Società

Caccia, nuova vittoria delle associazioni ambientaliste contro “doppietta selvaggia”: il Tar chiude la caccia alla tortora

Il TAR sospende l’ennesimo decreto-truffa che modificava il calendario venatorio: “prolungamento illegittimo”. Regione Siciliana e Associazioni venatorie condannate al pagamento delle spese processuali.

 Ancora una significativa vittoria delle Associazioni ambientaliste contro “doppietta selvaggia”: il Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia ordina lo stop della caccia alla Tortora selvatica! Con un’articolata e motivata pronuncia – l’ordinanza n. 579/2022 della terza sezione – ieri il TAR Palermo ha accolto l’ulteriore richiesta di sospensiva urgente contro l’ennesima modifica del Calendario venatorio firmata dall’ex Assessore regionale all’agricoltura, Toni Scilla, che prolungava fino al 31 ottobre la caccia a questa specie migratrice, in forte declino in tutta l’UE. Caccia chiusa alla Tortora, dunque, grazie al ricorso delle Associazioni ambientaliste ed animaliste Enpa, Lac, Legambiente Sicilia, Lndc Animal Protection, Lipu e Wwf Italia difese dagli avvocati Antonella Bonanno e Nicola Giudice.

Nel ricordare come la Commissione europea abbia in passato richiesto all’Italia chiarimenti sulla non corretta applicazione di alcune disposizioni della Direttiva 2009/147/CE e riguardo all’attività venatoria praticata in Italia su diciannove specie di uccelli in cattivo stato di conservazione, tra le quali la Tortora selvatica“, il TAR ha deciso di sospenderne la caccia in Sicilia poiché nel bilanciamento dei contrapposti interessi, valutato altresì il danno grave ed irreparabile connesso all’illegittimo prolungamento del calendario venatorio per la Tortora selvatica, appare meritevole di maggior tutela quello perseguito dalle associazioni ricorrenti, quanto al principio di precauzione e dell’interesse generale alla tutela della fauna selvatica (che oggi assume un valore maggiormente pregnante mercé l’introduzione del comma 3 dell’articolo 9 della Costituzione, ex art. 1 Legge Cost. n. 1 del 2022) rispetto a quello ludico-sportivo connesso al prelievo venatorio perseguito dalle associazioni controinteressate resistenti“. Pertanto, la Regione Siciliana e le 9 Associazioni venatorie che si erano costituite sono state condannate, già in questa prima fase cautelare, al pagamento delle spese processuali.


Enpa, Lac, Legambiente Sicilia, Lndc Animal Protection, Lipu e Wwf Italia esprimono viva soddisfazione per l’importante vittoria giudiziaria, l’ultima di una rilevante serie di pronunciamenti del TAR e del CGA – che, in via cautelare, già a luglio, agosto e settembre avevano accolto le istanze dei ricorsi delle Associazioni ambientaliste ed animaliste – con cui erano state ripetutamente bocciate le più importanti previsioni del Calendario Venatorio 2022-2023. Nei loro ricorsi, infatti, le Associazioni avevano denunciato l’illegittimità del Calendario per violazione delle normative nazionali e comunitarie sulla tutela della fauna e per il mancato rispetto del parere scientifico dell’Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA). Il prossimo 23 novembre il TAR si riunirà nuovamente per discutere nel merito il ricorso; i Giudici amministrativi, intanto, hanno ordinato all’Assessorato regionale all’agricoltura di esibire, entro trenta giorni, atti e documenti relativi “al complessivo numero dei cacciatori registratisi prima dell’avvio della stagione venatoria” al portale web dedicato alla registrazione dei cacciatori che intendevano abbattere le Tortore, “alla regolarità o meno delle registrazioni giornaliere sui prelievi effettuati dai cacciatori” ed “all’avvenuto superamento o meno dei limiti di prelievo stabiliti”; sulla base delle risposte ottenute, il TAR si pronuncerà definitivamente per stabilire l’illegittimità o meno del Calendario venatorio.
Enpa, Lac, Legambiente Sicilia, Lndc Animal Protection, Lipu e Wwf Italia, infine, auspicano che la Regione Siciliana smetta, finalmente, di forzare le regole a favore dei cacciatori e regolamenti la stagione venatoria nel pieno rispetto delle norme vigenti e delle indicazioni scientifiche di ISPRA, rispettando la legalità, la fauna e la biodiversità che sono patrimonio prezioso di tutti noi e delle future generazioni.

redazione

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