È stato un fiume in piena Pino Maniaci, giornalista e conduttore dell’emittente Telejato, ospite del primo appuntamento del festival “Balāt-Art” – Il quartiere delle balatekermesse organizzata da Himerazione nel quartiere delle Rocchecelle (piccole rocche). L’Himera talk show è stato curato da Alessandro Montemagno e Davide Parlato.

«Questo 31esimo anniversario è stato costellato di polemiche all’interno di quell’antimafia che ovviamente non fa il proprio dovere. Sono abituato a essere chiaro e a parlare con molta chiarezza. Dico con molta sincerità che sono rimasto un po’ scombussolato da quello che è stato vietare a un corteo di ricongiungersi con un corteo principale perché la manifestazione Falcone, a quanto pare, ha preso la piega di essere esclusività o esclusiva di qualcuno – ha sottolineato Maniaci – Ho visto una cosa ancora più grave all’interno della manifestazione e del convegno della mattina. Bravi quei ragazzi che gridano “fuori la mafia dallo Stato” e poi vedere pezzi dello Stato su quel palco mi è venuto il vomito. Non è possibile che poi qualcuno giustifichi con il fatto che sono istituzioni, perché sono proprio quelle istituzioni colluse, quelle istituzioni che hanno fatto saltare in aria Falcone e Borsellino. Allora c’è qualcosa che non va all’interno dell’antimafia e io credo che bisogna rifondarla e bisogna ripartire da capo. I ragazzi – ha aggiunto – sono molto attenti al problema. Devo dire anche grazie ai professori. Diceva il nostro Bufalino che sarà un esercito di insegnanti a sconfiggere la mafia, sarà la cultura alla fine. Io li vedo motivati. Qualcuno li prende per i fondelli dicendo che loro sono il futuro. Io dico, invece, che sono il presente. Sono coloro che possono dare uno scossone a uno Stato, a un governo, che parlano di lotta alla mafia ma ci fanno affari insieme. Partiamo dall’informazione per quanto riguarda Baiardo, Totò Rina e tutto il resto. Si chiude un’era con l’arresto di Matteo Messina Denaro – ha commentato – Credo che qualcuno più in alto ancora di Matteo Messina Denaro, parliamo di quel livello che lui l’ha chiamato la Palermo bene che adesso trema, io parlo di pezzi deviati dello Stato, di massoneria e di tanto altro che sono stati capaci di dire a Messina Denaro di consegnarsi perché ormai malato e togliersi fuori dai coglioni. Siamo ancora punto e a capo.

C’è qualcosa che l’informazione ha sottovalutato. Un mese dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro, quindi l’ultimo corleonese, a Corleone, nella città del capo dei capi, torna il figlio, Giuseppe Salvatore Rina, e ne chiede la residenza. È da dieci anni che è libero, da dieci anni che gira l’Italia libero, ma guarda caso un mese dopo l’arresto di Messina Denaro torna nella sua Corleone e ne chiede la residenza, è un messaggio chiaro per riorganizzare le fila. Adesso la domanda, invece, è un’altra: lo Stato, con tutte le sue derivazioni, perché fanno girare le palle sentire che abbiamo la Dia, la Dda, il “ddt”, tutte le commissioni nazionali e regionali, abbiamo tutto antimafia, il medico antimafia, il professore antimafia, e il pisciatoio antimafia, tutto antimafia; che faranno? qual è il problema? Forse c’è un problema nell’antimafia. Se vinciamo la lotta alla mafia abbiamo l’antimafia disoccupata e non ce lo possiamo permettere».

La manifestazione, patrocinata dal Comune di Termini Imerese e sponsorizzata, tra gli altri, da: Edison, Tekno Impianti, Francesco Marramaldo Fisioterapista, Cascino, Studio 88, Zit, Teknik srl, riprenderà sabato 24 giugno con “Grovigli e macerie” (testi e letture di Davide Parlato, musiche di Alessio Meschino, video di Alessandro Montemagno e coreografie di Simona Natale) e domenica 25 giugno con “Vite da sprecare” di Giovanni Calvaruso.

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