Alla presenza di alcuni familiari,un gruppo di cittadini e dell’amministrazione comunale è stata posta una lapide nei pressi del centro polivalente Assunta Rinaldi,in ricordo di Calogero Miserendino, medaglia d’oro al V. M.Aveva trent’anni Calogero Miserendino, quando, comandante di plotone della Divisione Trento11ª/62° con il grado di Tenente, riuscì a fermare, il 27 luglio 1942, un carro armato britannico Sherman – con un tiro del 47, a circa 50 metri di distanza da un pozzo riferito alle coordinate 291/873 – contenente, al suo interno, una cartina geografica cheriportava la posizione Quota 33 in cui si svolse la battaglia, insieme ad altri punti strategici attinenti alla conquista nemica e determinanti ai fini della salvezza.
Calogero Miserendino,ufficiale d’artiglieria, nativo di Petralia Sottana – provincia di Palermo – riuscì a bloccare, con un colpo di cannone, la controffensiva, frenandola drasticamente; nonostante avesse concluso la prima battaglia in posizione di vantaggio. Durante gli scontri rischiò di morire a seguito dell’esplosione di una granata che, tramite una scheggia, colpì la custodia della sua pistola, lasciandolo illeso. In quell’episodio aveva guidato, in veste di comandante, le truppe appartenenti al reggimento e al battaglione di fanteria della Divisione
Trento – quasi ai limiti di resistenza – che, insieme alla Divisione Trieste, era stata travolta dall’armata inglese del generale Auchinleck che intendeva sconfiggere Rommel -ribattezzato The Desert Fox, “la volpe del deserto” – usando la sua stessa tattica, seguendo
simili modalità nell’impiego delle unità e dei mezzi, trasformando la prima battaglia di El Alamein in una contesa tra i due generali che, alla fine, fallirono contemporaneamente.Le divisioni tedesche dovevano raggiungere la strada costiera per isolare quelle inglesi,ma si trovarono decentrate dalle recenti sconfitte, mentre i carri armati britannici affrontavano gli uomini di Rommel frontalmente, invece di sorprenderli da sud.
Ben 87 carri inglesi furono fermati contro i 21 dei loro nemici che inizialmente comprendevano 50 carri italiani e 42 panzer tedeschi, con carristi molto più esperti.
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