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Termini Imerese, la viabilità interna nella Sicilia romana al Corso di Archeologia promosso da BCsicilia

Si terrà sabato 23 novembre 2024 alle ore 16,30 la lezione del Corso di Archeologia: Topografia e viabilità nelle terre antiche di Sicilia, promosso da BCsicilia, in collaborazione con il Dipartimento Culture e Società dell’Università degli Studi di Palermo, il Parco Archeologico Imera, Solunto, Iato, la Parrocchia San Nicola di Bari e l’Università Popolare di Termini Imerese. Dopo la presentazione di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale di BCsicilia, è prevista la conferenza dal titolo “La viabilità interna nella Sicilia romana: il caso della Catina-Agrigentum” che sarà tenuta da Marco Sfacteria, Ricercatore in Topografia antica presso l’Università di Messina. E’ possibile seguire la lezione in presenza presso la Chiesa del Monte in Via Mazzini a Termini Imerese oppure in Live streaming.

Il Corso prevede 10 lezioni e 5 visite guidate. I successivi incontri riguarderanno “Novità e prospettive di ricerca, tutela e valorizzazione sul tracciato della Via Catina-Thermae e della Via Valeria”, “Viabilità e insediamenti nella Sicilia medievale. La Sicilia interna tra i Nebrodi e gli Erei”. Previste inoltre visite guidate ai siti archeologici di Halaesa (Tusa), Delia, Sophiana (Mazzarino). A gennaio infine visita guidata a Pompei ed Ercolano. Alla fine del Corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione. Per informazioni: Tel. 346.8241076 – Email: terminiimerese@bcsicilia.it. Facebook: BCsicilia.

Sappiamo dell’esistenza di una strada romana che collegava Catania con Agrigento grazie all’Itinerarium Antonini. In questa raccolta delle strade che attraversavano l’Impero la Catina-Agrigentum compare due volte, ovvero nel percorso definito A Traiecto Lilybeo e nel percorso a Catina Agrigentum mansionibus nunc institutis. Si ritiene generalmente che il secondo percorso sia stato stilato in coincidenza con una aggiunta di stazioni lungo il già esistente tracciato (A Traiecto Lilybeo) o con un mutamento del percorso originario della strada che in un dato momento, come suggerisce la presenza quasi esclusiva di nomi di origine prediale, dovette passare attraverso le grandi aziende latifondiste; tale modifica viene fatta risalire al potenziamento del cursus publicus che interessò la Sicilia nel IV sec. d.C. L’identificazione del tracciato di questa strada risulta particolarmente problematica, sia per la quasi totale mancanza di evidenze archeologiche riferibili direttamente alla viabilità (come ad esempio ponti o miliari), che per l’assenza di indicazioni relative a città intermedie, ed infine per la difficoltà di individuare con precisione le stazioni nominate, in quanto facenti parte di estesi latifondi. Alla luce di tali difficoltà, un approccio integrato che ha visto l’affiancamento delle geotecnologie alle metodologie classiche dell’archeologia dei paesaggi ha consentito di acquisire nuovi dati e proporre alcune ipotesi relativamente all’area di strada ed alle mansiones a questa connesse, con particolare riferimento a Filosofiana, ricadente con ogni probabilità nei pressi dell’attuale c.da Sofiana di Mazzarino, a pochi chilometri dalla Villa del Casale.

Marco Sfacteria è ricercatore in Topografia Antica presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli studi di Messina. Nel 2012 consegue il Master di II livello in Geotecnologie per l’Archeologia presso l’Università degli Studi di Siena e nel 2017 il Dottorato in Scienze Archeologiche e Storiche Antiche presso l’Università degli Studi di Messina. Per anni affianca alla libera professione e all’insegnamento nella scuola secondaria di primo grado la partecipazione – con ruoli di responsabilità – a progetti di ricerca in Sicilia, Calabria, Basilicata, Toscana e Trentino-Alto Adige. Ha all’attivo numerose pubblicazioni scientifiche, in sedi di rilevanza nazionale ed internazionale, sui temi delle tecnologie applicate alla ricerca archeologica, della viabilità antica – con particolare riferimento alla Sicilia e alla Calabria – e delle dinamiche insediative nella Sicilia centro-meridionale, nell’alto Tirreno Cosentino e nella Valle del Lao-Mercure. Dal 2024 è direttore scientifico del progetto di ricognizioni archeologiche nell’agro di Siniscola (Nu).

redazione

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