Nei giorni scorsi presso la casa per ferie della carmelitane di Focene (Fiumicino Roma) si è svolto un incontro dei giovani cappellani ospedalieri :l’incontro è stato accompagnato da don Massimo Angelelli direttore dell’ufficio nazionale per la pastorale della salute. Il tema dell’incontro era “venite in disparte e riposatevi un po’ “.

I giovani presbiteri, proveniente da tutta Italia si sono altresì rinfrancati, ricaricati è rimotivati in un clima sinodale.Essi hanno assunto la consapevolezza che non sono parte di un clero raccogliticcio. In uno stile di vera fraternità non è mancato è il dialogo mettendo le esperienze personali a confronto.

Tante le storie toccanti che questi giovani presbiteri si sono raccontati, da queste esperienze è cresciuta sempre più la consapevolezza che i cappellani ospedalieri sono tutt’altro che un clero e raccogliticcio, ma che piuttosto rappresentano la bellezza della “pastorale dello stare”.

Ogni giorno guardano in faccia sia il dolore che la sofferenza e si ritrovano pur con la loro presenza testimoniante e silente a essere dono prezioso per l’ammalato, per le per le famiglie e per il personale della struttura sanitaria.

Il direttore don Massimo ha raccontato le difficoltà che incontra l’ufficio nazionale che tra gli uffici CEI risulta essere tra i piu giovani. A questi giovani confratelli ha presentato inoltre anche le belle prospettive e i bei progetti che si possono realizzare creando una bella rete nazionale e mettendo a disposizione ognuno il proprio carisma.

Tra i progetti quello di ripensare la pastorale della salute negli ambiti della catechesi e della liturgia è aumentare le competenze dei cappellani, affinché essi non siano avulsi dal mondo ospedaliero che vivono non ne facciano parte integrante.

L’augurio è che a questi incontri si possa partecipare sempre più numerosi, perché facendo rete e grazie alla preziosa esperienza di don Massimo e alla giovane età grinta e voglia di fare dei giovani cappellani si possa dare sempre più un volto nuovo è una freschezza nuova alla pastorale della salute, affinché essa diventi faro nel mare della sofferenza e a chi si ritrova nella barca della malattia venga annunciata la bellezza della vita sempre e comunque punto e ora alziamoci e ripartiamo per testimoniare ancora la bellezza e la necessità di essere custodi dell’umanità.