Il titolo di questa nota è veramente singolare. Ma tolgo subito ogni possibile almanaccare in merito: si tratta del ritorno del dibattito elettorale tra diversi schieramenti dopo un periodo di indolenza dei miei amati conterranei verso l’amministrazione del proprio Comune. Tanto che nella precedente tornata elettorale fu solo merito del sindaco uscente, allora come adesso, se una squadra di volenterosi è stata disposta a coadiuvarlo nella prosecuzione del mandato fino ad oggi.

Il simbolo della colomba che spicca il volo dal nido (ovviamente senza la dicitura di contorno) era stato nel 1946 quello di una delle tre liste che parteciparono alla competizione elettorale, dalla quale proprio tale lista consegui il primato e quindi di ottenere il ruolo del sindaco, che in quella circostanza fu il professore Illuminato Lanza. Che ci piace ricordare perché fu il primo sindaco di Gratteri nell’Italia repubblicana. Un dato di fatto di grandissimo rilievo, dato che nel ventennio precedente il primo cittadino non veniva eletto dalla cittadinanza, ma nominato col titolo di Potestà a servizio della comunità nella logica del regime vigente.

Il professore Lanza non poté portare a termine il mandato, essendosi dovuto allontanare dal paese per raggiungere la sede della sua cattedra. Gli successero, uno dopo l’altro, due suoi compagni di lista, eletti dal Consiglio comunale secondo la regola del tempo, quando a tale organo era demandato il potere di eleggere il primo cittadino.

Ma questo venne dopo la campagna elettorale, che ebbe una partecipazione collettiva molto interessata all’evento, il quale era una novità in sé, e soprattutto segnava la rinascita della democrazia, con il di più del diritto di voto universalmente riconosciuto, a prescindere dal censo e dal genere (le donne erano ammesse per la prima volta) dei cittadini.

Il decadere nel tempo dell’entusiasmo di allora è corrisposto, tra l’altro, al decadimento del paese per numero di abitanti (oggi ben sotto il migliaio di unità), con scarsa possibilità di ripresa, stante la quasi scomparsa della popolazione giovanile; ma soprattutto del valore della democrazia nella mentalità corrente, sempre più disinteressata dell’amministrazione civica.

Un fenomeno, questo, non solo locale, ma di dimensione nazionale, che corrisponde alla crisi della democrazia nella sua forma sostanziale, in cui si estrinseca positivamente il ruolo della opposizione. Senza la quale essa può degenerare in forme di potere poco rispettose del bene della cittadinanza estranea all’area del potere. L’opposizione non va confusa – come purtroppo avviene di frequente – con la ostilità. Essa non ha nulla a che vedere con quest’ultima: in un sano regime democratico è, invece, il necessario polo dialettico per il raggiungimento dell’obiettivo del bene comune, e non solo di chi governa.

Ecco perché mi è parsa positiva la presentazione di due liste, con due candidati alla poltrona di sindaco, in competizione per la tornata elettorale ormai imminente a Gratteri.  Ove la colomba che spicca il volo dal nido, associata allo schieramento prevalente, fu l’immagine della ritrovata libertà di pensiero e di azione nella vita pubblica. Onde l’auspicio del suo ritorno.

Nel nostro caso, poi, tale speranza discende dalla personalità dei contendenti. I quali vengono dati come competenti di alto grado – e ce ne sono le prove – dei procedimenti legati alla civica amministrazione. Ma nel mio ordine di idee essi valgono molto perché non sono dei proconsoli investiti di compiti rispondenti a interessi estranei, ma gratteresi (l’uno per natura e l’altro per adozione naturalizzante) che mettono in gioco la propria persona nell’interesse del bene comune dell’intera cittadinanza.

Anche per loro vale il ritorno della colomba, simbolo nella Bibbia, della fine del diluvio, che nel nostro caso non c’è stato – è vero – , ma che potrebbe rivelarsi tale se continuasse l’indolenza della cittadinanza riguardo alla gestione della casa comune.

GIUSEPPE TERREGINO