“Diamo atto della sensibilità dimostrata dal presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gaetano Galvagno, per avere convocato lo scorso 7 agosto, in linea con quanto deliberato dalla conferenza dei presidenti dei gruppi parlamentari, una seduta dedicata interamente al tema della crisi idrica. Allo stesso tempo, però, prendiamo atto che solo un terzo dei parlamentari regionali ha partecipato ai lavori d‘Aula, circostanza su cui è perfino imbarazzante esprimere un giudizio di merito”. A dichiararlo è il presidente f.f. dell’organizzazione degli agricoltori di Cia Sicilia Orientale, Giosuè Catania.
“In un momento così drammatico per l’agricoltura siciliana, è avvilente dover constatare come oltre una quarantina di deputati regionali (su 70) abbia disertato Sala D’Ercole e sprecato un’occasione di confronto sui diversi ODG presentati – sottolinea Giosuè Catania – e di proposte per delineare gli impegni da assumere per i prossimi mesi”. “E’ evidente – prosegue il presidente f.f. – come gran parte dei deputati dimostrino solo a parole di condividere le forti preoccupazioni per le condizioni in cui versa il comparto agricolo siciliano, perché nei fatti almeno la metà degli assenti mercoledì scorso era già in vacanza”.
“Né possiamo pensare che sia stato qualche acquazzone ad aver distolto l’attenzione su una crisi climatica che impone interventi strutturali e radicali; perché le piogge che si sono abbattute ieri in alcuni comuni siciliani – commenta – dovrebbero far riflettere sul fatto che la Sicilia così come si è ritrovata totalmente impreparata ad affrontare la prolungata siccità, altrettanto lo sarà a fronteggiare i prevedibili nubifragi che arriveranno, che rappresentano l’altra faccia del cambiamento climatico”.
“E intanto, oggi è un’altra giornata da caldo record – prosegue Catania – il problema della mancanza di acqua negli invasi permane; così come le responsabilità di anni di mala gestione e di mancata programmazione degli interventi e il mancato utilizzo delle somme disponibili per l’ammodernamento delle reti e della messa in sicurezza degli invasi. Fattori che hanno portato la Sicilia a non avere acqua a sufficienza”.
“Certo da qualche giorno è in distribuzione il foraggio per gli animali – ricorda Giosuè Catania – e magari qualcuno plaude all’iniziativa, peccato però che la maggior parte degli allevatori abbia dovuto procedere alla macellazione di un numero consistente di capi di bestiame; e peccato per chi non ha prodotto un chicco di grano e si trova ancora senza alcun reddito e senza risposte; e peccato anche, per chi affronterà la già compromessa campagna di raccolta delle olive”.
“Confidavamo molto nella convocazione dell’ARS – ammette il presidente f.f. Giosuè Catania – che consentisse, quanto meno, di lasciare a ciascuno i compiti per casa, pronti per la riapertura dell’Aula, in modo da lavorare sin da subito sul medio e lungo periodo con interventi strutturali, provando a colmare il ritardo ventennale di mancata programmazione, di sprechi e ritardi inauditi”.
“Noi attendiamo risposte anche a livello nazionale – conclude – sullo stato di emergenza e sul conseguente decreto ministeriale che attiverà le misure degli sgravi e delle proroghe e sul piano regolatore delle acque”. “Attendiamo anche i risvolti sulle ipotesi alternative aperte: dell’uso dei dissalatori e della depurazione delle acque reflue, del monitoraggio e della ricerca d’acqua dal sottosuolo, compresa quella di approfondire la presenza di una sacca di acqua profonda nel territorio dei Monti iblei di cui da qualche tempo si parla. La scommessa è difficile, ma se la politica e i Governi non saranno all’altezza dei loro compiti, sarà ancora più difficile immaginare un futuro in Sicilia senza agricoltura”.–
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