Attualità

Fly-Eye: la scienza e l’arroganza(Gruppo Consiliare “Fare Comunità” – Isnello)

1)Una cosa è il telescopio Fly Eye e un’altra cosa è l’osservatorio che dovrebbe contenerlo.Quello che divide è l’osservatorio da collocare sulla cima del Monte Mufara, e nessuno degli attori in gioco contesta l’opportunità di collocare il Fly Eye sulle Madonie.

I primi tentativi di mediazione risalgono a due anni e mezzo fa (https://scomunicazione.wordpress.com/2022/04/24/quale-progetto-per-monte-mufara-lettera-aperta-al-sindaco-di-isnello-marcello-catanzaro/ ) e non riguardano le associazioni ambientaliste ma i comuni del territorio, perché l’osservatorio ha delle dimensioni (840 metri quadri, di cui 480 coperti e 360 di piazzale per un’altezza che sfiora i 14 metri e un volume di oltre 3500 metri cubi) che potrebbero essere ridotte se i locali di servizio (sala riunioni, uffici, ecc.) fossero trasferiti un centinaio di metri più in basso, dove sorge il Grifone, struttura di proprietà del Comune di Petralia Sottana, che era disposto a cederlo all’ESA evitando il consumo di suolo. Successivamente era stata avanzata la proposta di spostarlo qualche chilometro più in là, su Monte San Salvatore (1912 mt di quota, seconda cima delle Madonie dopo Pizzo Carbonara) anche per evitare di danneggiare la faggeta più a sud d’Europa, dato che l’aria calda emessa dagli impianti di raffreddamento delle lenti potrebbe danneggiare la vegetazione circostante. Per dare un altro dato, il consumo energetico stimato dell’osservatorio sarebbe di 2300 MWh annui, cioè all’incirca il consumo standard di quasi 900 famiglie, come se si collocasse un paese in cima alla montagna.

2)La sommità del Monte Mufara su cui dovrebbe sorgere l’Osservatorio è parte del territorio del Comune di Petralia Sottana, ma in questi mesi e settimane abbiamo assistito a un frenetico attivismo istituzionale e mediatico del Comune di Isnello, tanto da far scrivere a diverse testate che il Fly Eye sorgerà sul Comune di Isnello, confondendo così le idee a quanti ignorano la titolarità del procedimento amministrativo. Anche la recente intervista del Sindaco di Isnello fatta su i tg delle reti Mediaset va in questa direzione. Ammesso che sia normale chiamare in causa un sindaco per un progetto di portata planetaria, c’è da chiedersi a che titolo è stato intervistato il sindaco di Isnello mentre non è stato interpellato il Sindaco di Petralia Sottana.

3)Il tentativo di far passare coloro che si oppongono a QUESTO progetto di osservatorio come uomini votati al sottosviluppo e alla negazione del progresso scientifico è uno dei più grossi tentativi di mistificazione o “mascariamento” se volete, per evitare di entrare nel merito della discussione. Nessuno mette in discussione il fatto che sia cosa e buona e giusta che l’ESA abbia deciso di collocare il telescopio Fly Eye sulle Madonie, ma arrivare a questa decisione ignorando da anni qualunque tentativo di ridiscutere QUESTO progetto è un atto di arroganza politica e istituzionale che ha pochi precedenti nella storia delle Madonie. I tentativi di squalificare qualunque voce critica su QUESTO progetto, senza entrare nel merito, sono antichi retaggi di un oscurantismo che affiora ogni qualvolta il potere si muove come un caterpillar.

Due anni e mezzo fa la vicenda arrivò sui giornali nazionali perché l’ESA annunciò che avrebbe trasferito il progetto alle Canarie se l’iter autorizzativo non si fosse sbloccato in pochi mesi.

Si fece di tutto, si dichiarò l’opera strategica a livello regionale (totalmente inutile), si fecero riunioni e a Palermo e Roma, poi si cambiò la legge sui Parchi, ma siamo ancora qua. La novità è che l’ESA che in questi giorni è tornata a minacciare di abbandonare il tutto se il Tar non dovesse sbloccare i lavori a breve, ma questo punto tale “minaccia” ha perduto un po’ della sua credibilità. Non è con gli ultimatum che si dovrebbero risolvere questo tipo di controversie e allo stesso modo pensiamo che non possa essere il SUAP (Sportello Unico delle Attività Produttive), incastonato dentro So.Svi.Ma. a curare l’iter realizzativo di un’opera che non è un bar o un’attività produttiva che nasce sulle Madonie.

4)Oltre all’ESA in questo progetto è coinvolta anche l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) che ha relazioni stabili con Ministero della Difesa, Leonardo (ex Finmeccanica) ecc, sarebbe anche necessario chiarire una volta per tutte che la valenza di questo progetto è esclusivamente scientifica e non militare. E delle rassicurazioni in tal senso non le può dare un sindaco, chiunque esso sia.

5)Il Monte Mufara è una delle aree più protette del Parco delle Madonie, zona di riserva integrale assoluta, e questo progetto, non poteva neanche essere immaginato se non si procedeva a cambiare in corsa la legge sui parchi pochi mesi fa. Ma cambiare una regola -ammesso che sia in linea con la costituzione- non significa che i “promotori” di tale percorso non debbano rispettare le altre disposizioni in materia di autorizzazioni e passaggi amministrativi.

Il ricorso delle associazioni ambientaliste, dopo i vari tentativi di mediazione, si basa proprio su queste presunte irregolarità.

Va bene la scienza ma ci sono tanti milioni di euro e pale meccaniche e cemento e appalti dietro questo grande progetto dell’osservatorio. Dobbiamo stare tutti zitti anche se mancassero delle autorizzazioni o venissero fatti dei danni perché altrimenti rischiamo di passare per uomini delle caverne? Come dobbiamo interpretare le parole del ministro del Made in Italy (ci saremmo aspettati la titolarità del Ministero dell’Università e della Ricerca) che sollecita il Tar a fare in fretta e fare bene? E soprattutto, come dobbiamo intendere il ruolo del Parco delle Madonie che sembra dimenticare la sua funzione quando anziché mediare tra due posizioni (la ricerca astronomica e la conservazione di un habitat unico al mondo) e difendere la propria natura e il proprio ruolo, decide di autorizzare quello che mai prima d’ora qualcuno aveva osato fare? (vedi https://scomunicazione.wordpress.com/2023/08/21/il-fly-eye-insegna-il-parco-delle-madonie-andrebbe-abolito/?fbclid=IwY2xjawFMQHpleHRuA2FlbQIxMQABHZDDCyZ5y_3KdCGAvt2I_6-hnXSyGRXOyAVLemHodZmy4iQdc6INXJwudQ_aem_asI_jZbCEHl7DFclXUOPiQ )

6) L’osservatorio dell’ESA in cima Monte Mufara non sarà una struttura aperta a visitatori e turisti, ma un vero e proprio centro di ricerca. Non sarà quello a far decollare il comprensorio e nonostante la giunta dell’Unione dei Comuni Madonie faccia delle delibere di supporto a QUESTO progetto e i sindaci dei 26 comuni facciano comunicati in tal senso, sono i fatti che li contraddicono. Negli otto anni di esistenza del Centro Astronomico Gal Hassin, quello sì radicato nel Comune di Isnello e sostenuto dallo stesso, solo quattro comuni dei 26 hanno aderito alla Fondazione omonima che lo governa. Quando c’è da pagare qualche euro, stranamente l’amore per la scienza diventa qualcosa su cui non vale la pena scommettere. Per la proprietà simmetrica, quando c’è da incassare l’amore per la scienza si ravviva.

Inoltre in questi giorni abbiamo assistito anche a divisioni all’interno di singoli partiti che hanno sezioni nelle Madonie e che hanno pubblicato dei comunicati. Per fare un esempio, il circolo del Pd di Castelbuono era entusiasta su QUESTO progetto, mentre quello di Petralia Sottana era critico.

In ogni caso, va chiarito che l’osservatorio non è un centro di divulgazione come il Gal Hassin, non ci saranno file di autobus piene di visitatori così come non ce ne sono per il più piccolo telescopio (WMT) collocato dentro un piccolo osservatorio a cupola in cima alla Mufara dal Gal Hassin.

Se non bastasse questo esempio, possiamo anche parlare dell’osservatorio geofisico, anche quella una struttura scientifica di grande valore, collocata decenni fa sul Monte Sant’Angelo, tra Isnello e Cefalù. La ricerca scientifica (cosa diversa rispetto alla divulgazione), cari amici, non bada alle ripercussioni turistiche, sennò sarebbe un’altra cosa.

Chi racconta il contrario mente sapendo di mentire.

Gruppo Consiliare “Fare Comunità” – Isnello

redazione

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