Attualità

Progetto C.L.I.M.A.: distretto agrumi di Sicilia

Il progetto C.L.I.M.A arriva nel messinese, a Pace del Mela, sede dello stabilimento della CARGILL PEC ITALY, una multinazionale tra le poche realtà imprenditoriali al mondo che produce pectina estratta da bucce fresche di agrumi, ampiamente utilizzata nelle industrie alimentari per produzione di marmellate grazie alla sua azione gelificante.

Si tratta della seconda visita programmata, nell’ambito del progetto promosso dal Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia, con la collaborazione dell’Alta Scuola di Formazione ARCES e con il supporto di The Coca-Cola Foundation, per fare conoscere un esempio di economia circolare tutto siciliano. “Abbiamo voluto far toccare con mano a ricercatori, produttori, stakeholders, rappresentati istituzionali una best practice– dichiara la presidente del Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia, Federica Argentati – e dimostrare come lavorando insieme i risultati arrivano, come certi percorsi virtuosi siano fattibili anche in Sicilia”.

Il nome scelto per il progetto C.L.I.M.A. è un acronimo: Cambiamento, Lungimiranza, Impatto, Mentalità e Ambiente. “Cinque parole connesse tra loro come connesse sono la ricerca scientifica e le realtà produttive siciliane”, prosegue la presidente Argentati, sottolineando la collaborazione anche dell‘università di Messina e il Distretto Filiera Carni che proprio che su questo passaggio -dagli agrumi all’alimentazione animale – hanno scommesso e già avviato un percorso che può adesso essere implementato su larga scala.

“E’ il quarto progetto avviato in collaborazione con il Distretto Agrumi, con il supporto di The Coca-Cola Foundation – commenta Giuseppe Rallo, responsabile Area Ricerca e Formazione ARCES – un progetto che parte dall’assunzione di una metodologia particolarmente significativa, utile a mio avviso, in quanto questo scambio di esperienze maturate dalle aziende sul campo, generano un effetto di contaminazione di percorsi e di processi, funzionale al miglioramento dell’intero sistema agrumicolo siciliano. Non conoscevo l’esistenza di questa realtà – aggiunge – e devo dire mi ha stupito perché c’è una potenzialità di circolarità economica, a partire dalle risorse reali del territorio, che è molto interessante”.

“Delle 170 mila tonnellate giornaliere di bucce di agrumi che arrivano dalle più grosse aziende siciliane di trasformazione, la società CARGILL produce giornalmente 4,5 tonnellate di pectina, destinando tutto il resto, circa 120 tonnellate di bucce de-pectinizzate e 10 tonnellate di melasso di agrumi, alle industrie di produzione di mangimi animali. “Possiamo arrivare a ricevere fino a 400 tonnellate al giorno – spiega Franco Simoncini, direttore dello stabilimento CARGILL PEC ITALY – ma il resto viene o stoccato o convertito in bucce secche da utilizzare successivamente sempre per la produzione di pectina”. “Il settore dell’alimentazione animale ha riconosciuto a questi prodotti un valore nutritivo – ha spiegato Vincenzo Chiofalo, Ordinario di Nutrizione e Alimentazione animale dell’Università degli Studi di Messina – Grazie alla collaborazione del Distretto Agrumi e del Distretto produttivo delle Carni stiamo lavorando sempre più per costruire una filiera organizzata. Questo è un passaggio importante nell’ottica delle sinergie: la ricerca applicata, l’innovazione tecnologica, il continuo aggiornamento anche sulle strumentazioni che cambiano, si mettono insieme per sostenere le aziende siciliane che producono carne e latte con tutti i loro derivati, per raggiungere gli obiettivi della sicurezza alimentare e della qualità della produzione”.

“Con la terza visita, invece approfondiremo le potenzialità dell’agrumicoltura biologica visitando, anche in questo caso, strutture siciliane all’avanguardia ed infine la quarta visita tecnica pensata nel progetto– anticipa la presidente Argentati – sarà in una delle aziende nelle quali sono stati installati sensori e stazioni meteorologiche per il rilevamento di parametri fisico-chimici che aiutano a controllare la quantità di acqua necessaria per le reali esigenze delle piante, riprendendo l’esperienza frutto delle due edizioni del progetto A.C.Q.U.A., sull’uso consapevole dell’acqua”. “Il progetto C.L.I.M.A. prevede anche la divulgazione nell’ambito della filiera di un vademecum sulle reali possibilità, costi ed attuali tecnologie applicabili, sulla desalinizzazione dell’acqua dei pozzi ad opera di esperti e cattedratici della materia – conclude – perché l’aumento della salinità dell’acqua utilizzata per l’irrigazione, è uno dei tanti effetti determinati dal cambiamento climatico in atto, diventato un grosso problema per gli agricoltori”.

redazione

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