Grande successo e partecipazione alla proiezione del film “Il giudice e il boss” di Pasquale Scimeca oggi a Corleone. Gli studenti delle scuole superiori stamattina hanno occupato tutti i posti disponibili nella sala del cinema Martorana, seguendo con grande interesse la proiezione del film dedicato al magistrato ucciso dalla mafia nel 1979.
Ne è seguito un dibattito, in cui le ragazze e i ragazzi dell’IISS Don G. Colletto e dell’IISS Don C. Di Vincenti, hanno sommerso di domande regista, attori e familiari di Terranova e Mancuso, presenti all’evento.
“Dal mondo della scuola, arriva la risposta necessaria alla costruzione di una società libera dalla mafia e dal malaffare – dichiarano il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, la segretaria della Camera del Lavoro di Corleone Maria Pollichino e Dino Paternostro, responsabile Memoria storica e archivio della Cgil Palermo, che ha coordinato il dibattito – Oggi da Corleone e da giovani di Corleone è arrivata una posizione chiara: stanno con Cesare Terranova e con i valori di democrazia, legalità e giustizia sociale da lui rappresentati, non con certi subdoli richiami ad un passato che non può e non deve ritornare”.
“È importante adesso – aggiungono Ridulfo, Pollichino e Paternostro – che si approfondisca ulteriormente, in collaborazione con le scuole, il contributo dato da Cesare Terranova nella lotta alla mafia, con la sua presenza in parlamento e nella commissione antimafia, collaborando con Pio La Torre nell’elaborazione della legge che definisce il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso (416 bis) e introducendo la possibilità di sequestrare e confiscare i beni di provenienza illecita”.
L’iniziativa, organizzata da Comune, Cgil e scuole, per il sindacato ha inteso essere anche una risposta al minore dei figli di Totò Riina, Salvo Riina Junior, che sui social, quest’estate, ha mostrato pubblicamente di non gradire l’intestazione a Cesare Terranova della strada dove si trova la casa di famiglia in paese. “Buon ferragosto da via Scorsone”, ha scritto, usando il nome che aveva la strada prima che i commissari straordinari del comune sciolto per mafia decidessero di intestarla simbolicamente a Terranova.