«Non c’è più tempo. Scendiamo in campo per salvare l’ospedale delle Madonie». È il grido degli abitanti dei 9 Comuni del Distretto Sanitario 35, che hanno deciso di scendere in piazza sabato 11 novembre per impedire la chiusura dell’ospedale Madonna Dell’Alto.
Il corteo partirà alle 9:30 dai Campetti di Santa Lucia di Petralia Sottana e raggiungerà lo spiazzale della struttura sanitaria. La manifestazione è organizzata dal Movimento civico “Pediatria a Petralia”, le Consulte giovanili madonite, il Comitato cittadino Petralia Sottana e l’Unione dei Comuni con tutti i suoi sindaci e amministratori, consigli comunali e consiglieri.
L’ospedale delle Madonie versa da tempo in condizioni di emergenza: negli ultimi anni sono stati smantellati il punto nascita, il reparto di ortopedia e cardiologia; dal 2021 manca pure il reparto di pediatria, da quando l’ultimo medico attivo è andato in pensione.
Oggi, il corretto funzionamento del presidio sanitario è messo in crisi dalla mancanza di almeno 60 unità tra medici e personale sanitario. A rischiare la chiusura ci sono i reparti di Medicina e Chirurgia, dal momento che uno dei dottori passerà alla medicina di base già alla fine di quest’anno.
«Chiudere Medicina e Chirurgia significa sancire la morte dell’ospedale – spiegano gli organizzatori -. A quel punto, tutti noi madoniti bisognosi di cure mediche saremmo costretti a dover percorrere ben 70 kilometri per raggiungere l’ospedale di Termini Imerese, il più vicino all’area. Pensate cosa voglia dire essere un padre e ritrovarsi nel pieno della notte con il proprio bambino che sta male; recarsi a Sottana e sentirsi dire che non possono far nulla perché il pediatra non c’è. A quel punto, iniziare una folle corsa prima verso Termini (ma anche qui, manca il medico), e poi fino all’ospedale dei Bambini di Palermo. È quello che è successo a una famiglia di Gangi, non è accettabile. Vogliamo che ci venga garantito il diritto alla salute nel luogo in cui siamo nati e stiamo costruendo il nostro futuro».
I vertici dell’Asp sostengono che la mancanza di personale sia figlia del fatto che i medici non vogliono recarsi a prestare servizio nelle Madonie e, a detta loro, ne sarebbe dimostrazione l’assenza di un numero adeguato di concorrenti per i bandi pubblici.
«In realtà – continuano gli organizzatori – guardando proprio a questi bandi, appare evidente come le condizioni lavorative offerte non siano sufficientemente attrattive, dimostrando che il problema è a monte.
Per di più, secondo un progetto trapelato dall’Assessorato regionale della Salute, l’ospedale di Petralia Sottana rischia di essere accorpato a nosocomi più grandi, cosa che renderebbe la gestione ancora più complessa e lacunosa».
Per questo i comitati, le consulte giovanili e i rappresentanti delle istituzioni locali lanciano l’appello a una manifestazione pubblica.
«Invitiamo tutti a unirsi a noi e scendere in piazza il prossimo 11 novembre. Non possiamo rimanere a guardare mentre ci viene negato il diritto alla salute. Vi invitiamo a seguire le nostre pagine social “Salviamo l’ospedale delle Madonie” per restare aggiornati».
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