Sabato 7 ottobre alle ore 12.00 in occasione della Giornata del Contemporaneo indetta da AMACI, il Museo Civico di Castelbuono presenta al pubblico l’acquisizione di trenta fotografie in bianco e nero che rendono omaggio a uno dei fotografi considerato dalla critica tra i più importanti della sua generazione.

Melo Minnella (Mussomeli, 1937) è oggi il decano dei fotografi siciliani che ha attraversato il Novecento con il suo sguardo nel mondo umano e culturale della Sicilia, ma che ha anche percorso in lungo e in largo continenti e civiltà.

«Coerentemente con gli intendimenti culturali che in questi anni recenti hanno caratterizzato l’implementazione della collezione permanente, la presenza delle opere di Melo Minnella rappresenta un ulteriore tassello nella costruzione di una identità mediterranea attraverso le arti contemporanee», commenta Laura Barreca, direttrice del Museo Civico di Castelbuono.

Il progetto espositivo si completa con un programma pubblico che prevede i laboratori educativi condotti da Stefania Cordone, responsabile del Dipartimento Educazione del Museo Civico (nelle date del 26 e 28 settembre, 4 e 6 ottobre) e un ciclo di incontri a cura di Maria Rosa Sossai, responsabile del Dipartimento Progetti Partecipativi, che si chiuderà sabato 28 ottobre alle ore 17 con la conferenza del fotografo Gianni Cusumano, dal titolo, Il fascino del collodio: una testimonianza di artigianato in fotografia


 

Il corpus di fotografie acquisite dal Museo e la mostra di Melo Minnella
Le trenta fotografie acquisite dall’archivio di Melo Minnella sono dedicate esclusivamente alla Sicilia e sono state suddivise secondo quattro tematiche che ricorrono spesso nella sua ricerca e che a volte s’intrecciano tra loro.  Nel primo tema, “Madonie e altri paesaggi”, il fotografo non ha soltanto documentato la trasformazione del paesaggio e le tradizioni contadine, ma ha spesso realizzato delle composizioni estetiche con elementi geometrici insiti nei contesti agricoli. Il secondo tema, “Processioni”, testimonia una minuziosa ricognizione fotografica delle feste religiose (che forse il contemporaneo interesse di Leonardo Sciascia, Ferdinando Scianna e dello stesso Minnella ha contribuito a rilanciare e a rinvigorire), nonché del folklore siciliano di cui l’autore è appassionato collezionista. Il terzo tema, “Emicranie”, è una ricerca che si sovrappone a volte con le processioni, con un’attenzione ai costumi utilizzati dalle confraternite, che si allarga con uno sguardo che abbraccia il mondo intero attraverso i primi piani di donne che con grande naturalezza trasportano sulla testa cesti di frutta, stoviglie o altro come se fossero degli strani copricapi. Infine, nella sezione “Astrazioni e immagini iconiche”, sono stati inseriti i ritratti di Sciascia e Guttuso, una celebre fotografia di una nuotatrice ripresa sott’acqua nel mare di Filicudi dove l’autore ha soggiornato a lungo ma anche, tra le altre, una serie dei pani realizzati per la festa di San Giuseppe a Salemi, resi in una trama astratta e contemporanea dal taglio dello scatto.  Tutte queste immagini sono caratterizzate da ciò che l’antropologo Antonino Buttitta definisce la capacità di Melo Minnella di cogliere l’elemento “magico” che si nasconde nei dettagli del quotidiano, quel legame invisibile che unisce uomo, natura e storia.