Il governo italiano è coinvolto, non tronca il suo appoggio politico ad Israele, non pone in essere alcuno sforzo diplomatico per la pace, e continua ad aumentare la spesa in armamenti, sottraendo risorse ai servizi e ai sussidi alle fasce più deboli, mentre cresce la parte della popolazione italiana che vive al di sotto dei livelli di povertà e la sanità è al collasso.
La logica guerrafondaia sembra inarrestabile e i potenti del mondo fanno finta di non capire che siamo di fronte ad una escalation che può condurre ad una guerra atomica con tutto quello che comporta in termini di devastazione e catastrofe umana.Il modello economico, politico e sociale, del capitalismo e del consumismo sfrenati si è rivelato una logica perversa di gestire la politica e l’economia che avvicina sempre più al baratro.
Ci rivolgiamo a tutti i cittadini affinché prendano coscienza e posizione contro tale modo di gestire il mondo e si impegnino per far cambiare la rotta che sta distruggendo il nostro pianeta.Vogliamo esprimere una condanna netta del terrorismo e di ogni forma di azione violenta che aumenti l’odio e impedisca il dialogo, una altrettanto netta condanna dell’occupazione di altri Stati Sovrani e della risposta al terrorismo con azioni criminali e spropositate verso i civili.
Opponiamo al modello competitivo il modello cooperativo tra i popoli e le nazioni del mondo, nel segno della fratellanza.Non abbiamo un pianeta B di ricambio, dobbiamo difendere la nostra cara Terra. Ne vale della nostra sopravvivenza!Riteniamo che il Governo debba fare gesti concreti per perseguire la cessazione della guerra e delle violenze in corso, in attuazione dell’articolo 11 della Costituzione, “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”:
1. adoperarsi per sospendere l’accordo di associazione tra UE e Israele;
2. ritirare l’ambasciatore italiano da Israele;
3. adottare sanzioni economiche contro Israele (revocare gli accordi militari) come strumento di pressione per il cessate il fuoco;
4. escludere aumenti di investimenti in armi dalla politica economica del governo;
5. iniziare un fattivo impegno diplomatico con l’obiettivo di fermare la guerra in Ucraina;
6. rilanciare il ruolo delle Nazioni Unite nella costruzione del processo di pace.
𝗖𝗶 𝘃𝗲𝗱𝗶𝗮𝗺𝗼 𝘀𝗮𝗯𝗮𝘁𝗼 𝟵 𝗻𝗼𝘃𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗼𝗿𝗲 𝟭𝟳 𝗶𝗻 𝗣𝗶𝗮𝘇𝘇𝗮 𝗠𝗮𝗿𝗴𝗵𝗲𝗿𝗶𝘁𝗮.