Prosegue la progettazione relativa alla cosiddetta Pedemontana di Palermo, la tangenziale per collegare le autostrade A19 (Palermo-Catania) e A29 (Palermo-Mazara del Vallo). La Regione Siciliana – che punta alla realizzazione dell’infrastruttura viaria per razionalizzare il traffico extraurbano che attualmente transita interamente sulla circonvallazione del capoluogo – ha già affidato la progettazione all’Anas, stanziando 7,4 milioni di euro provenienti dal Piano di sviluppo e coesione.
Nella sede dell’assessorato alle Infrastrutture, l’assessore Alessandro Aricò ha presieduto una riunione per verificare lo stato di avanzamento dello studio. Presenti i vertici dell’Anas con il direttore regionale, Raffaele Celia, l’assessore comunale ai Lavori pubblici di Palermo, Totò Orlando, e il gruppo di progettazione incaricato da Anas guidato da Tito Berti Hulli di Sintagma.Nel corso dell’incontro sono stati illustrati i metodi che hanno consentito di verificare i flussi di traffico che ogni giorno percorrono quel tratto stradale (dall’ospedale Cervello, nella zona Nord, e in prossimità di via Giafar, in quella Sud) in modo tale da poter tarare il progetto con una previsione il più vicina possibile alla realtà. Per la prima volta in Sicilia per la progettazione sono stati utilizzati i “big data” provenienti da radar per il traffico veicolare e dal tracciamento delle celle telefoniche per monitorare gli spostamenti. Dal monitoraggio effettuato nello scorso febbraio è stato appurato che, nell’area metropolitana di Palermo, ogni giorno in media si effettuano dai due ai tre milioni di spostamenti.Presentate anche tutte le ipotesi allo studio, con i relativi svincoli, che tengono conto dell’orografia dei terreni e dell’urbanizzazione delle aree interessate, per limitare gli impatti sociali dell’opera: i tre quarti dei circa 20 chilometri del tracciato saranno in galleria o su viadotti. L’opera servirà a ridurre l’inquinamento e migliorare la mobilità dei collegamenti con l’aeroporto di Punta Raisi, l’area industriale di Termini Imerese e il nodo intermodale di Brancaccio.
«Obiettivo principale del governo Schifani – sottolinea l’assessore Aricò – è che l’opera abbia il minor impatto sociale possibile, anche a discapito della lunghezza e della tipologia del percorso. Anas ci ha nuovamente confermato il rispetto dei tempi che prevedono la consegna di una progettazione sufficientemente definita entro luglio, in modo tale da avviare subito dopo la fase di consultazione pubblica (obbligatoria per le opere stradali superiori ai 15 chilometri e di importo superiore ai 500 milioni di euro). Conclusa questa fase si potrà passare allo Studio di fattibilità tecnico-economica, alla luce del nuovo Codice degli appalti, prima della progettazione esecutiva».
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