L’Anp-Cia Sicilia si mobilità in sostegno del documento programmatico messo a punto dall’Associazione per il Governo e il Parlamento riguardante l’aumento delle pensioni minime e la restituzione del giusto valore a tutte le pensioni, la riforma di Opzione donna, la pensione di garanzia per i giovani e il rilancio delle aree interne.
Sono queste le macro-questioni al centro della nuova mobilitazione nazionale di Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani che in vista della prossima legge di Bilancio, ha iniziato una fitta road map di incontri e dibattiti con i parlamentari sul territorio.
“Una piattaforma di proposte e richieste – spiega il Presidente regionale di AnP-Cia Sicilia Rosario a Tona – che, lungo tre assi d’intervento, partono dalla necessità di avere pensioni dignitose, servizi sociosanitari efficienti, soprattutto nelle aree interne e rurali, per poi sottolineare l’urgenza di politiche di sostegno per un invecchiamento attivo, e in sostanza, per valorizzare il ruolo sociale dell’anziano nella società. Non basta la quattordicesima che arriverà a luglio, che è sempre una boccata di ossigeno contro inflazione e caro bollette – conclude La Tona – ma servono misure strutturali.”
PENSIONI DIGNITOSE – Centrale il tema delle pensioni minime, questione irrisolta nonostante lo sforzo, pur apprezzato da Anp-Cia, fatto con l’ultima legge di Bilancio. Vanno alzati gli assegni ad almeno 780 euro al mese e, comunque, a un importo non inferiore a quanto indicato dall’Europa riguardo la soglia di povertà e rispetto alle pensioni di cittadinanza. Oggi, i pensionati con un trattamento al minimo, più di 2 milioni e mezzo di persone, non sono nella condizione di soddisfare le esigenze basilari, mentre il perdurare della crisi energetica, l’aumento del costo della vita e l’inflazione, aggravano lo status quo.
PIÙ TUTELE PER DONNE E GIOVANI – Nel documento di Anp-Cia, il richiamo forte anche alla misura Opzione donna, perché venga totalmente riformata per renderla accessibile ed evitare la “punizione” di un calcolo interamente contributivo degli assegni, già magri, delle lavoratrici. Parallelamente, i giovani per i quali viene sollecitata una vera pensione di garanzia, con la previsione di una quota base minima, e la richiesta di ridurre il carico impositivo per gli under 40 che creano nuove imprese. Poi, manca ancora il riconoscimento dell’attività agricola come lavoro gravoso e usurante, attingendo ai benefici di legge connessi (Ape sociale) per anticipare la pensione e l’azzeramento dell’Imu sui terreni agricoli per tutti i pensionati ex agricoltori, non più iscritti alla previdenza.
AREE RURALI DA RILANCIARE – Il Pnrr non è una nuvola, sostiene Anp-Cia perché, se ben gestito e realizzato nei tempi previsti, può essere in grado di soddisfare le aspettative dei cittadini. In particolare, a cominciare dalle aree interne, intervenendo sul Sistema sanitario nazionale. Serve un piano sociosanitario con strutture ambulatoriali, case della salute di prossimità, potenziamento dell’assistenza domiciliare, servizi di telemedicina, reti sociali e di volontariato, effettivamente valorizzate. C’è un’Italia di serie B, con ben 3.834 comuni, il 48,5% del totale, lontani dai servizi essenziali, ospedali, ma anche scuole e ferrovie che diversamente garantirebbero la tenuta, evitando il rischio spopolamento, di tante comunità in collina e montagna. Bisogna lavorare per l’ammodernamento delle infrastrutture nelle aree interne e realizzare sportelli digitali della Pa.
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