Venerdì 14 aprile 2023 alle 18 al Centro sociale di Isnello, in viale Impellitteri, verrà proiettato il docufilm “I semi del ‘92”, edito da Palumbo Editore e diretto dal giornalista Salvatore Cusimano che parteciperà all’incontro e al dibattito che ne seguirà.

Si tratta di un’iniziativa realizzata dall’Associazione politico-culturale “LiberaMente”, appena nata ad Isnello col desiderio di contribuire alla crescita sociale e culturale della comunità, stimolando il dibattito sui fatti che incidono sul territorio e sulla vita di chi lo vive, promuovendo le buone pratiche e la cittadinanza attiva, con la certezza che il silenzio è nemico dei diritti e della democrazia.

Per questo primo appuntamento pubblico, Salvatore Cusimano, giornalista di grande esperienza ed ex direttore della sede Rai di Palermo, presenterà il docufilm da lui diretto, “I semi del ‘92”, pubblicato meno di un anno fa.

A trent’anni di distanza dalle stragi, Cusimano ha voluto ripercorrere quella stagione, che rappresenta una delle pagine più buie del nostro Paese, con molte domande che non hanno ancora trovato risposta, anche per capire come è cambiata l’Italia, la Sicilia e Palermo grazie a quanti hanno raccolto il testimone della lotta alla mafia nel mondo dell’associazionismo, del volontariato, nelle periferie, nella chiesa e nelle scuole.

E le voci e i volti presenti nel docufilm sono tanti, dal giornalista Saverio Lodato ai magistrati Nino Di Matteo e Nicola Gratteri, dall’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando allo psicoterapeuta Girolamo Lo Verso, da Mariangela Di Ganci a Fratel Mauro Billetta, da Antonietta Fazio ad Antonella Di Bartolo, da Roberta Gatani agli studenti del Liceo linguistico Ninni Cassarà.

Per l’editore Giorgio Palumbo, questo docufilm nasce con la convinzione che “determinate ricorrenze che hanno segnato profondamente la vita e la storia del nostro Paese debbano diventare occasioni di comune riflessione e non semplici date da celebrare nel calendario.
Per far questo è necessario offrire strumenti che permettano soprattutto ai giovani di rileggere quegli avvenimenti, al di là del filtro di una retorica sedimentata, spesso accolta in modo del tutto acritico”.

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