Riceviamo e pubblichiamo.

All’indomani del consiglio comunale del 6 settembre a Castelbuono e dell’analisi sul territorio, parola ormai abusata che può voler dire tutto e niente, un’analisi triste, scontata, i soliti vecchi cliché ripetuti come se si fosse scoperta l’acqua calda, in un’aula con poche presenze, riteniamo che la mancata partecipazione non sia sintomo di apatia alla democrazia partecipata. Piuttosto il disinteresse alle “visioni” di chi fa facili analisi dando la colpa sempre agli altri, meglio se assenti: la Città metropolitana, la Regione, lo Stato, l’Europa, gli extraterrestri.

Non succede mai che uno dei soggetti, che ha amministrato ormai da decenni il territorio a vario titolo, faccia un mea culpa. Grave, anzi gravissima, l’assenza più o meno finta di memoria storica che mette strategicamente al riparo da responsabilità.

I più grandi di noi sentono rumoreggiare sullo sviluppo comprensoriale delle Madonie da oltre 30 anni, con risultati irrilevanti, con l’aggravante di un Parco che non ha fatto da volano, e con tanto di organi sovracomunali puntualmente istituiti. Quasi quasi vien da dire: tutti inadempienti, nessun inadempiente.

Unico primo cittadino presente il dott. Pietro Macaluso, sindaco di Petralia Soprana, nonché Presidente dell’Unione dei Comuni. Ma dubitiamo per vari motivi che avrebbe accettato di venire alla corte di Cicero se non fosse candidato all’Assemblea regionale e se avesse immaginato di trovare un’aula semivuota e un web semideserto.

Ma una cosa è certa: il lupo perde il pelo e non il vizio. Quello delle invettive personali nei confronti di chi esercita il diritto di critica.

Anzi adesso il vizio si è radicato talmente bene che arriva alle minacce: “volete la guerra? io la so fare meglio di voi” aveva detto a uno di noi e, ieri sera nella sede istituzionale “adesso salgo sul palco e mi diverto”…

Un sindaco dovrebbe essere la massima espressione di quella tolleranza, di quel rispetto istituzionale, politico e umano che deve connotare il primo fra i cittadini.

Comprendiamo che non sopporta di avere attorno persone autorevoli e libere nel pensiero ma, se ne faccia una ragione, il suo non è il pensiero unico e la sua strategia ormai è chiara a tutti. Se per fare passare le proprie decisioni come un desiderio del popolo o come una scelta inevitabile, non basta solleticare i desideri, i sogni, le ambizioni delle persone, si ricorre alla delegittimazione personale. Basta conservare dossier di errori, tradimenti, fallimenti finanziari o familiari e tirarli fuori al momento opportuno.

Per chiunque osi dissentire, parte l’attacco personale del sindaco Cicero, come ultimamente avvenuto nei confronti di PIETRO CAROLLO al quale va la nostra solidarietà – contraddicendo all’occorrenza anche se stesso. In un post di questi giorni afferma infatti: “malgrado in certi momenti il confronto politico diventa aspro, il rispetto delle idee e delle persone rimane. Tale comportamento è prioritario nel mio agire politico”.

Delle due l’una. Praticare il rispetto e non dichiararlo vuotamente, o altrimenti Castelbuono è come la Bielorussia.

Leggiamo ora che il gruppo dei seguaci del Sindaco attacca  la nostra Capogruppo consiliare, rea di avere disertato l’aula dopo avere partecipato, correttamente, alla riunione dei capigruppo. Ignora che la partecipazione alla riunione dei capigruppo legittima la celebrazione di un Consiglio comunale aperto a chi l’avesse ritenuto utile. Si chiama appunto dovere e rispetto della democrazia e dei diritti di tutti.

Nessuno riuscirà a isolare i componenti della Costituente, né quando attacca, né quando blandisce, perché le nostre decisioni sono collegiali.

La capogruppo Anna Maria Cangelosi (foto) agisce con libertà di giudizio ed ha l’appoggio e la condivisione di tutti noi, che siamo in tanti.

La Costituente parteciperà sempre alle conferenze dei capigruppo, e non opporrà ostacolo alcuno allo svolgimento dei lavori consiliari, ma non parteciperà né si presterà alle autopromozioni politiche e personali.

Saremo presenti, propositivi e (ahimè per qualcuno) vigili e comunicativi su tutte le attività amministrative di questo comune, ma non bloccheremo per mesi l’attività amministrativa, come invece fece il qualcuno nell’unico periodo di questo ventennio in cui non ricoprì la carica di sindaco.

Continueremo a fare le nostre valutazioni politiche su ogni singola scelta dell’amministrazione perché, laddove una determinata scelta di un amministratore va a danno dei cittadini, non sbaglia chi la denuncia, ma chi la mette in atto. Le valutazioni politiche non possono essere derubricate ad attacco personale.

Nella lettera che abbiamo diffuso ed in cui abbiamo spiegato le ragioni della nostra assenza al consiglio comunale di giorno 6 settembre, abbiamo scritto anche che una delle emergenze è il rispetto e la difesa del confronto democratico. Questo a Castelbuono manca.

Tanti plaudono alla nostra azione di denuncia e ci esortano a fare ancora di più, perché non possono esporsi. Ma se vogliamo un futuro per i nostri figli e per il nostro paese, dobbiamo avere il coraggio di esporci, di denunciare le scorrettezze, i favoritismi, le facili carriere da yes man.

Dobbiamo contribuire con coraggio alla svolta comunicativa, solo così la voce della denuncia si può elevare oltre il livello di soglia. L’oscuramento della pagina Fb del gruppo di Minoranza consiliare della Costituente è la prova tangibile di quanto affermiamo.

Così facendo la “desertificazione”, come qualcuno la definisce impropriamente, crescerà sempre più e spingerà i nostri giovani, ma anche i meno giovani, ad andarsene da un paese dove l’impoverimento non è solo di tipo economico.

Dobbiamo temere altrettanto anche l’impoverimento delle coscienze.

A Castelbuono e nelle Madonie un vento contrario può spirare e potrebbe essere travolgente… come il soffio della valanga.