Da due mesi sono senza salario. E oggi stanno protestando con un sit-in, dalle 9 alle 14, davanti alla sede dell’azienda, in viale del Fante 54.  Sono i lavoratori edili della Mosina Costruzioni, azienda che solo pochi mesi fa contava circa 200 dipendente, attualmente 130.

    Le preoccupazioni denunciate in questi giorni dalla Fillea Cgil Palermo, sulla regolare tenuta del  bonus del 110 per cento, stanno emergendo nella loro drammaticità.  

   Tra le imprese in difficoltà c’è la Mosina Costruzioni. L’ultima mensilità percepita dai lavoratori è quella di marzo, tra l’altro erogata con notevole ritardo. I lavoratori non hanno ricevuto gli stipendi di aprile e maggio e adesso si teme per quello di giugno.  Ad aggravare la situazione, la sospensione di tutti i lavoratori senza alcuna comunicazione e senza una data certa di ripresa delle attività.

 “I lavoratori, con grande senso di responsabilità, hanno continuato a prestare la loro attività nonostante i notevoli ritardi, credendo negli impegni presi dall’impresa – dichiarano Vincenzo Di Vita e Cosimo Lo Sciuto per la Fillea Cgil Palermo –  Ma col passare dei giorni la situazione è diventata insostenibile e, dopo aver dichiarato lo stato di agitazione, oggi siamo  davanti alla sede dell’azienda in sit-in  rivendicando il pagamento delle retribuzioni e, per coloro con il contratto scaduto,  del trattamento di fine rapporto”.

“Siamo consapevoli delle difficoltà delle aziende, che in questo momento vantano grandi crediti e scarsa liquidità   ma siamo ancor più consapevoli – aggiungono Di Vita e Lo Sciuto – delle difficoltà che in questo momento stanno vivendo i lavoratori e le loro famiglie.  D’altronde il rischio d’impresa non può essere scaricato sempre sulle spalle dei lavoratori”.

   L’azienda ha chiuso tutti i cantieri ancora in corso che riguardano il bonus 110 a Palermo, circa   una decina.  Tutti i lavoratori hanno il contratto a tempo determinato. C’è incertezza per le retribuzioni e per il proseguimento del contratto. Due settimane fa il sindacato aveva  incontrato  l’azienda in un’assemblea con i lavoratori. E il titolare si era impegnato ad anticipare un acconto del 40 per cento subito e il saldo dei mesi restanti a fine giugno. “Tutto questo non è avvenuto. L’acconto non è arrivato e per questo oggi siamo scesi in piazza a protestare – dichiara Paolo Genovese,  35 anni – Lavoro da settembre per i cantieri del bonus, ero disoccupato ed ero convinto come  tutti che il lavoro potesse durare. L’impresa ha chiuso i cantieri non certo per colpa nostra. I dipendenti sono stati sospesi e siamo in attesa che si risolva la situazione perché vogliamo continuare a lavorare. Non abbiamo neanche più i soldi per pagare la benzina. Oggi siamo qui ma il datore di lavoro non c’è. Da questa azienda ci aspettavamo maggiore riguardo”.

   La Fillea Cgil attende di avviare una nuova interlocuzione con l’azienda: “Se non dovessero arrivare risposte, chiederemo un incontro all’Ispettorato del  lavoro e congiuntamente alla Prefettur