Attualità

Fillea Cgil su blocco cessione crediti: “Provvedimento assurdo da parte del governo”

Caos anche a Palermo nel settore edilizio che negli ultimi due anni è stato il motore dell’economia del paese. Ad esprimere preoccupazione per la tenuta del settore, a seguito dell’approvazione del decreto legge n 11 del 2023, con il quale il governo Meloni ha di fatto bloccato il meccanismo incentivante della cessione dei crediti e dello sconto in fattura per l’utilizzo dei bonus edili, è la Fillea Cgil Palermo.
“A Palermo – spiega il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo- negli ultimi anni si è determinata una bolla espansiva davvero significativa, che ha generato nuova occupazione che da decenni non vedevamo nel settore delle costruzioni. Parliamo di quasi 4mila lavoratori in più negli ultimi 2 anni”.
“Il mancato introito dei crediti già maturati per lavori già eseguiti da un lato e la definitiva chiusura dei meccanismi incentivanti, stanno già generando un corto circuito del sistema imprenditoriale palermitano che colpirà famiglie e lavoratori – prosegue Ceraulo – Diverse imprese cominciano a non versare più gli accantonamenti presso gli enti bilaterali. E il rischio di un mancato introito del welfare mutualistico nei confronti dei lavoratori è già in atto”.
Nei prossimi giorni sarà avviato un confronto tra le parti sociali locali, per definire un percorso di mobilitazione condiviso.
“Auspichiamo un dietro front da parte del governo – chiede il segretario Fillea Ceraulo – perché, come abbiamo più volte dichiarato, saremo pronti a una grande mobilitazione che coinvolga tutto il settore, mettendo insieme lavoratori e imprese, che oggi rischiano di pagare un prezzo troppo alto. Lo spettro di fallimenti e licenziamenti in blocco di migliaia di lavoratori pare al momento l’unico triste orizzonte”.
Dal punto di vista della Fillea palermitana, occorre una misura strutturale che metta in piedi un meccanismo incentivante per la riqualificazione degli edifici.
“E occorre accompagnare il processo di transizione energetica attraverso la rigenerazione urbana e il consolidamento sismico di tutto il costruito – continua Ceraulo – E se a tutto questo aggiungiamo i tentativi messi in atto da parte del governo per ridurre le tutele negli appalti pubblici, attraverso la liberalizzazione del sub appalto e minori obblighi nell’applicazione dello stesso contratto edile, siamo davvero al paradosso: da un lato si rischia di perdere il posto di lavoro a causa del blocco e dall’altro si prospetta la possibilità di lavorare nelle opere pubbliche con minori tutele sia economiche che contrattuali”.

Redazione

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