Società

Riordino del settore giochi, serve un approccio unitario

Un solo mercato, un solo riordino. È questo il titolo della conferenza promossa dall’Istituto Milton Friedman a Roma, presso la Camera dei Deputati, lo scorso 13 dicembre. Un incontro a cui hanno partecipato le più importanti associazioni del settore del gioco pubblico italiano, un settore chiamato nel 2024 a fare i conti con un vasto riordino normativo.

Si tratta di un passo politico che aspettavamo da tempo – commenta Valerio Stuffaro, redattore di Casino Sicurovista la complessità e anche l’importanza del comparto per tutto il sistema Italia. Adesso però dobbiamo vigilare e chiedere a gran voce che questa riforma sia fatta con un intento unitario”.

Serve unità, insomma, la stessa unità che può garantire la crescita di un settore florido: basti pensare che nella nostra regione ogni anno vengono generati 10 miliardi e 600 milioni di euro con un incasso per l’erario dello Stato di 8,4 miliardi nel solo 2021, secondo i dati resi noti da Repubblica.

Lo ha sottolineato anche Armando Iaccarino, di Astro, che nel fare la storia dell’organizzazione del gambling in Italia ha sottolineato come in 20 anni si sia cercato di dare una visione unica al gioco pubblico italiano, nonostante le difficoltà di una legislazione frammentaria e diversificata.

Dal fronte politico spiegano però che questa decisione risponde a due parametri fondamentali: la necessità di fare cassa e la richiesta di maggiore sicurezza. “La cassa si fa in altri modi si può raggiungere lo stesso risultato rimodulando le voci di entrata che derivano da una gara di questo genere”, ha commentato Iaccarino a margine dell’evento ai microfoni di Agimeg.

Per quanto riguarda la sicurezza, è ancora Stuffaro di Casino Sicuro a fare chiarezza: “Per questo la decisione di fissare a 7 milioni di euro il prezzo per accedere alla concessione rischia di essere una scelta divisiva e controproducente in questo modo si andrebbe a tagliare il settore e renderlo accessibile solo a 7 o 8 soggetti in grado di potersi permettere quella cifra. Ridurre a 7 o 8 gruppi non vuol dire in automatico maggiore sicurezza. Per alzare veramente i livelli e per mettere al centro il benessere dell’utente e dei giocatori la vera garanzia sta nell’investimento su formazione e tecnologia. Creare lavoratori e professionisti del settore esperti in materia di prevenzione, di controllo e di contrasto alle dipendenze così come esperti in grado di riconoscere l’evasione, intercettare il mercato illegale, bloccare sul nascere ogni possibile ritorno del gioco nero. È questa la vera ricetta da seguire”.

Un’unità di intenti, insomma, che ad oggi ancora non c’è. Ma che speriamo possa arrivare nel 2024. L’anno in cui il gambling italiano si gioca buona parte del suo futuro.

redazione

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