LAMPEDUSA, ITALY - MAY 24: Refugees and migrants are seen swimming and yelling for assistance from crew members from the Migrant Offshore Aid Station (MOAS) 'Phoenix' vessel after a wooden boat bound for Italy carrying more than 500 people capsized on May 24, 2017 off Lampedusa, Italy. Numbers of refugees and migrants attempting the dangerous central Mediterranean crossing from Libya to Italy has risen since the same time last year with more than 43,000 people recorded so far in 2017. In an attempt to slow the flow of migrants Italy recently signed a deal with Libya, Chad and Niger outlining a plan to increase border controls and add new reception centers in the African nations, which are key transit points for migrants heading to Italy. MOAS is a Malta based NGO dedicated to providing professional search-and-rescue assistance to refugees and migrants in distress at sea. Since the start of the year MOAS have rescued and assisted 3572 people and are currently patrolling and running rescue operations in international waters off the coast of Libya. (Photo by Chris McGrath/Getty Images)

E’ mentre il mondo gira seguendo una sua naturale traiettoria ed energia, dove tutto sembra avere un suo equilibrio da sempre , noi i suoi abitanti siamo invece sballottati dagli eventi e sembriamo birilli in mano al destino, un destino che per la maggior parte abbiamo contribuito a rendere sempre più pericoloso e’  difficile da vivere.

Il ciclo dell’apparente normalità si rinnova , passano le stagioni , e le nostre esistenze diventano sempre più fragili , i nostri occhi assetati di bellezza vedono invece troppo spesso i colori della paura e della morte, le nostre spiagge sono diventate il cimitero di molti uomini che vengono da lontano, lasciano la loro terra, i loro affetti in cerca di un posto più sicuro.

L’africa martoriata, sbarca sulle nostre coste.

Occhi neri sperduti in quel bianco che fa da sfondo all’iride , sguardi pieni di paura e smarrimento che non possono non toccarci e scuoterci le coscienze. Noi al di là di quel confine della disperazione osserviamo inebetiti tutto quello che ci accade sotto gli occhi, non sapendo spesso cosa fare e pensare, restiamo immobili nelle nostre sedie “comode” pensando forse solo per una frazione di secondo a quanto siamo fortunati ad essere nati in questa parte del mondo, dove alla fine nonostante tante cose che non vanno, ancora possiamo parlare di democrazia e di benessere, quello che manca in tante parti del mondo.

Viaggi interrotti, valigie fatte solo di propri corpi e delle proprie menti in cui sono scolpiti gli odori degli affetti ed il profumo della terra d’origine da cui sono costretti a scappare.

Vinicio Capossela, cantautore, polistrumentista, mai banale scrive un testo che è ispirato a bertol Bretch “la crociata dei ragazzi”, che raccontava come i ragazzi vivevano la guerra attraversando le sue macerie, i bambini restano le vittime innocenti della guerra, Vinicio su ispirazione di quel racconto traduce in testo musicale “la crociata dei bambini”, consapevole che un testo ascoltato in musica può essere potentissimo e capace di arrivare molto lontano, per chi sa cogliere il messaggio.

Vinicio Capossela ha avuto molti riconoscimenti per essere riconosciuto come artista che ha messo grande attenzione al testo delle  sue canzoni.

Questi bimbi messi in fila cercano, cercano pace e le regole della normalità si ribaltano, il  tamburo del piccolo musico si zittisce, la mano di una bimba tiene quella della bimba più piccola, come se le facesse da madre, chissà dov’ è ora la vera madre, camminano in fila senza meta e senza patria, cercano farina e non solo bontà. È passato del tempo ed il corteo non è mai finito, sfilano sotto i nostri occhi gli occhi di tanti, ma ancora niente di realmente importante e significativo è successo,

la storia si ripete e questo orologio macabro delle tragedie sembra non finire mai.

L’altra sera un piccolo peschereccio tunisimo si è adoperato per portare in salvo altri fratelli che come dicono alcuni giornalisti si erano avventurati in un “barchino” pagando tantissimi soldi pur di lasciare la loro terra. Il pescatore che si è adoperato per salvare donne e bambini  al giornalista ha detto nonostante le difficoltà della situazione : “non potevo non farlo, c’erano bambini, donne”. 

Bambini , donne e uomini che non lo sanno troveranno da noi altro inferno, perchè essere in regola non è facile, devi conoscere la lingua, devi avere un punto di appoggio, è se sei solo, parli poco l’italiano, in molti useranno la sua  debolezza, tragica verità narrata da molti sbarcati, come dice la canzone di Vinicio Capossela solo la bontà non serve, serve pane, lavoro, comprensione, umanità.

Io mi indigno tutte le volte che vedo parlare di diritti umani osannati da chi non ha la più pallida idea di cosa sia il rispetto ed a questi che fanno le prime donne o i primi uomini ai convegni spegnerei per sempre i microfoni, perbenisti da strapazzo, come non provate un briciolo di dolore per il pianto dei bambini? Per le donne ed uomini che chiedono aiuto? Nel girone degli ipocriti dovrebbero stare . A ciascuno il suo destino, ma noi dobbiamo cercare di cambiarlo il destino.

Africa non arrenderti!Non c’ è più nessuno che sia dalla parte del giusto, siamo tutti nella parte del torto.I bisogni degli ultimi sono stati trasformati in paure dell’altro. Ed il vero torto è nell’assenza di vera umanità.