Si è svolta a Gualdo Tadino (PG),la ricorrenza della festa dedicata a Santa Barbara: patrona dell’Arma del Genio, dei minatori, dei Vigili del Fuoco, della Marina militare e degli Artiglieri. Pubblichiamo con vero piacere il comunicato inviatoci dal nostro collaboratore, lo storico militare, Gen. B. (Riserva), Mario Pietrangeli.

«Il 4 dicembre si è svolta a Gualdo Tadino (Perugia) Umbria, nota come città della ceramica lustrata (a tre cotture), la Festa di Santa Barbara (patrona dell’Arma del Genio, dei minatori, dei Vigili del Fuoco, della Marina Militare, degli Artiglieri e di tanti altri).

Tale evento è stato organizzato dalla Associazione Nazionale Ferrovieri del Genio (con il patrocinio del Comune di Gualdo Tadino)  con in testa il Presidente Nazionale  ANFG Fabio Ceccato, il Vicepresidente ANFG Nazionale Mariano Pirani, i collaboratori locali Marini Giuseppe (detto il poeta ferroviere romantico) e Giombini Luigi (detto il fotografo ferroviere artistico) di Gualdo Tadino e ha visto la partecipazione del noto storico militare Generale della Riserva Dottor Mario Pietrangeli, già 48° Comandante del Reggimento Genio Ferrovieri e di trecento radunisti  dei Ferrovieri del Genio provenienti da tutta Italia. Mario Pietrangeli, è nato a Gubbio.

Si tratta di una novità assoluta in quanto è stata la prima volta che i Ferrovieri del Genio hanno festeggiato la Patrona lontano dalla loro bella sede nazionale (dotata di museo e di biblioteca ferroviaria) in Veneto, a Preganziol, in provincia di Treviso. L’importante Evento è stato preceduto dalla bella dichiarazione di affetto e stima fatta dal dinamico e creativo Sindaco di Gualdo dottor Massimiliano Presciutti: “Siamo pronti ad accogliere le centinaia di ferrovieri del genio, tutto questo non potrà che essere un grande onore per tutta la comunità locale di Gualdo Tadino”.

Il Programma prevedeva:

– l’Alzabandiera nella piazza martiri della libertà con tutti i radunisti ANFG;

– la benedizione della corona;

– il corteo tra le vie cittadine fino allo storico Monumento ai Caduti con deposizione della corona;

–  la messa in cattedrale in onore di Santa Barbara celebrata da sua Eminenza Cardinale Gualtiero Bassetti già’ Presidente CEI.

Di seguito la versione veneziana e poi quella laziale della leggenda sulla nascita e la vita di Santa Barbara.

Leggenda delle origini e della vita di Santa Barbara nella versione Veneto – Buranense (Burano)

Le reliquie di Santa Barbara, Santa Patrona di tutti i marinai, sono custodite nell’isola di Burano. Santa Barbara, infatti, è venerata come santa e martire sia dalla Chiesa cattolica che dalla Chiesa ortodossa. La storia delle reliquie è molto interessante. Arrivarono a Venezia grazie a Maria Argyropoula, presentata come nipote degli imperatori Basilio II e Costantino VIII, durante il potere del Doge Pietro II Orseolo (991-1009), del quale sposò il figlio Giovanni. Giovanni ricevette il titolo di Patrizio e sua moglie riuscì ad ottenere dal Doge il permesso di trasferire le reliquie della Santa a Venezia, nella Basilica di San Marco.

Nel 1009, le reliquie furono trasferite nella cappella del monastero, dove rimasero, secondo le testimonianze dell’epoca, fino al XVIII secolo. Durante le distruzioni di Napoleone, le reliquie furono trasferite in un santuario presso la Chiesa di San Martino nell’isola di Burano, dove sono conservate ancora oggi. In base alla legge n. 957 del 20 aprile 1949, il santuario dedicato a Santa Barbara è di proprietà, possesso e amministrazione dell’Apostoliki Diakonia della Chiesa di Grecia.

Il reliquiario, parte in argento, parte in bronzo dorato, è da attribuirsi alla prima metà del XVI secolo. Altre reliquie della Santa sono conservate a Roma nella chiesa di S. Maria in Traspontina, nell’altare a lei dedicato, e in un cofanetto del XII secolo, nel Tesoro di S. Giovanni in Laterano. Invocata contro la morte improvvisa per fuoco (i luoghi dove vengono conservati gli esplosivi sono spesso chiamati “SANTABARBARA” in suo onore), Santa Barbara nacque a Nicomedia nel 273 e morì martire per la sua fede cristiana, per mano del padre Dioscuro nel 306.

È patrona dei minatori, degli addetti alla preparazione e custodia degli esplosivi, degli armaioli e, più in generale, di chiunque rischi di morire di morte violenta e improvvisa.

Leggenda delle origini e della vita di Santa Barbara nella versione Laziale Reatina.

Santa Barbara nacque a Nicomedia (Turchia) nel 273 d.C. Seguì il padre Dioscoro presso la villa di Scandriglia, dopo che fu richiamato a Roma dall’Imperatore Massimiano Erculeo, il quale gli donò vasti possedimenti in Sabina per le sue doti militari ed il fanatismo nella religione pagana. S. Barbara è la patrona del Comune di Scandriglia e di Rieti e viene festeggiata il 4 Dicembre Dioscoro fece costruire una torre per difenderla e proteggerla durante le sue assenze.

Il progetto originario prevedeva due finestre, diventate tre per il desiderio della ragazza, che aveva disegnato la croce cristiana nella vasca da bagno, dove la tradizione afferma aveva ricevuto il battesimo per la visione di S. Giovanni Battista.

La sua manifestazione di fede provocò l’ira di Dioscoro; essa allora si nascose nel bosco, nei pressi della roccia indicata come il riparo di S. Barbara in località “le Scalelle”.

Fu però trovata per la delazione di un pastore lì presente (continua la tradizione che il pastore fu trasformato in cane ed il gregge in grilli). Dioscoro la consegnò al prefetto Marciano con l’accusa di adesione alla religione cristiana.

Durante il processo, iniziato il 2 dicembre 290, la giovane donna difese il proprio credo ed esortò Dioscoro, il prefetto ed i presenti a ripudiare la religione pagana per abbracciare la Fede Cristiana: fu così torturata e graffiata mentre cantava le lodi a Dio.

Il giorno dopo aumentarono i tormenti ed il 4 dicembre, letta la sentenza di morte alla vergine, Dioscoro le prese i capelli raccolti in treccia e vibrò il colpo di spada per decapitarla. La tradizione afferma che la treccia di Santa Barbara è visibile all’innocenza dei bambini nella sorgente omonima. Insieme con lei subì il martirio la sua compagna Giuliana, nella località denominata oggi S. Barbara, dove sorge la chiesetta a lei dedicata.

Il cielo si oscurò ed un fulmine colpì Dioscoro, nella località oggi denominata Fosso di Nosco; con lui cadde il culto degli dei e degli idoli, praticato nella località che fu chiamata Pietra Demone.

La tradizione scandrigliese invocò questa Santa Martire contro i fulmini, il fuoco, il pericolo, la morte improvvisa. Le spoglie della Santa vennero composte in luogo sacro presso la fonte o sorgente di Santa Barbara, dove vennero conservate gelosamente fino a che, nel 955-969, i reatini si fecero promotori di una spedizione archeologica atta a recuperare il corpo della Martire.

Il corpo di Santa Barbara oggi riposa sotto l’altare maggiore della cattedrale di Rieti infine, non tutti forse sanno che la cappella di Santa Barbara a Rieti presente nella bella cattedrale di Rieti, è stata realizzata su disegno di Gian Lorenzo Bernini.

L’artista era a Rieti poiché nel monastero di S. Lucia aveva tre nipoti ed era stato pregato dal gonfaloniere di realizzare un nuovo disegno della cappella, aggiungendo anche un bozzetto per la statua che vi è collocata.

C’è anche la versione orientale che la vede sepolta ad Alessandria d’Egitto e anche in Turchia».

Mario Pietrangeli Generale (Esercito – Genio Ferrovieri) della Riserva.

Giuseppe Longo