Il 25 Aprile è un appuntamento molto importante per la nostra storia comune.
Si ricordano fatti storici fondamentali e imprescindibili per la costituzione della Repubblica democratica.
Il 25 Aprile è la festa di liberazione dell’Italia dal fascismo e dalla occupazione nazista. Dopo l’Armistizio dell’8 Settembre del 1943, infatti, per iniziativa di volontari antifascisti e militari del dissolto esercito regio, si costituirono le formazioni partigiane che praticarono la Resistenza armata contro l’occupazione nazista e i sostenitori del regime fascista. E per queste ragioni la lotta di Resistenza è stata, al contempo, una guerra di liberazione contro gli occupanti e una guerra civile. Una azione audace di lotta, coordinata dai comitati di liberazione nazionale formati da appartenenti ai vari partiti, intanto ricostituiti.
Anche Isnello diede il suo contributo alla lotta di liberazione. Ricordiamo anche oggi Giovanni Ortoleva, Jacon, trucidato a Salussola, nel Biellese, sul finire della guerra.
Ricordare la lotta di Resistenza ai regimi totalitari, rappresenta, dunque, per ciascun italiano un dovere, che prescinde dalle proprie convinzioni politiche. E ricordare il sacrificio di chi è morto per la Libertà è una responsabilità che ci riguarda tutti. Mettere in discussione, ancora oggi, tutto questo significa ignorare i fatti storici o peggio, non riuscire a maturare un ragionamento coerente con valori democratici.
Con Delibera di Giunta Municipale n. 41 del 22 Aprile 2022, l’Amministrazione Comunale di Isnello ha approvato la intitolazione di questa strada del nostro comune “Via della Resistenza”. Perché non si disperda la Memoria e per fissare in modo chiaro il significato che la lotta di Resistenza ha avuto nel generare quel sistema di principi democratici e antifascisti scolpiti nella Costituzione repubblicana.
Ma il ricordo non basta. Per onorare quei fatti, al ricordo deve necessariamente seguire l’impegno civico, la partecipazione democratica alla vita di una Comunità. E oggi più che mai, l’impegno deve significare resistenza alla indifferenza diffusa e a quel senso di rassegnazione che sembra pervadere tutti noi, soprattutto i più giovani, che stanchi e disillusi, appaiono riluttanti ad intraprendere i necessari processi di cambiamento che, invece, li devono coinvolgere e riguardare.
Resistenza oggi significa ricercare il modo migliore di coinvolgere le nuove generazioni alla vita politica di una Comunità. Significa liberare il sistema politico dalle mere logiche di potere, oggi dominanti, e riorganizzare i partiti politici come veri luoghi di condivisione e di studio, nei quali ciascuno può alimentare le proprie passioni, esporre i propri ragionamenti, nell’interesse della Collettività. Significa liberare i partiti politici da quel sistema di regole che li rendono impenetrabili e paragonabili a lobby di potere, distanti dalla gente e delle vere questioni sociali.
Resistenza significa intendere la politica come partecipazione sana al progresso civile e non invece un serbatoio nel quale scaricare le proprie frustrazioni o peggio i propri rancori, alimentando, così, soltanto divisioni e pregiudizi. Significa impegnarsi, sporcarsi le mani ogni giorno e non, invece, vivere la vita pubblica collocandosi nella posizione comoda di chi non si assume alcuna responsabilità, tentando di dimostrasi “scomodo”, per il mero desiderio di farsi notare in qualche modo.
Resistenza significa pretendere una nuova legge elettorale seria, che restituisca ai cittadini il potere di scegliere direttamente i propri rappresentanti.
Resistenza significa pretendere di vivere in modo dignitoso i nostri territori. Impegnarsi seriamente per risolvere le annose questioni della viabilità intercomunale e degli animali selvatici.
Resistenza, oggi, significa affermare, ancora di più, il diritto alla salute, che deve essere pubblico e garantito per tutti. Significa non accettare che si possa morire per i ritardi dei soccorsi o perché mancano i medici nelle ambulanze. Significa pretendere che anche nelle aree interne, semmai, ci siano servizi e strutture ospedaliere d’avanguardia al servizio dei cittadini; significa investire le necessarie risorse pubbliche affinché tutti i cittadini possano ricevere le migliori cure possibili e in qualunque regione d’Italia essi si trovino.
Resistenza significa pretendere una istruzione pubblica adeguata, di qualità, così che uno studente siciliano, italiano possa avere le stesse opportunità di uno studente finlandese o norvegese.
Resistenza significa riorganizzare un mercato del lavoro dignitoso, serio e rispettoso della persona. Significa lottare seriamente contro la pratica diffusa dei c.d. “contratti pirata”, del lavoro irregolare, ma significa anche creare i presupposti perché il lavoro regolare sia conveniente. Significa pretendere un sistema di welfare che funzioni seriamente e che abbia la finalità di ricollocare il disoccupato nel mondo lavorativo, senza discriminazioni e senza strumentalizzazioni di sorta. Ma significa anche alimentare una cultura del lavoro responsabile, disciplinato, che rifugga dalle logiche assistenzialistiche.
Resistenza significa anche utilizzare al meglio il grande piano di investimento europeo: il PNRR. Non possiamo permetterci di sprecare una simile opportunità. Occorre che la politica metta da parte le proprie posizioni ideologiche e si dedichi, con uno sforzo incessante, ad impiegare al meglio il piano europeo di rilancio. L’Italia è e rimane una Repubblica parlamentare. Che il Parlamento ritorni, dunque, ad essere il luogo democratico del confronto, del discernimento e delle decisioni, e non invece una arena nella quale scontrarsi per rivendicare un consenso effimero e vuoto. In Parlamento si discuta su come attuare il PNRR, e se del caso di come richiedere una opportuna riprogrammazione dello stesso su un periodo più adeguato. Questa oggi è la vera emergenza per il nostro Paese!
Resistenza significa intensificare gli sforzi perché si abbia una Europa Unita forte, autonoma, accogliente. Significa creare, finalmente, quello auspicato “spazio politico europeo che rifugga da ogni forma di asservimento politico” e che maturi una propria visione del mondo fondata sui valori della pace, della solidarietà e della prosperità.
Resistenza significa anche rimettere in discussione, e perché no, il ruolo di taluni organismi internazionali che hanno perduto quella funzione di garanzia e di difesa rispetto ad una concezione del mondo ormai superata, basata su due blocchi contrapposti. Oggi, infatti, il mondo è cambiato, e tali organismi piuttosto che garanzia di pace, appaiono strumenti per fomentare ed alimentare nuovi conflitti.
Resistenza, oggi, significa rivendicare tutto questo. Significa vivere il nostro tempo e attivarsi per tentare un cambiamento possibile, a beneficio di ciascuno di noi. Ma perché ciò accada occorre riscoprire il valore dell’impegno, significa avvertire “il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. Significa alimentare l’altruismo e la partecipazione collettiva. Significa respingere l’indifferenza.
Ricordare la Resistenza, dunque, significa essere sentinella a difesa della democrazia e dei nostri principi costituzionali. E noi oggi, qui, siamo tutti sentinelle della democrazia a difesa della Costituzione repubblicana!
Buona Liberazione a tutti!

Marcello Catanzaro
Sindaco Isnello