Quando entriamo nell’ambito dei prestiti personali è d’obbligo fare una distinzione tra i prestiti personali finalizzati e quelli non finalizzati. Pur essendo entrambi destinati a persone fisiche (non sono cioè prestiti aziendali) presentano una differenza sostanziale.

I prestiti personali finalizzati sono caratterizzati dal fatto che sono concessi per una finalità esplicitamente contemplata nel contratto di finanziamento. Gli esempi classici sono quelli dei finanziamenti auto e dei finanziamenti per gli elettrodomestici di un certo valore: in questi casi i venditori (per esempio la concessionaria auto o un negozio) fungono da intermediari tra il cliente e una banca (o una finanziaria).

Nel caso di un prestito personale non finalizzato, invece, il richiedente non è tenuto a fornire spiegazioni sul perché sta richiedendo un finanziamento; egli potrà disporre della somma ricevuta nel modo che preferisce.

Se nulla osta alla concessione del prestito, il richiedente si vedrà accreditata la somma sul proprio conto corrente; la restituzione di quanto ottenuto, gravato da una certa quota di interessi e altre spese, avverrà con rate mensili tramite addebito sul conto.

Esistono varie forme di prestiti personali, scopriamo quindi quelle principali.

Prestiti personali non finalizzati: quali sono le principali proposte?

I prestiti personali, finalizzati o no che siano, possono essere richiesti da varie categorie di persone che presentano determinati requisiti (in primis la maggiore età e la residenza italiana): lavoratori dipendenti sia privati che pubblici, pensionati, studenti universitari, liberi professionisti, lavoratori autonomi e via discorrendo.

Esistono sia prestiti personali non finalizzati “generici” (ovvero richiedibili da tutti, sia finanziamenti dedicati a specifiche categorie; è per esempio il caso della cessione del quinto sullo stipendio (richiedibile soltanto dai lavoratori dipendenti pubblici e privati), della cessione del quinto sulla pensione (dedicato ai soli titolari di pensione) e il prestito delega, noto anche come doppia cessione del quinto e previsto soltanto per i lavoratori dipendenti.

Altro esempio di finanziamento personale non finalizzato è il prestito consolidamento, pensato per coloro che hanno in corso più finanziamenti e che intendono estinguerli accendendo un nuovo e singolo prestito in modo da razionalizzare le uscite (un’unica rata mensile).

Un caso particolare è l’anticipo TFS (Trattamento di Fine Servizio), prestito personale dedicato ai dipendenti statali e pubblici che sono arrivati al traguardo pensionistico e hanno maturato il diritto alla liquidazione maturata. L’anticipo TFS permette di evitare attese che nel caso di questi lavoratori possono essere piuttosto lunghe, per esempio 24 o 36 mesi a seconda dei casi.

Prestiti personali non finalizzati: importi e durata

Per quanto riguarda gli importi richiedibili, esiste una grande varietà a seconda del tipo di prestito e a seconda della singola banca. In linea generale, si parte da cifre non particolarmente elevate, per esempio 3-4.000 euro sino ad arrivare ai 75.000 euro, ma non mancano casi di banche che concedono prestiti di entità maggiore.

Esiste una grande variabilità anche per quanto concerne la durata del finanziamento; di norma si va dai 12 mesi ai 10 anni, ma ogni proposta fa storia a sé.

Perché richiedere un prestito personale?

Le motivazioni alla base della richiesta di un prestito personale sono essenzialmente due: la volontà di voler affrontare un periodo non facile da un punto di vista finanziario (per esempio a causa di una spesa ingente imprevista) o la quella di realizzare alcuni progetti personali senza intaccare la propria scorta di liquidità.