Quella di Rosa Balistreri, è una storia di grande interesse sotto vari aspetti, per il profilo sociale, psicologico, antropologico,  culturale e musicale di una realtà siciliana in un determinato periodo storico, non è solo la storia di una cantante, cantautrice del Sud, ma di una donna che è riuscita da sola a raggiungere risultati là dove altri non avremmero mai scommesso un centesimo.

È uscito in libreria per la Giunti editore il libro sulla vita di Rosa Balistreri “la mia casa è un’isola” scritto da Stefania Aphel Barzini, cuoca e scrittrice, che attraverso una sapiente ricerca porta alla luce attraverso una  ricerca, nel suo racconto romanzato, tanti aspetti interessanti e non tutti noti della vita travagliata di Rosa Balistreri, tra le fonti più importanti il libro di Luca Torregrossa , figlio e nipote di Rosa “ l’amuri ca v’haiu” e i racconti degli amici artisti che la conobbero e circondarono in vita.

Rosa, nasce a Licata il giorno di primavera, una data che sembra portare bene agli artisti, il 21 aprile nasce in anno diverso anche Alda Merini, entrambe ebbero una vita con tanti colpi di scena.

Di Rosa in tanti hanno scritto , Ignazio Buttitta di lei scrisse: “Rosa è un personaggio favoloso, un dramma, un romanzo, un film senza autore”.

L’autrice del libro scrive in prefazione sin da subito che non tutti i fatti narrati sono veri, molti sono stati romanzati, le prime pagine raccontano di una Rosa bambina, figlia di una famiglia poverissima, la fame negli occhi di tutti loro e nei suoi il fuoco della “selvaggia indomabile”, tratto del carattere che la renderà sempre diversa dai suoi fratelli e dai suoi coetanei.

Scalza e con stracci addosso, diventa un fiore felice, tutte le volte che canta , cantare le procura gioia e compagnia e tutte le sue canzoni saranno un canto di rabbia per la sua casa nera e umida, casa che odia, li’ dove la porta sbatte sempre agitata dal vento nonostante il padre abbia provato a ripararla, come se la quiete in quella casa non potesse avere dimora.

Cresce nella miseria e con continue immagini di violenza di un padre incapace di amare e di procurare da mangiare ai figli.

Rosa non è remissiva come i fratelli, ogni cosa che fa è sempre contro vento, nonostante il suo carattere deciso è costretta a sposare un uomo che non ama, vivrà giorni e notti d’inferno, si perchè l’inferno esiste anche in terra se tutti i giorni vieni picchiata e subisci mortificazioni e umiliazioni, dopo un’aborto procurato, Rosa diventerà una madre senza cuore e finirà per uccidere l’uomo che aveva sposato, conoscerà il carcere e il dolore della vita in cella .

Una volta uscita cercherà di trovare una nuova strada, ma sarà tradita da un uomo che credeva l’amasse, e conoscerà per varie vicende ingarbugliate ancora una volta il carcere, poi a tradirla sarà un uomo di chiesa presso il quale lavorava come domestica, lo racconterà in una sua nota canzone.

Il carcere della seconda volta sarà più duro del primo, “lo odia quel muro immobile, freddo, è li’ ad accorciare la vista, limitare il suo mondo che ormai è fatto di geometrie immutabili, è li a schiacciarle la vita, in labirinti prevedibili, sempre identici  e privi di fantasia.

Con il tempo imparerà che li’ i sensi sono inutili, cancellati, che la vista è ostacolata da cancelli , porte, la voce soffocata , urla mentre canta , quell’urlo le farà sempre compagnia anche quando diventerà famosa , lo ricorderà tutte le volte che i maestri di musica le diranno che non deve urlare, ma dodulare la voce.

Anche l’olfatto li non si dovrebbe avere, gli unici odori che si sentono sono la puzza della fogna , il sudore della paura.Tra le compagne dopo le iniziali forme di resistenza la solidarietà farà da collante, perchè si sa il dolore allontana, ma molto spesso avvicina se ci si ritrova negli sguardi .

Rosa vivrà momenti  finalmente felici e altri faticosi e difficili, un legame fortissimo lo legherà sempre alla sua famiglia d’origine e alla figlia non voluta dopo il primo aborto, un rapporto complicato difficile, una spina sul fianco che Rosa non riuscirà mai a togliersi.

L’unico vero legame importante la figura della madre , una presenza discreta, ma nello stesso tempo indispensabile come uno scialle di lana nelle giornate fredde.

Quando Rosa perderà la mamma le cadranno quelle certezze che le avevano fatto compagnia, l’illusione di non essere mai sola.Affronterà da sola questa volta , ormai grande il mondo, conoscerà la fama , ma anche le critiche, le diranno che lei è Rivoluzione, che la sua voce è unica, ci crederà per un po’, cantando nelle piazze  e per la gente, racconterà che  lei vuole poter riscattare coloro che non ce l’hanno fatta, gli emarginati, i poveri delle miniere, le donne costrette a subire.

Rosa ha conosciuto gli eccessi, è stata vento e continua ad esserlo per tutti coloro che l’hanno amata e apprezzata.Rosa canta e cunta, ogni brano è poesia , storia di denuncia e ribellione.Musica e parole in un connubio perfetto hanno fatto di lei una regina della musica popolare, che è storia.