Attualità

Il fico d’india della Valle del Torto, l’arancia bionda di Scillato e il fagiolo di Polizzi al centro di una ricerca del Consorzio di Ricerca sul Rischio Biologico in Agricoltura

Difendere le coltivazioni regionali e i loro effetti benefici sulla salute. È la doppia mission che si è dato il Co.Ri.Bi.A con il “Progetto per lo sviluppo dell’agricoltura siciliana e la valorizzazione delle produzioni regionali, mediante l’utilizzo di tecnologie scientifiche che sviluppino modelli compatibili con il mantenimento degli equilibri ambientali e della salute pubblica”.

Al progetto, finanziato dalla Regione Siciliana, coordinato dal professore Francesco Sottile, lavorano biologi, agronomi ed esperti del settore.Fra i 279 Pat (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) siciliani, la ricerca del Consorzio si concentra sul ficodindia della Valle del Torto, l’arancia bionda di Scillato, il fagiolo di Polizzi.

Dal “marchio” genetico originale che la ricerca intende rilevare attraverso l’analisi comparativa del DNA dipende la loro iscrizione al Registro regionale e all’Anagrafe nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare. Un patrimonio di colture che offre concrete opportunità di sviluppo al territorio: gli “agricoltori custodi”, infatti, potranno accedere ai contributi comunitari previsti dal PSP 2023-2027, cioè un riconoscimento compensativo al loro impegno nella salvaguardia della preziosa biodiversità agricola siciliana.

Una possibilità di crescita per l’economia regionale che si coniuga con i riconosciuti benefici sulla salute umana derivanti dalle proprietà antiossidanti dei tre prodotti in esame, componenti fondamentali della Dieta Mediterranea. La ricerca si propone un’analisi delle loro caratteristiche nutraceutiche attraverso comprovate metodologie sperimentali.

Il completamento dei protocolli dello studio consiste nella cosiddetta analisi fitopatologica delle cultivar osservate, al fine di evidenziare alcune malattie dovute a virus, batteri, funghi o insetti, che possono compromettere la conservazione e la riproduzione di tali importanti colture.

L’obiettivo ultimo è perfezionare un modello analitico, per poi renderlo replicabile su altre colture, una sorta di best practice scientifica che salvaguardi le peculiarità agrarie del territorio siciliano, rilevandone le peculiarità nutraceutiche e salutistiche

A conclusione del progetto saranno resi noti i risultati scientifici acquisiti.

redazione

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