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Inter-Milan 5-1: il derby della disfatta rossonera

Tutto si poteva pensare, tranne che finisse in questo modo. Il Milan di Pioli è riuscito nell’impresa di passare alla storia, ma entrando dalla porta sbagliata: nessun allenatore, in tanti anni, aveva mai perso ben 5 derby consecutivi. Ma ciò che preoccupa i tifosi è che questa non è una normale sconfitta, ma una vera e propria disfatta, che ha aperto (anzi, spalancato) più di una crepa nelle deboli certezze rossonere. Vediamo di approfondire il discorso.

Manita dell’Inter in faccia al Milan: un 5-1 senza storia

Partiamo dalla mera cronaca, ovvero dal tabellino del match, per certi versi impietoso. Alla fine dei 90 più recupero, infatti, il tabellone di San Siro recitava così: 5 gol dell’Inter e 1 del Milan, firmati da Mkhitaryan (doppietta), Thuram, Calhanoglu e Frattesi. Per i rossoneri in gol Leao, sull’unico tiro in porta effettuato dal portoghese (2 in totale per il Milan). Un epilogo esaltante per i nerazzurri, sconfortante per i cugini, che hanno dovuto incassare una manita destinata a rimanere scolpita nella storia della stracittadina.

Come detto, c’erano già delle avvisaglie, ma non così clamorose. I pronostici calcio giornata per giornata davano infatti favorita l’Inter, in quanto obiettivamente la squadra più forte del campionato, con una difesa finora da record e un attacco in formissima. Però nessuno (Pioli in primis) si sarebbe aspettato un risultato così clamoroso: perché ci sta perdere, ma non in questo modo. Per la cronaca, il Milan ha lasciato per strada gli ultimi 5 derby segnando un solo gol e incassandone 12. Una media da squadra che lotta per non retrocedere.

Dalle colpe di Stefano Pioli ai meriti di Simone Inzaghi

Stando agli esperti e ai tifosi, il principale colpevole di questa batosta è l’allenatore rossonero. Stefano Pioli, che si era fatto notare in questo avvio di campionato per le sue intuizioni brillanti, non ha saputo decifrare (per l’ennesima volta) le strategie di Simone Inzaghi, che pure non risultano così complesse: arroccati dietro e pronti a ripartire, consapevoli della svagatezza difensiva del Milan. Accade così di assistere ad alcune mosse sinceramente impensabili, come Calabria regista della manovra e il duo difensivo costretto ad affrontare Thuram e Lautaro lanciati in campo aperto.

Là dove finiscono i demeriti di Pioli, però, iniziano i meriti di Inzaghi. Il buon Simone ha saputo mantenere intatta l’anima dell’Inter, al netto dei tanti cambiamenti legati al mercato estivo. I nerazzurri hanno mantenuto la propria filosofia di gioco, e anzi sono addirittura migliorati in quella che può essere considerata la vera arma letale interista, ovvero le ripartenze. Usciti Dzeko e Lukaku, Inzaghi s’è ritrovato un Thuram nel motore davvero devastante. E ora i nerazzurri sono primi in classifica a punteggio pieno, con 12 punti in cassaforte e con un primo accenno di fuga in campionato.

Certo, siamo ancora agli inizi, ma il derby ha dato delle indicazioni a dir poco forti. Il Milan deve registrare parecchi aspetti, e farlo il prima possibile, perché la stagione sarà lunga, intensa e complicata. L’Inter, invece, se continuerà così in campionato farà il vuoto.

redazione

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