Attualità

Raddoppio ferroviario Cefalù, Fillea, Filca, Feneal proclamano lo stato di agitazione. “Lavoratori della Toto Costruzioni non pagati da due mesi, cantiere fermo”.

I sindacati degli edili proclamano lo stato di agitazione al cantiere del raddoppio ferroviario Ogliastrillo-Castelbuono della Toto Costruzioni.E nei prossimi giorni indiranno una manifestazione.

Oggi la convocazione all’Ispettorato del Lavoro sulla procedura di licenziamento avviata per 6 lavoratori si è conclusa con la firma negativa del verbale da parte dei sindacati. L’azienda ha confermato di essere in grosse difficoltà di tipo economico. I sindacati, dal canto loro, hanno ribattuto che “l’opera va completata nel più breve tempo possibile e col personale adeguato”.

      Nei prossimi giorni verrà indetta una manifestazione. “Siamo veramente stanchi e fortemente preoccupati, il cantiere di fatto è fermo da novembre. Continuiamo a essere presi in giro dall’azienda – dichiarano i segretari generali di Fillea Cgil Palermo, Filca Cisl Palermo Trapani e Feneal Uil Piero Ceraulo, Francesco Danese e Pasquale De Vardo – E i lavoratori non vengono pagati, sono già in arretrato di due mensilità. Non consentiremo neanche un solo licenziamento. L’azienda valuti piuttosto possibili prepensionamenti, individuando le figure tra il personale più anziano”.  

        E’ questa l’aria che tira, tra tensioni e timori, sulla più grande infrastruttura in corso in provincia di Palermo, in cui agli imprevisti idrogeologici si sono aggiunti quelli di natura economica. Di fatto il cantiere ha subito rallentamenti e i lavori sono fermi al 34 per cento. E Rfi non ha ancora risposto alla richiesta d’incontro dei sindacati.  

“Da settembre – spiegano Ceraulo, Danese e De Vardo – dopo continui ritardi nei pagamenti, la cassa integrazione per un centinaio di lavoratori, lo stop a causa del cedimento della montagna, che ha determinato la formazione di un fornello nella galleria, l’azienda ha continuato a ripeterci: ora ripartiamo. Ma così non è stato. Non vogliamo accettare che, come spesso accade, le opere pubbliche in Sicilia debbano fermarsi. E questo non tanto per mancanza di risorse per completarle ma perché le aziende che sbarcano nell’Isola, convinte di fare cassa, a un certo punto, inspiegabilmente, vanno incontro a problemi di natura societaria, che impattano sui cantieri”.  

      Fillea, Filca, Feneal lanciano un nuovo grido d’allarme: “Non accetteremo più una situazione del genere. Se serve, chiederemo anche un tavolo al governo regionale, perché riteniamo che anche la Regione debba intervenire su questa materia”.

       Le preoccupazioni dei sindacati sono aggravate dalle nubi che si addensano sul settore delle costruzioni. “Da un lato, il blocco della cessione dei crediti deciso dal governo, che sta facendo saltare il tavolo sul settore delle costrizioni. Dall’altro – aggiungono Ceraulo, Danese e De Vardo –  i continui segnali negativi che registriamo sulle grandi opere. Non siamo tranquilli sulla tenuta del settore. Chiederemo l’intervento sostitutivo di Rfi per il pagamento diretto delle retribuzioni ai lavoratori”.

Redazione

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