Se Demetra e Kore rivivranno all’alba alla Rocca di Cerere, a Enna, a Trapani si raggiungerà l’antico carcere in barca; se a Caltanissetta ci si muove tra Lettere32 vintage e telefoni bianchi, a Bagheria si dipinge un carretto sotto la guida dell’ultimo “masciddaro” e a Messina si animano strumenti musicali e maschere; a Termini le ninfe raccontano come un tempo le acque sgorgavano calde dalla terra, a Mazara si “incoccia il couscous e a Marsala si raggiungono le saline per un bagno di benessere. Sono soltanto alcune delle esperienze che questo weekend animeranno le prime otto città delle Vie dei Tesori. Questo primo fine settimana – domani e domenica, 10 e 11 settembre – e nei prossimi due, apriranno le porte un centinaio di luoghi, alcuni inediti altri ritrovati, ci si potrà perdere tra esperienze e passeggiate. Un programma intenso, costruito nei singoli territori, rendendo le comunità protagoniste. E’ proprio questo il fil rouge di questa prima tranche del festival, realizzata con il supporto del main sponsor Unicredit, in collaborazione con Comuni, Diocesi, musei, confraternite e privati, col supporto di Poste Italiane: in ognuna delle città, chiese riaperte dopo mezzo secolo, siti archeologici ritrovati, cripte restituite, piccoli musei-gioielli al debutto. Una grande ondata di bellezza che tracima tra i luoghi e tocca i visitatori spinti a costruire percorsi personali.

Ecco quindi Enna dove riapre la chiesa di San Michele Arcangelo, appena restaurata dal FEC e chiusa da un quarto di secolo; la settecentesca Santa Teresa, con la sua decorazione straordinaria e la cripta con gli antichi colatoi, anch’essa chiusa da quasi sessant’anni; il Circolo da conversazione fino a poco tempo fa vietato alle donne o comunque ai non soci, sotto la Rocca di Cerere sono state riaperte le misteriose Sette Stanze che ospiteranno la rilettura del mito di Cerere e Demetra, sabato al tramonto e domenica all’alba. Caltanissetta dove si passerà dallo storico liceo della città al convitto dei Gesuiti, dall’antica “casina” di campagna del barone Benintende alla collezione di 150 acquasantiere del Museo Diocesano fino ad arrivare a un delizioso museo vintage con gli oggetti iconici dell’ultimo mezzo secolo. Nella vicina San Cataldo si entrerà per la prima volta nella cripta della Chiesa delle Anime del Purgatorio, con l’ossario e i colatoi, mentre gli imponenti Sanpauluna saranno visibili a Santa Lucia. A Termini Imerese si stanno accumulando le prenotazioni per visitare l’Hotel delle Terme chiuso da oltre dieci anni, e dove aleggiano le voci dei piloti della Targa Florio che qui avevano il loro quartier generale e, scendendo piano mentre l’aria diventerà sempre più umida e calda, riappariranno dopo decenni le terme romane dove l’acqua sgorga ancora a 37°. Nella vicina Bagheria un vero colpo d’occhio sarà il percorso che conduce per la prima volta in assoluto alla Sicilcalce: si accede dall’elegante e settecentesca Villa Cattolica, si supera un cancello ed ecco lo scheletro della fabbrica di calce, immemore al tempo: sabato alle 17 saranno gli stessi ex operai a condurre la visita, tra memoria, aneddoti, storie e personaggi. Un balzo dall’altra parte dell’isola: a Messina si visiterà per la prima volta l’antichissima abbazia di santa Maria di Mili, la più antica chiesa normanna della Sicilia: austera, un complesso monastico abbracciato dal verde. Ma si potrà anche farsi prendere dalla tenerezza accarezzando gli animali dell’azienda agricola Villarè dove i bimbi impareranno a impastare i sesamini. Ed eccoci all’altro capo della Sicilia: Trapani apre quel gioiello art nouveau che è Villino Nasi che la città volle costruire per l’ex ministro Nunzio Nasi a fine ‘800; e visto che si è poco lontani, si può raggiungere in barca il castello della Colombaia, l’ex carcere del Risorgimento siciliano; Mazara multiculturale, dove sembra di camminare in una Casbah, si può incocciare il couscous ma soprattutto apre le porte per la prima volta la chiesa di san Nicolò Regale, un cubo arabo normanno che nasconde sotto il sagrato, i mosaici di una domus romana del V secolo dopo Cristo; e infine Marsala restituisce alla comunità due importanti siti archeologici, la necropoli di via del Fante con le piccole piramidi funerarie, le Insulae di via delle Ninfe e le aree dalla Plateia Aelia.

Insomma, un’edizione da non perdere e, armati di smartphone per controllare sul sito www.leviedetesori.com orari, testi e schede di luoghi, esperienze e passeggiate, acquisire i coupon e presentarsi all’ingresso o al punto di riunione. Per un festival che è un’esperienza unica e irripetibile.

FESTIVAL A TERMINI IMERESE

Ovviamente la parte delle protagoniste tocca alle terme romane (citate da Diodoro Siculo, amate da tutti gli invasori, dai romani ai normanni) e l’ottocentesco Grand Hotel delle Terme, progettato da Damiani Almeyda: la sua golden age fu tra il 1910 e il 1960 come quartier generale della Targa Florio, e ospitò spesso Enzo Ferrari. Ogni sabato si potrà scoprire con l’aiuto di “Nymphé” di Marika Veca e Daniele Vitale, show itinerante sulle origini di Himera. Ieri si è inaugurata al Museo Civico, la mostra di Roberta Civiletto, “Frammenti di storia”, stoffe e decori contemporanei. Poi gli altri luoghi: il castello (ne restano solo le tracce) che domenica alle 18,30 diventerà il palcoscenico di “Non chiudere gli occhi” show di teatrodanza. Le chiese preziose – Santa Caterina d’Alessandria con il ciclo di affreschi di fine ‘400, Maria SS.Annunziata con il suo crocifisso miracoloso sotto la cupola di Azulejos; San Giacomo, prima cattedrale di Termini; Sant’Orsola nell’antico quartiere arabo “Delli balati”; e il santuario Madonna della Consolazione con il suo dipinto miracoloso, e il convento Santa Maria Gesù La Gancia che conserva la prima Pietà marmorea che si conosca in Sicilia, del 1480. Ma anche, la casa-museo dello scultore e medaglista Filippo Sgarlata e il museo del Motorismo siciliano e della Targa Florio oltre alla straordinaria “Cammara Picta” (foto), il ciclo di affreschi seicenteschi nel palazzo del Comune. La passeggiata condurrà domenica alla scoperta dell’acquedotto romano Cornelio, vera opera di ingegneria idraulica. E si potrà scoprire Termini dal mare.