È una storia vera quella narrata nel docu-film “In her hands” (2022) prodotto da Hillary e Chelsea Clinton, una storia di «coraggio e resilienza» che vede protagonista Zafira Ghafari, una donna afgana di 26 anni che ha tenacemente contrastato il regime talebano in nome dei diritti delle donne, a cui erano proibiti istruzione, ruoli di leadership e ogni altro diritto egualitario: «Vivo in una società che mi porta a litigare anche contro i pensieri di mio padre. Nemmeno lui capisce che sono un essere umano».
Intensa e commovente la storia di questa giovane donna afgana divenuta sindaco della piccola città di Maidanshahr, minacciata di morte durante il suo mandato e costretta dal regime talebano, dopo il ritiro dell’esercito USA, a lasciare la sua carica e a riparare in Germania.
Il docu-film si lascia apprezzare non solo perché denuncia la condizione di estrema inferiorità in cui versa la donna afgana, ma anche perché apre uno squarcio sulla situazione di degrado e di povertà della società afgana soggiogata dall’estremismo talebano.
«In her hands emoziona e bussa alla porta delle nostre coscienze da privilegiati: chi è nato “dalla parte giusta” del mondo proverà sconcerto a trovarsi di fronte ad una realtà che stride tanto rispetto alla nostra». La proiezione, aperta a tutti, avrà inizio venerdì 8 marzo alle ore 17:30 nella sede MASCI di via Roma 1. La durata del film è di 90 minuti. A seguire dibattito.
La Comunità MASCI di Cefalù
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