Il 120° anniversario della nascita di Fernando Santi (13 novembre 1902) cade in un delicato momento per l’Italia, decisivo per la libertà e la democrazia, ristabilita da coloro che, come Fernando Santi, si sono resi protagonisti della lotta partigiana dell’ultima ora al nazi-fascismo.

Il “testamento politico” di Fernando Santi, a due mesi dalla sua morte per un diagnosticato tumore, a Vallombrosa al Congresso nazionale delle ACLI (1969), oggi, più che mai, appare di estrema attualità politica.

Corre l’obbligo di ricordare che Romano Prodi con la sua proposta de “L’Ulivo” ha richiamato il messaggio politico di Fernando Santi a Vallombrosa, ove ha evidenziato l’esigenza di dar vita ad una forza politica, alleata stabilmente, unita e distinta dai diversi Partiti, ricchi di valori, teorie economiche, sociali e di idealità, che hanno dato vita alla Repubblica italiana e determinato i principi fondanti, tutt’ora attuali, della Costituzione italiana.

Massimo D’Alema doveva salvare per quanto possibile il PCI vinto dai fatti e dalla storia, per cui avviò dapprima la costituzione del PDS e quello che, attraverso “L’Ulivo”, portò poi alla formazione del PD.

La storia meno recente, e per certi aspetti tutt’ora attuale che ha visto l’apparato comunista, indomito ma superato, confrontarsi con i pur validi Prodi boys, protesi a garantire il gruppo politico di provenienza, trascurando principi essenziali e condivisi dagli italiani, come quelli della dottrina sociale cattolica, marginalizzando le forze laiche, socialiste e democratiche del Paese che possono costituire, unitamente ai cattolici impegnati in politica, punto di riferimento e di approdo per le giovani e le future generazioni.

Se i valori di cui sono portatori le forze politiche costituenti non vengono diffusi, e più spesso non praticati, non è certamente colpa dei giovani che si mostrano disinteressati nell’acquisire valori, dottrine economiche e sociali e a partecipare alla vita politica democratica del Paese.

Conseguentemente, per rimuovere l’attuale stallo politico e generazionale, si rende necessario disarticolare il PD e promuovere tempestivamente un coordinamento tra le forze cattoliche, laiche e socialiste, alle quali spetta il compito di rilanciare i Partiti che ispirano la loro azione ideale politica.

Con grande amarezza si è giunti al convincimento dell’esigenza di sciogliere il PD e rilanciare i valori fondanti cattolici e laici, questi ultimi spesso praticati da cattolici, i quali non si riconoscono nelle gerarchie ecclesiastiche considerate espressione di potere.

Oggi la Chiesa che i cattolici amano è espressa dal Presidente della CEI Matteo Maria Zuppi, da Papa Francesco e dal Segretario di Stato Parolin, entrambi Cardinali rispettivamente in Argentina ed in Brasile, amatissimi, e continuano ad esserlo, dalle comunità italiane, dagli argentini, dai brasiliani e dal mondo cattolico intero.

Pertanto la partecipazione alla vita politica del Paese, che può venire da parte del mondo cattolico, non rischia di essere travisata, con l’interesse del potere ecclesiastico a conseguire potere politico nella società italiana.

Lunedì mattina 14 novembre 2022 nella Sala Andrea Borri della Provincia di Parma, in occasione della celebrazione del 120° anniversario della nascita di Santi, l’Istituto Italiano Fernando Santi promuove una conferenza per ribadire l’attualità del pensiero politico di Fernando Santi e la necessità di riportarlo tra le giovani e meno giovani generazioni.

La conferenza rappresenta una significativa occasione per dibattere le prospettive ideali e politiche del Paese e avviare le conseguenti iniziative dei Movimenti e delle forze politiche che si richiamano agli ideali e ai valori costituenti della Repubblica italiana.               

Il Presidente dell’Istituto Italiano Fernando Santi Luciano Luciani