Le potenti fiamme della rassegnazione e i “Vangeli Canadair” in cerca di piloti
Iniziano a spegnersi i riflettori, seppure un po’ lentamente, sulla “nera” tragedia incendi. Si potrebbe, a tal proposito, asserire che: . Assai breve.
Per quasi un’intera giornata i nostri smartphone sono stati invasi da immagini e video. Ci mostravano nei dettagli, passo passo, le funeste conseguenze delle gesta dei diversi “Neroni” anonimi non dell’impero romano, ma della nostra bella e sempre più “povera” e “disperata” terra di Sicilia.
Non di quella lontanissima notte del 18 luglio del 64 aC, ma di quel martedì 25 luglio del 2023.
Il faro del dolore consente a tanti, di passare repentinamente dal ruolo di spettatori a quello di registi “di professione”. A testimoni narranti. È così, nel giro di una manciata di secondi, tutto viene postato e visualizzato. Con un polpastrello e un semplice click su un “inoltra” si attiva una sorta di “catena di Sant’Antonio informativa”. Con una sostanziale differenza: cancellata la promessa di possibili benefici da ricevere al termine dell’operazione.
Senza la conduzione di un elegante Alberto Matano o di una vispa Barbara D’urso, come per magia, tutti diventiamo conduttori e autori di una Vita in diretta o di un Pomeriggio cinque che ha come suo unico canale la Rete. In quel fugace copia e incolla c’è concessa una sola nota di creatività: la stesura delle possibili didascalie che illustrano le foto e i video. A seguire, qualche noticina a mo di commento che ha come” firma d’autore” una o più faccine, le irrinunciabili emoticon.
Nei nostri cuori e nelle nostre coscienze si aprono i link dell’emotività, della rabbia, del pietismo, della solidarietà, della denuncia, della protesta. Ma alla fine dello “spettacolo” a vincere su tutto è la rassegnazione. Senza rendercene conto è questo l’incendio le cui fiamme non siamo riusciti a spegnere dalla nostra cultura, dalla nostra fede, dal nostro modus vivendi e operandi. È questo l’incendio che falcia , a partire dalle loro radici, la speranza, la giustizia,la progettualità, il futuro. Il Vangelo. È questo l’incendio che brucia ogni processo educativo diretto alla custodia della casa comune, alla carità che si rifiuta di camuffarsi in sterile assistenzialismo e alla fede che rinnega fatalismo e idolatria.
Le potenti vampe della rassegnazione ci accerchiano, con le basse e le alte temperature, col fumo dell’ infantilismo esistenziale e dell’immobilismo pastorale.
I nostri occhi bruciano per queste nocive nubi di fumo nero, ma le sole lacrime” virtuali” dei propositi non potranno mai spegnerle. Occorre riflettere seriamente e sinodalmente sul modo con il quale abbiamo annunciato il Vangelo. Chiediamoci se alle nostre comunità cristiane siamo riusciti a donare L’Acqua Viva della Parola. Quella del Vangeli. Quei “Canadair” in cerca di piloti che li facciano volare…
don franco mogavero
L'inaugurazione del grande globo in ferro ideato e realizzato dal Masci di Cefalù avverrà nel…
"Stamattina avrei semplicemente voluto scrivere un messaggio di Buona Pasqua, per augurare a tutti di…
La Settimana Santa di Petralia Sottana raggiunge il momento più alto di partecipazione emotiva con…
Domenica 27 aprile alle ore 18.00, al Teatro Comunale Salvatore Cicero di Cefalù, andrà in…
E’ tradizione che nella notte del Sabato Santo si verifica a Petralia Sottana lo spettacolare…
Il Comando Generale della Guardia Costiera, attraverso il Centro di Controllo Nazionale Ambiente, ha promosso…