Novembre è un mese in cui i colori accesi dell’estate, si attenuano e giocano tra luci e ombre quasi a significare per la natura, un iniziale lento movimento durante lo scorrere del tempo e, poi riprendere velocemente la corsa che conduce all’inverno e al nuovo avvento.
Tuttavia, la natura nel Parco delle Madonie, offre uno spettacolo in cui i colori autunnali, variamente combinati tra i loro si intrecciano e,
quasi fosse un dipinto su tela, ne mostrano le sfumature e in rapida successione anche le suggestioni che attraversano il cuore e la mente di
ognuno.


Così spiega il Commissario Caltagirone, la cittadina di Castelbuono,
nell’incantevole Chiostro della Chiesa di San Francesco, sabato 11
novembre ha fatto da “parterre” ai numerosi visitatori accorsi per
vedere la “Tela di Comunità” SONO MADONIE realizzata nell’ambito del
progetto “Madonie Cultura Accessibile”, sotto la guida artistica del
maestro palermitano Igor Scalisi Palminteri. “Si tratta – dice il
Sindaco Cicero – di un’opera di pittura collettiva, lunga ben 22
metri, realizzata da oltre 100 abitanti delle Madonie che hanno dipinto
la bellezza materiale e immateriale degli undici borghi madoniti
coinvolti. La tela è per me un esempio di integrazione culturale
-conclude Cicero – utile alla crescita e allo sviluppo delle comunità
locali in modo sostenibile, in cui le diverse culture coesistono
pacificamente e si arricchiscono a vicenda, promuovendo la diversità e
la tolleranza. E per tale motivo, sarà esposta nelle diverse aule
consiliari dei Comuni.
Nell’ottica di una transizione ecologica – dice Caltagirone -l’opera
Tela di Comunità “ Sono Madonie”, oltre ad essere un viaggio artistico
nel cuore delle Madonie, ha rappresentato un metodo per risolvere e
superare in modo sostenibile il divario intergenerazionale e sociale
tale da annullare la differenza di idee, di approccio culturale e di
disagio tra giovani, anziani e persone i cui bisogni “speciali”, sono
stati resi espressivi attraverso la pittura.
Per questo, siamo convinti che le aree interne, possano beneficiare,
sotto l’aspetto turistico di eventi di natura diversa, messi poi in
correlazione con altri elementi fondamentali, quali i monumenti e gli
edifici storici, il paesaggio e la natura.
Non a caso, sempre nello stesso “sabato di autunno”, ho avuto il piacere
di partecipare unitamente ai Sindaci, ad altri due eventi che si sono
svolti nel Parco delle Madonie. Iniziative gastronomiche legate ai
“sapori” delle Madonie. La prima, chiamata DE.CO, tenutasi presso l’ex
monastero di Santa Venera a Castelbuono, durante il quale, si è avuta la
presentazione di nuove quattro “Denominazioni Comunali”. L’attività è
stata organizzata dal Dipartimento Progetti Partecipativi del Museo
Civico e dall’associazione culturale PromoMadonie. Per l’occasione, sono
stati preparati ed offerti piatti tipici locali, come le polpette
d’uovo, il Risu n’taanu e i Pizzichintì. Sarà durante la cerimonia del
Corso di Perfezionamento Post Lauream “Tutela Giuridica e Promozione
della Qualità e Sostenibilità dei Prodotti Agroalimentari e dei
Territori” sottoscritto, tra l’altro, con l’Università degli Studi di
Palermo ed il Consorzio Universitario della Provincia di Palermo, che
saranno presentate le proposte di disciplinari di produzione delle
DE.CO. del Comune di Castelbuono.
L’altro evento, denominato la IX Sagra dei sapori d’autunno, è stato
promosso dalla Proloco e Consulta giovanile di Isnello ed ha riguardato
momenti di degustazioni presso stand appositamente allestiti con
prodotti tipici, spettacoli musicali e giochi per bambini. Un mix di
tradizioni enogastronomiche locali, con un unico obiettivo: la
valorizzazione del territorio, in un contesto naturale, anche di
habitat di verdure spontanee, presi a base di ricette antiche. Il loro
recupero, conclude Caltagirone – illustrato durante Convegni su
conoscenza e divulgazione scientifica, è tramandato ai giovani per
costituire, nonostante il cosiddetto boom economico e l’era del
consumismo globale, l’evoluzione di uno sviluppo economico che è
ponderato sull’analisi d’intraprendere una ricerca etnobotanica sulle
verdure selvatiche che il territorio offre, per la scoperta delle
implicazioni sociali, folcloristiche e agronomiche connesse con l’uso
delle verdure.