Mi chiamo Giulio, sono celibe, sono insegnante di scuola primaria con un reddito annuo lordo di quasi euro 25.0000,00. Sono proprietario di una casetta, nella quale risiedo, della estensione di 85 mq., a piano rialzato, realizzata nel corso degli anni, ubicata alla periferia del paese circondata da un appezzamento di terreno agricolo a seguito del quale in catasto risulta categoria A/7, cioè villino.
Secondo le disposizioni emanate dal Governo Meloni, l’aliquota del superbonus, dall’1/1/2023, scende dal 110 al 90%.E fin qui nulla da eccepire. Per le case unifamiliari c’è, però, un vincolo che ritengo errato. Il proprietario della villetta o casa unifamiliare, oltre ad abitarci, essere prima casa, non deve superare il reddito annuo di euro 15.000,00. Tale limite non è preso in considerazione per gli appartamenti in condominio. Mi chiedo e chiedo al signor Ministro: è cosa buona e giusta? Considerato che con un reddito di 15.000,00 euro(presumo al lordo delle ritenute) un cittadino, oggi, può solo sopravvivere e non essere in grado di pagare quel restante 10%, cui prodest tale norma? Sarebbe stato meglio non inserirla! Oppure se si vuole che anche i possessori di una casa unifamiliare possano usufruirne, allora, ritengo che sia necessario alzare il reddito ad almeno 35 o 40.000,00 euro affinchè si possa consentire a modesti dipendenti come me di usufruirne. Grazie e cordiali saluti. Giulio
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