op. 1 n. 4 in Si b M, BuxWV 255, per violino, viola da gamba e basso continuo
Vivace – Lento – Allegro/Vivace

Triosonata Op. 1 n. 6 in Re m , BuxWV 257, per violino, viola da gamba e basso continuo
Grave – Allegro – Con discretione – Allegro
Adagio – Allegro – Adagio – Vivace – Adagio
Poco presto – Poco adagio – Presto – Lento

Sonata per viola da gamba e basso continuo, BuxWV 268

Johann Sebastian Bach (1685-1750)

Sonata in Sol M, per violino e basso continuo, BWV 1021
Adagio – Vivace – Largo – Presto

Dietrich Buxtehude

Praeludium in Sol m, BuxWV 163, per clavicembalo

Triosonata in La m, BuxWV 272, per violino, viola da gamba e basso continuo

Triosonata Op. 2 n. 5 in La M, BuxWV 263, per violino, viola da gamba e basso continuo
Allegro – [Adagio] – Concitato – Adagio – Allegro Presto – Poco presto

Biglietto € 5,00

Info e prenotazioni: 338 1645564 | 328 5557270