Cultura e spettacolo

Dal libro di Emma Dante : Via Castellana Bandiera, una riflessione sulla libertà di essere.

Poi ti capita tra le mani il libro di Emma Dante: “via Castellana Bandiera”(poi diventato anche un film) libro pubblicato da Rizzoli nel 2008 ed incuriosita per lo stile forte e crudo della regista Emma Dante ne cominci la lettura, che ti prende dall’inizio alla fine come un vino che vuoi finire il prima possibile perchè ti piace tanto e nello stesso tempo gustartelo, cogliendone tutti gli aromi e sfumature nascoste e non.

La nostra regista- scrittrice racconta vicende umane di grande impatto emotivo scegliendo un luogo, una precisa collocazione come è suo solito fare, una scenografia su cui si muovono i suoi personaggi come dentro al teatro, in questo caso siamo dentro una via, una piccola via della città di Palermo che Emma descrive sempre con grande attenzione, innamorata della sua città e dei suoi abitanti , li sceglie tra i poveri, quelli con scarsa cultura , i dimenticati, i fragili, i feroci che divengono con la  loro parte umana tanto simili a quelli che si definiscono normali e che di normale poi non hanno nulla, perchè infondo lo sappiamo, normale non c’è nessuno, ciascuno di noi è un concentrato di follia unica, ci camuffiamo dietro maschere cangianti.

In via castellana Bandiera in un giorno caldo d’estate, una domenica qualunque  si incrociano due macchine l’una in un senso, l’altra in un altro senso, soffia vento di scirocco e l’aria sembra annunciare cose strane, dove ci si dovrebbe “ammucciare intra”piuttosto che stare in giro.Le macchine contengono personaggi con storie tra loro molto diverse , due donne milanesi di estrazione borghese che cercando un albergo si sono perse in una macchina , ed una famiglia numerosa che torna dal mare nell’altra.

Al volante ci sono due donne con storie ed estrazione sociale e culturale molto diverse, Rosa, palermitana trasferita a Milano, Samira , donna albanese con un feroce e triste passato che la divora ogni santo giorno.

Per una strana alchimia nessuno delle due macchine vorrà fare marcia indietro e cedere la strada all’altro, come se fosse una sfida del destino a cui nessuno dei protagonisti vuole sottrarsi.La strada impone che per passare l’uno , l’altro deve cedere il passo, una metafora ricca di significati che rimanda l’idea della civica convivenza, il rispetto dell’altro, la capacità di sapere cedere il passo.Domina l’immobilismo e la sfida come principio, una sfida in cui alla fine saranno due donne a raccontarsi con i loro retroscena.

Nell’immobiltà quello scontro impone di fermarsi ancora e di ripensare alle rispettive vite, si incontreranno con ruoli diversi una madre ed una figlia, parleranno nel muto silenzio, un duello muto tutto al femminile , sulla loro decisione di non muoversi Saro Calafiore, imbandirà una scommessa su chi prima delle due lascerà passare l’altra, il gioco diventerà tragedia dove molti saranno i responsabili che niente hanno fatto di realmente concreto, cosi chè la tragedia prenderà il sopravvento.

Samira è descritta come una donna muta, mangiata dal dolore, solchi profondi le segnano il viso, nei suoi occhi c’è qualcosa che incute timore : Samira aspetta di morire.Anche Rosa ha qualcosa di particolare , rifiuta la ribellione di quel corpo sbagliato, si nasconde dietro una vita comune , mostrando volentieri il portamento di una persona perbene, in realtà vorrebbe mandare all’aria tante cose di quella facciata a cui siamo costretti a dare conto e ragione per non subire i giudizi, via castellana Bandiera diventa per gioco o forse per destino il budello della città che permetterà a due donne di fare i conti con la propria vita in un modo del tutto anomalo e nello stesso tempo interessante.

Viene affrontato il difficile rapporto dei legami familiari, può capitare di stare insieme e di odiarsi , è pure diventa difficile venire fuori da quel ventre che si chiama casa, nella quale non sempre si ha la libertà di essere quello che si vuole essere, le due donne in questa storia ce lo faranno vedere ognuna per il proprio difficile e doloroso percorso.entrambe sono donne scrive Emma Dante che pur avendo imparato a vivere come pesci dentro gli acquari , non smettono mai di cercare il mare, la libertà di essere, in questo libro trionfa, superando ogni giudizio.

Sabrina Miriana

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