Società

Da industria 4.0 a transizione 4.0: il ruolo del digitale per le imprese

La Transizione 4.0 rappresenta la digitalizzazione delle imprese in linea con l’Industria 4.0, offrendo importanti incentivi per favorire l’adozione di tecnologie avanzate, l’innovazione, la formazione e la ricerca.

Il processo di digitalizzazione delle imprese messo in opera dalla Transizione 4.0 porta alle aziende numerosi vantaggi, in termini di produttività, efficienza, risparmio energetico e ottimizzazione delle attività di manutenzione. La digitalizzazione consente alle imprese di essere più agili nel rispondere alle richieste del mercato, produrre lotti più piccoli in modo conveniente, offrire una migliore esperienza al cliente e creare modelli di business sostenibili. Inoltre, Il Piano Industria 4.0 ha trasformato il regime fiscale italiano in uno dei più favorevoli al mondo per le aziende che investono nel digitale. Queste agevolazioni, che premiano soprattutto gli investimenti in startup e PMI innovative, prevedono detrazioni fiscali, super-ammortamenti, iper-ammortamenti e crediti d’imposta per la ricerca e sviluppo.

Dall’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI) 2022, emerge che l’Italia si colloca al 18º posto su 27 Stati membri dell’Unione Europea. Il punteggio DESI dell’Italia è passato da 28,2 a 49,3 negli ultimi 5 anni (2017-2022), registrando un progresso significativo che però resta comunque inferiore alla media europea (52,3). Tuttavia, l’Italia è il Paese europeo che ha mostrato il progresso più consistente, infatti il 60% delle PMI italiane ha un livello base di digitalizzazione, ad esempio nell’utilizzo della fatturazione elettronica e dei servizi cloud, contro la media europea che si attesta intorno al 55%.

Secondo il rapporto della Corte dei conti del 2023, i crediti maturati nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ammontano a 6,7 miliardi di euro, con oltre 120.000 beneficiari. L’81% dei crediti, che corrispondono a 5,4 miliardi di euro, è destinata agli investimenti in beni strumentali materiali 4.0. Le regioni meridionali dell’Italia hanno utilizzato ampiamente il credito d’imposta per la formazione 4.0 (il 46%), con la Campania in testa che ha maturato un importo totale di credito per il valore di 188 milioni di euro.

Uno studio condotto da Kantar in partnership con TeamSystem ha analizzato le principali preoccupazioni degli imprenditori riguardo a questioni chiave come le riforme degli incentivi legati all’Industry 4.0 e gli investimenti strategici nel settore digitale e dell’innovazione. Da questo studio è emerso che il 70% delle aziende ha familiarità con l’Industry 4.0 e il 50% è consapevole del Piano di Transizione 4.0 e che le imprese con oltre 10 dipendenti risultano più informate rispetto a quelle più piccole. Inoltre, il 25% delle aziende ha sfruttato il credito di imposta, soprattutto nel settore manifatturiero e tra le aziende più grandi. Questi incentivi sono stati principalmente utilizzati per investimenti in beni strumentali materiali. In questo scenario però, solo il 5% delle imprese è stato sottoposto a controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. Tra coloro che hanno beneficiato degli incentivi, oltre il 40% li ha ritenuti cruciali nella decisione di investire, contribuendo allo sviluppo dell’intera catena di valore aziendale.

redazione

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