Dalla rivista “Sapori di Sicilia” n°2 Settembre-Ottobre 2013 donatami di recente, ho letto piacevolmente il pezzo scritto dalla concittadina Bartola Neglia. Geraci un paese di imprenditori. È molto appassionante riscontrare quello che racconta della vita vissuta nel nostro borgo. Rafforzo alcuni aspetti menzionati. Il nostro territorio possedeva un vasto patrimonio terriero, che appunto lo rendeva uno dei più ricchi comuni della Sicilia. Tanto che all’inizio del ‘900 i comuni Gangi, Castelbuono e Petralia di concerto tra di loro, hanno richiesto tramite gli organi di stato, Provincia, Regione e allo stesso comune di Geraci, una parte del territorio di nostra pertinenza, giustificando queste richieste, che le loro popolazioni erano di gran lunga superiore a quella di Geraci.
Il sindaco di quell’epoca, Paolo Sciajno Invidiata, molto attento e preparato ha respinto le richieste in maniera precisa e puntuale, lasciando a bocca asciutta gli amministratori dei centri menzionati. Non è stato sottratto un solo centimetro del nostro territorio. Verbali e relazioni sono depositati al Museo dei Cappuccini di Geraci Siculo. È ammirevole la disquisizione precisa che fa la nostra Bartola sulla gestione dei terreni demaniali ed il senso molto spiccato di imprenditorialità che hanno i geracesi. Anch’io desidero rafforzare la figura del sig. Francesco Paolo Callari, nato il 19/05/1913 e deceduto il 22/08/2001. Ho conosciuto personalmente, perché inserito nel panorama politico geracese, intanto è stato Consigliere Comunale ed anche per un certo periodo, ha avuto l’incarico di Vice Sindaco nella giunta guidata dal Sindaco Miriana Rosario. Ha detto bene la nostra Bartola Neglia, quanto dice che è stato un leader carismatico locale ed animatore di iniziative di respiro sociale, aggiungo peraltro nel periodo della riforma agraria, è stato colui che ha creato una cooperativa, fu denominata nel tempo: Cooperativa Agricola Lavoro e Progresso. Tutt’oggi ha la sede in Largo Aquila nel nostro Borgo – l’intuizione all’iniziativa fu quella di dividere in lotti un territorio in contrada “Pantanu” tanti quanti braccianti ne richiedevano e possedere i requisiti. Il concetto del Sig. Callari era chiaro, la società geracese si compone di allevatori, pastori, si contavano negli anni 50 circa 6000 capi bovini oltre gli equini. Gli stessi anche se con tanti sacrifici, riuscivano a vivere discretamente bene. Un’altra categoria che riusciva a vivere discretamente bene, ma sempre con sacrifici, erano gli artigiani. La categoria che stava bene era composta dai commercianti ma erano pochi. Mentre la categoria dei braccianti era la più disagiata in quel tempo. Quindi per dovere dovevano essere aiutati. Ecco dove sta la grandezza del sig. Callari, che ancora oggi ricordiamo con affetto, stima e riconoscenza. La zona del Pantano è stata bonificata, sono state create delle vasche di raccolta idrica per l’approvvigionamento, fermo restando che il sottosuolo era ed è ricco di acqua e qualunque coltura si piantava dava sempre ottimi frutti, sia di ortaggi che alberi da frutti. Gli alberi da frutta sono stati piantati in quella parte dove la pendenza del terreno non permette che per caduta arrivasse l’acqua.
In quei luoghi fu eseguita molto tempo fa una trivellazione, cercavano sostanze minerarie, ma trovarono solo acqua ed ancora esistono i segni della chiusura del pozzo: è un luogo magnifico, quando si cerca qualche persona in paese e non si trova, basta andare al “O Pantanu”, che dista poche centinaia di metri perché sicuramente lo trovi lì. Qualcuno degli stessi soci della cooperativa ha definito u Pantanu il circolo ricreativo degli anziani. Un po’ tutti a Geraci usufruiamo dei prodotti eccellenti della zona, gli amici ci deliziano di quello che producono. Anch’io ho usufruito di qualche prodotto di ortaggi, ma anche di qualche paniere di mele cotogne, che regolarmente li trasformo in cotognata, molto saporita ed apprezzata. Molti assegnatari non ci sono più, ma quasi tutti i lotti di esigua estensione, ancora oggi sono coltivati. Sono succeduti gli eredi, figli e nipoti con qualunque grado e livello di studi abbiano raggiunto, diplomati, laureati, professionisti, continuano l’attività di ortolani e quanto altro ad uso proprio e per le proprie famiglie. Tanto come detto prima si tratta di poca estensione di terra. Si può quindi dire che il Sig. Callari, è stato il precursore e comunque uno dei primi politici geracesi, che si è adoperato ed impegnato per sostenere la classe meno agiata di Geraci, in quel tempo, cioè i braccianti. L’esempio del Sig. Callari Francesco Paolo, con le stesse considerazioni di politica sociale, gli stessi scopi per risollevare le sorti economiche della categoria dei braccianti sono stati applicati dalla giunta che seguì. Il sindaco, Dr. Giuseppe Spallina, la giunta, ha concesso all’assessorato Regionale Agricoltura e Foreste, una parte del territorio della montagna di Geraci, la cui originaria destinazione era solo uso civico di pascolo.
Tale iniziativa fu assai utile e proficua per i braccianti, in quanto la realizzazione della piantumazione di alberi, che ancora oggi si possono apprezzare, rigogliosamente esistenti, veste di verde e brullo territorio montano. Si favorì quindi una classe sociale meno agiata. I tanti braccianti impegnati, grazie alle giornate lavorative che ogni anno effettuavano nelle zone rimboschite e che in maniera ridotta ancora oggi alcuni effettuano, ottennero buoni salari e poi buone integrazioni pensionistiche. Queste scelte di politica, ma anche per altri motivi che non conosciamo, la sindacatura del Dr. Giuseppe Spallina, si è conclusa anticipatamente, con il voto di sfiducia ad opera anche della stessa maggioranza. Alla luce di quanto detto, invito ancora una volta, suggerisco ancora una volta agli amministratori del nostro Borgo di dare esecutività ad intitolare qualche via, qualche struttura patrimoniale del comune, a chi ha dato lustro alla nostra comunità, affinché resti memoria per le nuove generazioni. Nutro tanto ottimismo su tale iniziativa da parte dei nostri amministratori, perché forse spinti dall’orgoglio di appartenere a quella categoria di uomini e donne geracesi, madoniti, intelligenti che con grande severità nel ragionare e sull’osservare sono attratti da fermare il tempo, affinché resti memoria della persona menzionata e descritta, ma anche di altre, che con apposito elenco ho inviato. Ricordo ancora che la storia di una collettività la fanno gli eventi che si susseguono e che devono essere menzionati, ma gli stessi eventi sono concepiti e realizzati dagli uomini. Quindi la storia, la memoria bisogna tutelarla, preservarla, recuperarla, per quanto possibile, mettendo in evidenza chi ha contribuito a migliorare la nostra storia ambientale, che va diffusa per le nuove generazioni. Chi non conosce il proprio passato e si rifiuta di conoscerlo, non sviluppa nessuna prospettiva per il futuro e non anima alcun bene per la stessa collettività, anzi crea passi di repressione sociale incolmabile.
Giacomo Miriana
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