Riceviamo e Pubblichiamo
Al Presidente della Repubblica
Onorevole Professore Sergio Mattarella
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Onorevole Giorgia Meloni
- Al Ministro della Salute
Onorevole Orazio Schillaci - All’Assessore alla Salute Regione Sicilia
Onorevole Giovanna Volo - Al Direttore provinciale ASP Palermo
Dottore Francesco Cerrito - Al Direttore Sanitario ASL 33 Cefalù
Dottore Amedeo Casiglia - Al Sindaco di Cefalù
Prof. Daniele Tumminello
Agli Organi di Stampa
“Sono un cittadino che paga regolarmente le tasse e vari tributi imposti dalle varie leggi, intese a soddisfare e garantire la sicurezza, la sanità e il lavoro. Non voglio divagare, ma questo scritto serve per evidenziare, nel caso specifico, la “mala” gestione sanitaria in Sicilia. Cito un caso: L’Ospedale” Giglio” di Cefalù, denominato e classificato “Fondazione”, dove per accedere a visite e prestazioni specialistiche con il sistema mutualistico, è diventato quasi impossibile, tranne che per le prestazioni effettuate in intramoenia, in solvenza o come dirsi voglia. L’utenza che si avvale di tale struttura, oggi si chiede se l’affermazione dei principi irrinunciabili del sistema sanitario integrato, sia pubblico che privato, sia valido anche nel caso della” Fondazione Giglio” di Cefalù, in quanto la Stessa non tiene conto di tale equilibrio, mettendo in subordine la persona umana ed il suo fondamentale diritto alla tutela della salute.
Ciò significa, in parole povere, che l’aspetto della Sanità privata ha sovvertito quella pubblica e per essere più chiari, chi ha disponibilità economiche, ha diritto alle cure e in modo celere, i rimanenti, pur nei casi urgenti, vengono logorati dalle lunghe attese che spesso li porta ad una morte precoce. Anche a diversi medici e paramedici viene imposto , in alcuni giorni settimanali, il distacco verso altre unità ospedaliere extra provincia.
Tutto ciò in quanto la Fondazione Giglio , per far cassa, stipula apposite convenzioni. E’ evidente che tale stato di cose rallenta il normale svolgimento delle prestazioni, provocando lunghe liste di attesa e per i meno abbienti diventa un sovraccarico economico che li porta spesso ad indebitarsi o a rinunciare alle cure, non dimenticando che anche loro contribuiscono a sostenere la spesa della Sanità. Voglio citare un altro dei tanti aspetti negativi che gravano sul cittadino debole che, per acquistare le medicine, deve recarsi in farmacia, ma per alcuni farmaci la stessa deve approvvigionarli nella farmacia ospedaliera e il cittadino richiedente, nonostante i problemi fisici di deambulazione, deve ritornarvi per la seconda o terza volta, ci chiediamo e se lo chiedono anche le farmacie, il perché. Da ciò si evince che la Sanità non è più al servizio del cittadino, ma il cittadino al servizio della Sanità.
Non è la Sanità che genera il cittadino e la Stessa che si deve adeguare al suo fabbisogno. E per concludere e senza citare tanti altri aspetti negativi e non apparire logorroico, mi si consenta tale sfogo: è il groviglio piramidale istituzionale e burocratico che genera discrasie e colpisce l’anello debole della società.
A nome di tanti e tanti cittadini dico: BASTA, BASTA, BASTA! No ne possiamo più.
Quanto su esposto all’attenzione di chi legge, potrebbe sembrare di lieve entità, ma alla lunga potrebbe sortire una reazione incontrollata.”
Con deferenza
Cav. Salvatore Guarcello