Con una nota inviata al Presidente della Terza Commissione Permanente Ars Attività Produttive Onorevole Gaspare Vitrano ed al Presidente dell’Assemblea Regionale Oorevole Gaetano Galvagno, il coordinatore regionale di Confimprese Sicilia Giovanni Felice evidenzia come l’annunciato emendamento per modificare le superfici degli esercizi di vicinato sia dannoso per il sistema commerciale siciliano e che procedere all’estensione della definizione e della superficie di esercizi di vicinato da 200 a 600 metri quadrati rappresenti un grave errore.

“Come è noto – spiega Felice – uno dei motivi principali, se non l’unico, di questa modifica di legge è il caso di Palermo, e di via Roma in particolare, dove è vietato avviare attività di medie strutture nel centro storico.

Mi duole dirlo – continua – ma la strada avviata è sbagliata tecnicamente e politicamente poiché è contro l’interesse della salvaguardia dei centri storici, dei microimprenditori commerciali ed è un regalo esclusivo ai proprietari dei negozi ed alle catene di alimentari che vogliono aprire nei piccoli e medi comuni. Si reagisce ad un errore del Comune di Palermo con un errore che penalizzerà l’intera Sicilia”.

Ed ancora. “La norma che vieta l’apertura delle medie strutture nel centro storico di Palermo – insiste il coordinatore regionale di Confimprese – è l’articolo 5 del Regolamento di attuazione del piano di urbanistica commerciale, approvato dal Consiglio comunale nel lontano 2002. Quindi la domanda che sorge spontanea è: per quale motivo il Consiglio comunale non modifica questo articolo del regolamento di attuazione? Perché modificare la legge per aggirare questa norma regolamentare comunale finendo per coinvolgere tutta l’Isola? Chi ha interesse ad utilizzare l’ariete Palermo per penetrare nei centri storici dell’intera Isola?

Di qui il j’accuse. “In questa vicenda – ribadisce il presidente di Confimprese Palermo e coordinatore regionale di Confimprese Sicilia – oltre alla mancata volontà dei Consigli comunali precedenti, incidono molto la burocrazia comunale di Palermo e la burocrazia regionale che si sono inventati pareri e richieste ed uno scambio di veti non previsti da alcuna norma. La stessa burocrazia che ieri parlava di adempimenti non previsti come la VAS (Valutazione Ambientale Strategica) per il Comune di Palermo, oggi prepara un emendamento che dà un colpo di spugna a tutte le limitazioni previste nei centri storici di tutta la Sicilia dando via libera ad operazioni di speculazioni che saranno possibili in particolar modo nei piccoli e nei medi comuni, dove non sarà più richiesta alcuna autorizzazione ma si procederà con una semplice SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività).

Confimprese insiste nell’idea che si possano autorizzare le medie strutture nei centri storici, ma appunto autorizzare e non avviarle con una semplice comunicazione.

“Se il problema è Palermo si faccia un provvedimento speciale per Palermo – continua Felice – allo stesso tempo evidenziamo che questo provvedimento modificherà anche la dotazione dei parcheggi riducendola ad un quarto di quella dovuta. Il che potrebbe attivare contenziosi con le aziende commerciali che per aprire le loro attività hanno dovuto compensare, per l’ottenimento dei parcheggi, importi quattro volte superiori a quelli che si pagheranno dopo l’approvazione di questo emendamento”.

Infine, il coordinatore regionale Giovanni Felice rinnova al Presidente della Commissione attività produttive ed al Presidente dell’ARS l’invito ad un confronto per illustrare i motivi dell’opposizione a quel provvedimento. “La politica – chiosa Felice – decida avendo piena conoscenza e coscienza del panorama reale e che non voti sulla base di uno scenario falsato da una burocrazia distratta ed egocentrica”.