Raccontare il Festino non è facile, o meglio, se dovessimo solo descriverlo potremmo sciorinare come panni al sole tutte le cose che accadono in pochi giorni di grande effetto mediatico e folcloristico che non basterebbero le pagine per farlo, frutto del lavoro di tanti che operano nel mondo dello spettacolo e non solo. Maestranze, scenografi, attori, ingegneri, fonici, addetti alle luci…etc..ma soprattutto gente che pensa all impatto scenico del messaggio che ogni anno si vuole lanciare.

Quest’anno a picciridda, è stata trainata su una mezza luna con tutti i significati forti che la luna contiene, si è puntato al sogno e all’ idea di una santuzza vicina alla gente anche fisicamente. Sembra dai commenti del giorno dopo che tutto sia andato bene, frutto di una buona macchina organizzatrice. Ma se queste cose possono raccontarli tutti, quello che non sempre si può narrare è quella gioia immensa che prova il palermitano e non solo perché la santuzza si fa amare da tutti, per la sua delicatezza e forza al contempo, una picciridda moderna che rinuncia alle ricchezze per seguire una chiamata, un mistero che non si può spiegare se non come il miracolo che si fa intenzione, progetto, azione. Da palermitana acquisita , ormai non più residente in città ho sfidato le ore calde di un quattordici luglio rovente per potere qualche ora respirare l aria di una festa bellissima e il profumo di Rosalia che quel giorno inonda la città non facendo vedere le brutture che comunque si nascondono in una città impastata di sudore, zucchero e sale.

Santa Rosalia insegnaci a non buttare “pruvulazzo” e a guardare le cose per quelle che sono, aiutaci a sognare il nostro percorso con sogni e realtà, allontana la peste che può attanagliare la serenità delle nostre famiglie, sii luce e tempesta dell’anima svegliaci! SVEGLIA CHI DORME, i veri sogni si fanno ad occhi aperti! AMEN.