Un momento per fare memoria ma soprattutto per ricordare il valore di una legge diventata la madre della legislazione antimafia, cresciuta nonostante gli attacchi ripetuti che continuano ancora oggi. Sarà, infatti, importante, ritrovarsi venerdì 28 aprile nell’aula magna “Margherita De Simone” del Dipartimento di Architettura UNIPA, in occasione del 41° anniversario dell’uccisione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo. Un’opportunità per fare memoria anche grazie alla partecipazione degli studenti che prendono parte al “Progetto Educativo Antimafia” che il Centro “Pio La Torre” porta avanti da 17 anni e che coinvolge centinaia di studenti da tutta Italia.
«Una legge, quella che porta la firma di Pio la Torre, senza la quale non si sarebbe potuto fare il maxiprocesso – afferma Vito Lo Monaco, presidente emerito del Centro Studi “Pio La Torre” – così come se non ci fosse stato quel gruppo di coraggiosi magistrati la legge chissà che fine avrebbe fatto. I delitti di Piersanti Mattarella, Pio La Torre e Rosario Di Salvo dimostrano quello su cui Pio lavorava e cioè i rapporti tra mafia e politica. Liberalizzare gli appalti con i sub appalti, per esempio, accresce il tetto per l’affidamento diretto, un modo per aprire le porte e stendere il tappeto rosso alla mafia. Il Pnrr è minacciato pure sotto questo punto di vista. Ecco anche su cosa si costruisce il nostro progetto educativo che solo l’anno scorso ha coinvolto 600 scuole. Un progetto che possiamo considerare unico perché utilizza lo strumento della videoconferenza connettendo le scuole su scala nazionale”.
Unico, però, il progetto educativo antimafia del Centro Studi “Pio La Torre” lo è per composizione degli esperti il cui contributo consente di affrontare i temi via via proposti attraverso un approccio multidisciplinare difficile da eguagliare. Fondamentale sarà, quindi, la partecipazione attiva degli studenti all’iniziativa del 28 aprile
«Un anniversario che sottolinea il valore della memoria – aggiunge Loredana Introini, presidente del Centro “Studi Pio La Torre” -. Una memoria che, nel passaggio generazionale per noi fondamentale, va utilizzata come strumento di cambiamento per assicurare ai giovani un futuro senza la mafia. Quegli strumenti che abbiamo avuto noi per conoscere e affrontare determinati fenomeni li consegnano a loro affinché abbiamo la possibilità di muoversi agilmente nell’attuale situazione storica e politica. Una riflessione che serve anche ad acquisire competenze che li aiutino a fare diventare viva una memoria che diversamente rimarrebbe sterile».
I lavori della giornata si apriranno alle 9.30 con la lettura del messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Seguiranno numerosi interventi di familiari e rappresentanti politici e istituzionale, ma soprattutto ci saranno gli studenti del “Progetto Educativo Antimafia” che relazioneranno il loro percorso, partecipando anche con contributi video, realizzando quel passaggio generazionale necessario a porre le basi per combattere concretamente la criminalità mafiosa.