A pieno ritmo, vanno avanti le operazioni di contenimento degli ungulati selvatici nel Parco delle Madonie.Ne abbiamo parlato con il commissario dell’Ente Parco, Salvatore Caltagirone, da poco più di un anno alla guida dell’Ente.
“Come noto, l’eccessiva presenza di suidi selvatici e daini sta mettendo a rischio la biodiversità dell’area protetta, le colture e la sicurezza dei cittadini. È un problema nato più di 40 anni fa e non causato da Parco, che di questa situazione è vittima e non artefice. Per fronteggiare l’emergenza ci siamo dotati di relativi piani di abbattimento, frutto di una lunga ed attenta fase di audizioni di autorevoli organismi scientifici e tecnici”.


Le operazioni di controllo Daini, nello specifico, in questi giorni sono proseguite nei comuni di Collesano, Scillato, Polizzi Generosa, Castellana Sicula e Castelbuono con l’intervento dei selecontrollori e degli agenti del Corpo Forestale.
“Si tratta di azioni condotte ai sensi di legge ed in ottemperanza ai relativi piani adottati dal Parco in applicazione della normativa nazionale e locale”, continua Caltagirone. “Con l’obiettivo di iniziare a ridurre progressivamente la pressione dei capi sul territorio. Una battaglia che certamente sarà lunga, ma che non per questo possiamo esimerci dal condurre”.

Una sfida che registra già le prime adesioni anche a livello istituzionale da parte del territorio interessato.
“Infatti- prosegue Caltagirone -Recentemente, il Consiglio Comunale di Collesano, su proposta del sindaco Tiziana Cascio e della Giunta, ha approvato una variazione di bilancio che stanzia 10 mila euro per l’acquisto di chiusini di cattura destinati a supportare l’Ente Parco delle Madonie nelle azioni di contrasto alla proliferazione incontrollata di ungulati selvatici. È un fatto storico che dimostra due cose. Primo, il problema non può essere scaricato sic et simpliciter sulle spalle di un Ente sovracomunale che può operare solo nel suo territorio di competenza e non in quello comunale. Secondo, che siamo sulla strada giusta del coinvolgimento istituzionale. Il Parco ė a fianco dei Comuni, se i Comuni saranno a fianco del Parco”.
I fondi stanziati da Collesano provengono dal capitolo che l’Assessorato Regionale per le Autonomie Locali ha assegnato ai Comuni che insistono in siti Unesco o area Geopark Unesco, in linea col principio di coerenza e di tutela della biodiversità dei sistemi naturali a rischio.

“Certo. Ricordiamoci che siamo anche Geopark UNESCO. Tutelare la biodiversità minacciata da questi ungulati significa anche difendere l’identità del Geopark. L’acquisto di chiusini da parte dei Comuni consentirà tra l’altro di intervenire sia in area Parco che al di fuori del territorio di competenza dell’Ente, garantendo una risposta immediata. Quello di Collesano è un importante segnale istituzionale del territorio che incoraggia l’Ente a proseguire nella sua strategia di difesa della biodiversità e di contrasto all’eccessiva presenza di ungulati selvatici”.
Gli uffici dell’Ente Parco stanno anche lavorando alla redazione del regolamento. Quale sarà il suo scopo?

“Consentirà di migliorare ulteriormente le relazioni tra Comuni ed Ente per la gestione dei chiusini e delle operazioni di controllo. Siamo in una fase decisiva. Il Parco rivendica un ruolo di coordinamento anche su questo tema. Siamo a buon punto, ma servono più collaborazione e meno polemiche”.