Il villaggio gastronomico, pescaturismo e una cena stellata. A Cefalù, in provincia di Palermo, dal 20 al 22 ottobre torna la kermesse “Eat Capone”, organizzata dall’agenzia di stampa e comunicazione Migi Press. Scenario principale dell’evento sarà la via Mandralisca. Qui, sei ristoranti coinvolti nell’iniziativa (Badia, Il Carretto, La Galleria, Mandralisca 16, Naka Restaurant e Tinchitè), prepareranno un piatto ciascuno con il capone come ingrediente protagonista. Il capone, conosciuto anche come lampuga, presente nel Mediterraneo e dalla forma e colore inconfondibili, è un pesce molto buono e ricco di sostanze nutritive utili all’organismo. Le sue carni sono molto magre e digeribili e contiene molte proteine e Omega-3, vitamine soprattutto del gruppo B e sali minerali come sodio e fosforo. Un pesce che ha pochissimi grassi saturi (e quindi è adatto anche a chi segue una dieta) e quantità minima di colesterolo. Oltre ad essere molto versatile in cucina. In Sicilia “la morte sua” è fritto, ma viene anche preparato marinato, sott’olio, al forno, al vapore oppure arrosto.

A Cefalù, gli chef dei ristoranti che hanno aderito all’iniziativa prepareranno nuove e intriganti versioni da proporre al pubblico del villaggio che sarà inaugurato sabato 21 ottobre alle 11 e proseguirà fino a domenica sera alle 23. Obiettivo dell’iniziativa è certamente quello di valorizzare questo particolare tipo di pesce che viene catturato solo in questo tratto di costa. Oltre che puntare i fari proprio sui pescatori di capone. Perché la pesca del capone non è facile per nulla. E la tecnica di pesca è anche finita nel mirino dell’Unesco che potrebbe assegnargli il titolo di patrimonio dell’umanità per la sua lunga e difficile tradizione ormai in via di estinzione. Il capone è un pesce che tende a fare resistenza e che fa grandi salti fuori dall’acqua per evitare di essere catturato. Ma i pescatori, soprattutto quelli di Cefalù che portano avanti questa tradizione, utilizzano un metodo antichissimo, tramandato da decenni di padre in figlio. Escono al largo con i loro pescherecci e piazzano gruppi di rami di palma o abeti legati tra loro per creare delle zone di ombra. I caponi, così, attratti dall’ombra, si radunano proprio lì dove poi vengono catturati con reti da circuizione o passando vicino con l’artificiale da traina.

Il progetto “Eat capone” è stato ideato nel 2019 dai ristoranti “La Galleria” e “Il Carretto” di Cefalù. Sarà possibile effettuare delle battute di pesca insieme ai pescatori di Cefalù con due uscite al giorno previste nei giorni di Eat Capone alle ore 9 e alle ore 15 con partenza dal porto di Presidiana. Pesce, ma anche cultura. Anche quest’anno, infatti, sabato e domenica, alle ore 18, sarà possibile visitare il borgo normanno con una guida esperta. L’attività è gratuita, ma occorre prenotarsi sul sito eatcapone.it. Nella tre giorni, prevista anche l’inaugurazione della ludoteca e biblioteca del mare dedicata ai bambini. Ogni giorno, a partire dalle ore 16, attività specifiche dedicate ai più piccoli presso Bastione & Costanza.

“Eat Capone si conferma un’iniziativa di altissimo valore – dice il sindaco di Cefalù Daniele Tumminello – Valorizza, infatti, un prodotto della nostra gastronomia, legato fortemente alla nostra cultura del mare. Il capone è da sempre un pesce molto apprezzato dai cefaludesi. E, grazie al virtuosismo degli chef, viene dimostrato come da piatto semplice e umile, può diventare un piatto gourmet. Inoltre, un evento che destagionalizza un po’ il turismo nella nostra cittadina”.

Eat Capone avrà una interessante preview giovedì 19 ottobre. Al ristorante La Galleria, infatti, si terrà una cena con lo chef una stella Michelin Paolo Barrale, originario di Cefalù e oggi al ristorante Aria di Napoli. Con lui, in cucina, altri 4 rinomati chef: Gioacchino Gaglio, Giuseppe Alfieri, Luca Cataldo e al maitre sommelier Angelo Daino. Tutte le informazioni per partecipare alle attività di pescaturismo, al villaggio gastronomico, o alla cena, si trovano sul sito eatcapone.it o sui social dell’evento.