Cultura e spettacolo

Le vie dei Tesori,centodiecimila visitatori nei primi tre weekend di ottobre

Superati i centodieci mila visitatori nei tre weekend di ottobre Palermo cresce ancora e ripete i 30mila visitatori in un fine settimana, la chiesa di Santa Caterina è sempre il luogo più amato, In tremila a Catania e duemila a Scicli. Pieni i due castelli di Alcamo, il lavatoio medievale di Cefalù il sito più visitato fuori dal capoluogo.Ragusa, Carini e Mantova superano le mille presenze ciascuna.

Superate le quarantamila presenze in un weekend. Trascinate da Palermo, le città delle Vie dei Tesori non fermano la loro corsa: oltre centodiecimila nei primi tre weekend di festival. E ovunque, dai palazzi del centro storico ai castelli nelle province, si sono viste famiglie in coda, giovani pronti con la guida in mano, turisti stranieri felici per la app gratuita. Ovunque visitatori felici di riappropriarsi dei siti, scoprirne di nuovi, salire sui campanili o partecipare alle passeggiate nei quartieri periferici.  Palermo è stata e resta ancora pienissima nel terzo weekend delle Vie dei Tesori, l’ultimo per Carini e Cefalù, Alcamo, Ragusa e Scicli. Si continua invece per altri due weekend a Palermo, Catania (con la barocca Acireale) e Mantova che chiude il suo primo weekend superando i mille visitatori.

Cefalù, il protagonistasenza rivaliè stato per tutti i fine settimana il misterioso lavatoio medievale che chiude aggiungendo altri 600 ingressi, e guadagnando assolutamente la palma di più visitato dopo i luoghi di Palermo. che accede a questo luogo colmo di memoria. Molto apprezzato il walking tour che dall’antica Giudecca ha camminato sul Molo Vecchio riscoprendo le location di Nuovo Cinema Paradiso.

A Carini nessun antagonista per il castello La Grua Talamanca: la storia della baronessa uccisa dal padre tra queste mura ha sempre affascinato e continuerà a farlo. Hanno riscosso un grande interesse anche la catacomba paleocristiana di Villagrazia e l’esperienza di ascolto di un pezzo unico come l’organo “bandistici” di Francesco La Grassa, nella chiesa di san Vincenzo.

Redazione

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