Cultura e spettacolo

Teatro Biondo di Palermo. I vincitori della seconda edizione di “Sicilia di scena”

La Commissione del progetto “Sicilia di scena”, designata da Pamela Villoresi, direttrice del Teatro Biondo di Palermo, e composta da Roberto Giambrone, Antonio Silvia e Ornella Vannetti, ha analizzato le oltre cento proposte giunte nei tempi previsti dall’avviso di selezione. Escluse le proposte che non rispettavano i requisiti di ammissibilità, la Commissione, tenendo conto di quanto previsto nell’avviso, in particolar modo dei caratteri di innovatività dei progetti – in relazione ai linguaggi utilizzati, alla compresenza di eterogenei elementi di drammaturgia scenica e alla originale elaborazione di significative tematiche legate alla contemporaneità – ha deciso di destinare il premio di produzione allo spettacolo Astolfo 13, testo di Giulio Musso, regia, musiche e live electronics di Federico Pipia, e di partecipare al sostegno di coproduzione e/o ospitalità delle seguenti proposte: L’arte della resistenza della compagnia Barbe à Papa Teatro, testo e regia di Claudio Zappalà; The Yalta Game della compagnia Saveria Project, testo di Stefano Moretti, regia Giulia Valenti e Stefano Moretti, video di Fabio Florio; Felicia di Stefania Ventura e Quinzio Quiescenti della compagnia Quintoequilibrio.

Inoltre, la Commissione ha ritenuto di particolare interesse il progetto Butchers di Gloria Dorliguzzo, una ricerca laboratoriale sulle connessioni tra danza e gesto quotidiano, che coinvolge artisti e maestranze del territorio, pertanto il Teatro Biondo, su proposta della stessa Commissione, si impegna a sostenerlo nelle diverse fasi di realizzazione.

Considerate la qualità e la professionalità di molte delle proposte giunte, il Teatro Biondo sta altresì valutando la possibilità di selezionarne alcune per organizzare una rassegna di ospitalità, proponendo alle compagnie un supporto tecnico-logistico e il ricavato dell’incasso tolte le spese.


Sicilia di scena 2023-2024

Astolfo 13
testo Giulio Musso
musiche, regia, live electronics Federico Pipia
percussioni, fiati, zampogna, ghironda Michele Piccione
costumi Dora Argento
regia audio/luci Andrea Trona

Astolfo 13 è una rielaborazione in chiave contemporanea di alcuni episodi dell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto, proposti attraverso modalità narrative derivate dal cunto siciliano e dall’Opera dei pupi, e intrecciati con un racconto dei nostri giorni.
Personaggi di epoche diverse si sovrappongono in una narrazione stratificata, che utilizza musica (eseguita con strumenti acustici e digitali), recitazione, immagini video ed elaborazioni sonore. Il testo varia nella forma e nei generi, abbracciando metriche classiche e contemporanee, versi e prosa, e alterna diversi registri mettendo in dialogo le ottave ariostesche, l’italiano contemporaneo e il dialetto palermitano.

Barbe à Papa Teatro
L’arte della resistenza
testo e regia Claudio Zappalà
con Chiara Buzzone, Federica D’Amore, Totò Galati, Roberta Giordano
disegno luci e direzione tecnica Nathan Tagliavini

Tre attrici e un attore si preparano a mettere in scena il loro ultimo spettacolo, e nel farlo si interrogano sulla loro condizione di artisti, di lavoratori e lavoratrici, ma anche di uomini e donne che vivono un presente difficile. È la compagnia Barbe à Papa Teatro che mette in scena se stessa. L’indagine parte da una domanda che genera tutte le successive: “Si può fare teatro quando si è depressi?” La reazione, più che la risposta, a questa domanda, è uno spettacolo che racconta il disagio di una generazione, provata dalla crisi economica, sociale, politica e culturale. Tuttavia, nel raccontarsi col cuore in mano, denunciando il disincanto, le frustrazioni, la rabbia, i giovani attori dimostrano che è ancora possibile fare teatro, chiamando in causa il pubblico, in una partecipazione attiva e responsabile, che va oltre la fruizione dello spettacolo stesso.

Compagnia Quintoequilibrio
Felicia
di Stefania Ventura e Quinzio Quiescenti
con Stefania Ventura
trainer Quinzio Quiescenti
marionetta ibrida Giorgia Goldoni
luci Gabriele Gugliara
collaborazione alla drammaturgia Simona Gambaro
scene Quinzio Quiescenti

Felicia utilizza i linguaggi del teatro, della danza e delle marionette per raccontare una fiaba legata a questioni controverse e pressanti per la nostra società. Lo spettacolo affronta il tema dello straniero che arriva in una comunità suscitando diffidenza e pregiudizi.
In questa storia, gli animali del bosco si sentono “invasi” dall’arrivo della “strega” Felicia e quindi le dichiarano guerra. Ma il tasso si mostra più saggio e intraprendente degli altri animali e decide di far vista a Felicia. L’incontro e la conoscenza più approfondita faranno cadere i pregiudizi e rafforzeranno il senso di comunità.
Lo spettacolo, adatto tanto a un pubblico di adulti quanto ai bambini, affronta un tema di grande interesse con i linguaggi della fiaba, attraverso l’interazione tra un’attrice e una particolare marionetta manovrata a vista.

Saveria Project
The Yalta Game
di Brian Friel
traduzione di Stefano Moretti
regia e interpretazione Giulia Valenti e Stefano Moretti
scene di Aurelio Ciaperoni
contenuti video realizzati a Palermo da Fabio Florio

The Yalta Game è un testo breve scritto da Brian Friel nel 2001 a partire da un racconto di Anton Čechov, La signora col cagnolino. Anna e Dimitri, entrambi infelicemente sposati, si incontrano da soli in vacanza a Jalta. Si innamorano, si lasciano. Il vero tema del racconto non è però l’adulterio, ma il rapporto tra verità e finzione. Anna e Dimitri “giocano” a inventare le vite degli altri. Lo spettacolo aggiunge un ulteriore livello di gioco quando i due attori giocano a inventare i due personaggi, che a loro volta stanno inventando le proprie vite.
Per costruire questo ingegnoso gioco di scatole cinesi, il linguaggio teatrale incrocia quello cinematografico (con un video realizzato in esterni a Palermo) innescando un meccanismo metateatrale spiazzante, che ci costringe a interrogarci sul rapporto tra realtà e finzione, tanto nel teatro quanto nella vita.

Butchers
ideazione, regia e coreografia Gloria Dorliguzzo
dramaturg Lucia Amara
sound designer Manfredi Clemente
sculture sceniche Francesco Albano

Butchers nasce da una scoperta di un’etimologia: Hasapikos, danza popolare greca, che letteralmente significa danza dei macellai. Questa tradizione ha avuto origine a Costantinopoli all’interno della corporazione dei macellai Avarniti, un gruppo etnico di origine albanese. Butchers indaga questa etimologia riscoprendo i passi che creano la sequenza ritmica del taglio della carne, cercando di arrivare a quel nucleo comune dal quale danza-ritmo e macelleria originano una danza.
Sottraendo qualsiasi oggetto direttamente correlato al taglio della carne, il lavoro mira a concentrarsi sui corpi dei macellai, che portano i segni di una pratica, rendendoli esecutori-interpreti di questa danza.
Il progetto prevede una fase laboratoriale nella quale saranno conivolti alcuni macellai dei mercati popolari di Palermo e alcuni artisti palermitani (un compositore, una videomaker, una dramaturg) e una successiva elaborazione creativa finalizzata alla presentazione al pubblico di una performance in uno spazio non convenzionale.

redazione

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