Un Progetto/Indagine tra gli adolescenti (16-18 anni) delle alte Madonie realizzato dagli operatori dei Consultori familiari/Educazione alla salute, grazie al beneplacito del dirigente scolastico e alla collaborazione dei docenti coordinatori della classi target (tutte le IV e 2 V ,  140 studenti circa).

“La magia che ti porta lontano” , ” M‘illumino d’immenso” ,”Una stella cadente”, queste alcune delle metafore de* ragazz* sulla sessualità  e, sul piano concettuale,  “Parte della nostra identità che ci può far star bene con noi stessi” , “Dimensione psico-fisica che ci attrae verso l’altr*”, ecc. ma anche disinformazione, tabù, sesso,…. piacere, emozione, relazione, fiducia… corpo… è questa la rappresentazione  adolescenziale della sessualità: ricca, poliedrica, ben oltre i confini angusti del sesso tout-court, come vedremo ancora in seguito.                                                                                  Le note seguenti sono il ‘precipitato’ di un “breve cammino nei sentieri della sessualità“, realizzato – A.S. 2021-22 – in un Istituto di Scuola Superiore delle alte Madonie. *

Il cammino ha mosso dalla sessualità per poi inerpicarsi verso  territori altri e incontrare le  aspettative degli studenti sull’educazione sessuale a scuola  “è importante riflettere sulle emozioni, sui sentimenti, sui valori della relazione umana, ……..sul valore e il rispetto del corpo e dell’intimità il quale ci deve portare ad avere un atteggiamento il più possibile empatico, sereno e chiaro”. “Ci occorrono informazioni corrette per vivere in modo più consapevole la sessualità”

L’ identità sessuale , il come mi percepisco da molti è stata ben focalizzata con risposte del tipo “il come ci si sente con il proprio corpo..” , “il modo come ci si definisce e come voglio essere visto dall’altr*” , un po’ meno la varianza di genere (transessuale, transgender, ecc.), una nuova identità alla quale la persona approda dopo un percorso faticoso e rigenerante.

 Molti altri hanno confuso l’identità di genere con l’orientamento sessuale , cioè di chi mi innamoro/ da chi mi sento attratto’ che ha a che fare con le proprie inclinazioni emotive/affettive (eterosessuale, omosessuale, lesbica, bisessuale, pansessuale), a prescindere  dal sesso biologico cioè del come sono fatt*’.

Abbiamo voluto iniziare dal versante semantico per le implicazioni che esso ha sul piano etico, il linguaggio    riflette i pregiudizi e le intolleranze ed è con le parole che si esprimono il riconoscimento o meno del  diritto all’ identità e all’ orientamento sessuale e quindi alla  dignità della persona.

La parola, al pari del farmaco, può essere veleno/tossicità ma anche rimedio/cura/medicina e di certo gli insegnanti sono ben consapevoli della portata educativa e dell’impatto emotivo che le parole hanno sugli adolescenti.

I pregiudizi sono scomparsi ?…

Ciò premesso, spostiamo lo sguardo sul corpo e sulla relazione che gli adolescenti hanno con esso. “Se dovessi esprimere un giudizio sul tuo corpo, diresti che sei..” molto/abbastanza soddisfatt* per oltre il 90% dei ragazzi e per poco più della metà delle ragazze, di converso, poco/per niente soddisfatt*  si dichiarano circa la metà delle ragazze e poco meno del 10% dei ragazzi. Il dato esprime la tendenza, già presente in età preadolescenziale, di un’atteggiamento ipercritico sul proprio corpo , molto più marcato tra le ragazze rispetto ai ragazzi. Corpo imbellettato, ‘aggiustato’ e ossessivamente mostrato  e confrontato con i corpi de* coetane* e de* influenzer su instagram, oggetto di desiderio di perfezione e di continue frustrazioni . Un discorso a parte, è nostro intento approfondirlo, meriterebbe l’influenza dei social, il tempo-spazio onlife che ha rimodulato  le nostre vite e in modo più incisivo quella degli adolescenti, ne ha alimentato il narcisismo ed ha attenuato se non demolito i confini tra vita privata e immagine pubblica.

Corpo super-attenzionato, ma forse non per questo veramente amato , il loro stile di vita con  l’uso/abuso frequente di sostanze alcoliche, il fumo, la sedentarietà,  i comportamenti alimentari disfunzionali, ecc.  sembrerebbero dar forza a questa ipotesi.

 L’immagine corporea  si riflette non solo sull’autostima ma anche  sul modo di “vivere la sessualità”, attraversato  da paure quali quella di  “non essere abbastanza attraenti”, evidenziata soprattutto dalle ragazze.    Ascrivibili ai condizionamenti sociali e alla rigidità dei ruoli sessuali le paure di “non sentirsi all’altezza” indicate dai ragazzi o “di essere lasciati” diffuso tra le ragazze.     Esperienze sessuali permeate da paure e insicurezze varie, imbarazzi, ma rappresentate anche come esperienze dove il piacere fisico si unisce a quello per la relazione, emotivamente coinvolgenti , di fiducia  e di scoperta  reciproca.

Secondo la maggioranza delle ragazze in tema di sessualità i ragazzi nutrono pregiudizi nei loro confronti (es. “ sull’aspetto fisico/look tradotto erroneamente in disponibilità” ovvero “etichettate solo per avere avuto qualche esperienza”)  , ma anche i pregiudizi delle ragazze verso i ragazzi sono abbastanza diffusi, “sull’aspetto fisico/sulla capacità prestazionale”. Sembrerebbe che , ipotizziamo,  i pregiudizi, dal lato delle ragazze esprimono le loro difficoltà ad accettare pienamente il  diritto al piacere e al contempo siano il frutto della  radicata fantasia della donna ‘sedotta e abbandonata’, mentre sul versante dei ragazzi testimonia il condizionamento sociale che vuole per il ragazzo una sessualità performante, con il ruolo attivo di ‘cacciatore’ e ciò presupporrebbe l’esistenza di una vittima passiva.

Probabilmente delle differenze profonde persistono tra i sessi, la maggiore fluidità del linguaggio delle emozioni da parte delle ragazze marca bene questa differenza ,  dovute in fondo al  modo in cui gli individui riproducono se stessi, profondamente diverso tra l’uomo e la donna, e d’altro canto forse una qualche ‘opacità relazionale’ è ineludibile (magari vantaggiosa)  nel ‘gioco della seduzione’ e delle ‘relazioni d’amore’.

D’altro canto, al netto della persistenza di pregiudizi e stereotipi, negli ultimi decenni e ancor più negli ultimi anni i cambiamenti sociali hanno contribuito a rendere più sfumate, fino al loro graduale annullamento, le differenze dei ruoli sessuali.           “Non esiste un comportamento specifico per essere un* vero ragazz*  ciò è quanto emerso nei lavori di gruppo dove qualità/atteggiamenti come dolcezza, tenerezza, sensibilità, determinazione, ecc. vengono ascritti indifferentemente alle ragazze e ai ragazzi.

Gli adolescenti in gran parte hanno mostrato un discreto livello informativo sui temi specifici dei metodi contraccettivi, un po’ meno sulle IST e la prevenzione, le informazioni corrette sono state rinforzate e quelle carenti integrate, anche con l’ausilio di video, slide, ecc… Da una domanda specifica rivolta ad un sottogruppo è emerso che la stragrande maggioranza ha avuto  rapporti sessuali, di questi tre quarti hanno fatto uso del profilattico, gli altri il coito interrotto. Sull’età giusta per il primo rapporto sessuale il campo di variazione va da 14 anni (pochi) , passando per 16-18 anni (i più numerosi) fino a 20 anni (alcuni),  la maggior parte di loro ha indicato “quando ci si sente pronti/non c’e’ un’età giusta”.

Nella rappresentazione ideale della coppia i ‘requisiti’ indicati , quasi sovrapponibili fra ragazzi e ragazze,  sono stati Attrazione reciproca, FedeltàRispetto per l’altro/a , Amore e Affetto, e, in misura modesta, Gelosia. Solo un ragazzo  ha indicato Possessività. Mentre  Non rinunciare a se stessi  viene espressa dai due terzi delle ragazze a fronte di oltre un terzo dei ragazzi, sembra esprimere il bisogno di un maggiore spazio vitale per la donna e segnare un inarrestabile processo di cambiamento nelle relazioni di genere.

Flessibilità dei ruoli e linguaggio discriminante: aperture e barriere

Passando dalle rappresentazioni sociali ai dati della quotidianità scolastica emerge che per un quarto circa degli studenti ‘qualche volta’ (solo per alcuni ‘spesso’) sono state fatte “battute pesanti su una ragazza in quanto genere femminile”  ovvero “prendere in giro una ragazza in quanto genere femminile”, “usare  un linguaggio offensivo e umiliante con le ragazze” e,  in misura minore, “parlare con disprezzo della donna in quanto tale”.

Mentre in riferimento alle  persone con orientamento omosessuale,  la quota ‘qualche volta’ (solo per alcuni ‘spesso’) “fare battute pesanti su una persona omosessuale” è pari a un terzo circa degli studenti ;  in misura minore, “prendere in giro una persona in quanto omosessuale”,  “parlarne con disprezzo”  e una quota modesta ha dichiarato che nella sua scuola è capitato di “escludere una persona perché ritenuta omosessuale”.                                                                           I ‘lavori di gruppo’ sul tema dell’omosessualità ci restituiscono un quadro a tinte varie fatto di atteggiamenti di “rispetto e accettazione”,  “un comportamento normale al pari di quello eteresessuale”, ma anche “espressione di libertà di scelta” che deve essere accompagnata da “affetto e sostegno” contro le ostilità del contesto sociale. Il controcanto è dato dalle affermazioni li rispetto ma  non li condivido/non li capisco, ecc. sentimento ambivalente che ipotizza  si tratti di una scelta discrezionale e non un modo di essere, una realtà fattuale.

Alla domanda “Con quale frequenza nella tua scuola si sono verificati episodi di molestie/emarginazione/umiliazioni/prese in giro fatti in modo continuo suo un* compagn* ?  hanno risposto ‘qualche volta’ (19%) , ‘spesso’ (9,5%) dei ragazzi e ‘qualche volta’ (30%), ‘spesso’ (2%) delle ragazze.                                           Ad un sottogruppo è stato chiesto in quale misura questi episodi si siano verificati nel proprio contesto di vita, qui  qualche volta/spesso sono più elevati, 33% per i ragazzi e 48% per le ragazze.

Le discriminazioni sono tutt’altro che assenti, specie nei piccoli centri dove il ‘controllo sociale’ è più serrato, e  rendono la vita di quest* ragazz* piuttosto complicata , spesso lasciati soli, talvolta anche l’atteggiamento da parte della famiglia è impotente se non ostile e i docenti a scuola hanno pochi strumenti per supportarli. Tuttavia,  l’atteggiamento inclusivo e accettante della stragrande maggioranza degli studenti attutisce i disagi, almeno a scuola, e facilita il cammino di chi in solitudine vive e affronta queste difficili sfide.

Come si vede da queste note, ma anche dai dati raccolti negli anni nelle scuole medie,  emerge un quadro composito e in continuo mutamento dove convivono atteggiamenti aperti e inclusivi, quelli prevalenti,  accanto ad atteggiamenti di chiusura, modesti, ma anche atteggiamenti trans-omo-fobici, meno frequenti ma non assenti, figli di  pregiudizi e disinformazione.

Ampliando lo sguardo sui ruoli di genere, “sarebbe giusto che anche gli uomini collaborassero alle faccende domestiche” la quasi totalità degli studenti si è dichiarata abbastanza/molto d’accordo con quest’affermazione, solo un decimo (soli maschi!) si è dichiarata poco/per niente d’accordo.

“Per l’uomo più che per la donna è molto importante avere successo nel lavoro” i due terzi sono poco/per niente d’accordo, il restante terzo è abbastanza/molto d’accordo, in prevalenza ragazzi ma con un una quota non trascurabile di ragazze.

“Una donna è capace  di sacrificarsi/fare rinunce per la famiglia”, poco meno dei due terzi è poco/per niente d’accordo”, oltre un terzo, in prevalenza ragazzi, molto/abbastanza d’acccordo.

“In presenza di figli piccoli, è sempre meglio che il marito lavori e la moglie resti a casa a curare i figli” rispetto a quest’affermazione gli intervistati si sono polarizzati : le ragazze in stragrande maggioranza (83,5%) si sono dichiarate  poco/per niente d’accordo e i ragazzi in maggioranza (53,5%)  abbastanza/molto d’accordo.

L’affermazione seguente da parte di una ragazza  esprime in modo netto i limiti dei ruoli di genere che  poco spazio lasciano all’infinita gamma delle aspirazioni di ciascun essere umano, “Per via della società molti pensano che le donne debbano solo cucinare, pulire e avere figli, ma non è assolutamente così perché una donna non può essere indipendente e può anche non volere figli……

Di passaggio è stato sfiorato il tema dell’aborto per il quale i due terzi degli studenti si sono dichiarati favorevoli configurandolo  come esclusivo diritto della donna, ma pur sempre una scelta difficile e un quarto circa si è dichiarato contrario,  alcuni lo hanno definito “una pratica violenta”. Tra i favorevoli e i contrari non vi sono state differenze percentuali  fra ragazze e ragazzi.

Anche nel nostro contesto  i cambiamenti culturali hanno dato luogo a una rimodulazione e a una maggiore flessibilità nei ruoli di genere e tuttavia persistono atteggiamenti rigidi sia tra i ragazzi, in misura maggiore, che tra le ragazze. Così in  scuola media inferiore abbiamo raccolto al volo il frammento di uno scambio dialettico tra un  ragazzo“i maschi devono provvedere al sostentamento della famiglia” e una ragazza che ha seccamentre replicato “siamo forse tornati al medioevo!”

CONCLUSIONE

Forse più che parlare di sessualità al singolare sembra più congruo parlare di sessualità al plurale ( etero, omo,bisex, ecc.), abbiamo avuto modo di (r)accogliere bisogni/domande/incertezze  circa il proprio orientamento sessuale ‘mi piacciono le ragazze…..ma talvolta anche i ragazzi”  , “Aggiungerei la voce  ‘Altro’ olte a M e F “, ecc. e ancora, alle scuole medie,ragazz* che  hanno serenamente  dichiarato il loro orientamento omosessuale,   sono espressioni di un “microcosmo umano policromatico” , occorrono linguaggi e parole nuove  come Unicità, Fluidità, Individualità, Varianza , PERSONA, ecc. per nominarlo e soprattutto atteggiamenti e comportamenti inclusivi , nei ‘mondi vitali’ (famiglia, gruppo dei pari, ecc.) ma anche nei mondi educativi e formativi.

Comincia a farsi strada l’idea che non è  solo il sesso anatomico  a stabilire in via definitiva l’identità sessuale di un soggetto, altri elementi entrano in gioco e ampliano le possibilità espressive , ben oltre la sessualità binaria basata sul maschile e sul femminile.   La “rivoluzione sessuale”, i cambiamenti  culturali e dei costumi, il coraggio di donne e uomini che hanno posto con tenacia l’attenzione su questi temi,   stanno facilitando l’affermazione di nuovi diritti e la liberazione da vecchi pregiudizi e nuove  discriminazioni, ma il percorso è  ancora lungo e difficile.

Nel campo della sessualità  si è passati da un estremo tradizionalista, tabu’/intolleranza/repressione, a un’altro ipermodernista, che ha affermato una psudo-liberalizzazione, consumistica e diserotizzante.      I processi culturali, sottostanti alle logiche dell’economia, hanno generato  fenomeni come la mercificazione dell’eros e il mercantilismo del corpo, l’ossessione della bellezza e il narcisismo patologico, accentuati dall’uso dei social, vetrina di immagini e video pronto uso,  i quali a loro volta hanno contribuito a saturare il desiderio  e a togliere magia alle relazioni.                    

Nella nostra micro-realtà sociale i cambiamenti  sui ruoli di genere e sull’orientamento sessuale  sono tangibili, grazie a una maggiore sensibilità dei genitori, al paziente lavoro educativo dei docenti delle scuole di ogni ordine e grado, ma anche all’influenza positiva  di alcuni media, serie televisive, cinema, social network, ecc.. .                                                                    Nello specifico i nostri adolescenti si misurano sui temi della sessualità con atteggiamenti meno moralistici che nel passato, con pragmatismo e disincanto. Acronimi come  LGBT* o termini come queer, transgender, ecc.  fanno parte del loro vocabolario e  alcuni di loro mostrano atteggiamenti di autentica accettazione e linguaggi semplici e diretti in grado di scalfire  pregiudizi e stereotipi.

Pregiudizi e stereotipi più marcati e più diffusi tra gli adulti, (“com’è che una ragazza carina come te è ancora single”? “Una donna deve mostrare rispetto” sonorefrain che si sentono spesso in tutti gli ambiti sociali;  meno frequenti o del tutto assenti tra gli adolescenti, eccetto in una quota modesta, ma non trascurabile! , permeati di sessismo  e omofobia,  traditi da un linguaggio aggressivo e carico di astio.

Ed è proprio tra le pieghe del linguaggio usato nelle interazioni scolastiche quotidiane che vengono veicolati messaggi offensivi o svalutativi , anche inconsapevoli, che generano disagi e disistima. Occorre smascherare i meccanismi perversi del linguaggio banale, con la ricerca delle parole del rispetto, dell’inclusione, che esaltino la bellezza delle differenze e affermino la dignità della persona.  I dialoghi letterari, i frammenti poetici, i testi scolasticici pieni di stereotipi di genere, ecc, il linguaggio della quotidianità , le preferenze sportive, di colori, di giochi, ecc. , ma anche le notizie di cronaca come ad es. il look consentito/vietato a scuola,  sono ambiti sui quali si  può cimentare con maggiore efficacia il discorso educativo, a partire dalla scuola primaria.                 I video di tik tok , i cangianti profili di instagram, i frammenti di dialoghi delle serie TV, il gossip sulla vita dei VIP, i post dei blogger e del* influenzer , ecc..e più oltre, i bisogni che sottendono il sexiting,  ecc.. sarebbero tanti gli spunti sui quali invitare gli alunni/studenti a riflette re e a discutere con ‘metodo socratico’.

Segreto, discrezione, pudore, seduzione, sfera privata, riservatezza , ecc.  non sono forse alcuni  ingredienti, chiediamo ai giovani studenti, per rigenerare e dare linfa a una dimensione così importante della vita?                                                                                   La bellezza come ossessione non diventa forse una prigione , è più vantaggioso guardarsi con i propri occhi o con quelli della società? La bellezza nella  sua essenza è soggettiva, sta negli occhi di chi guarda e non nel canone estetico dominante.               La bellezza del corpo risiede nei modelli standard o nella sua singolarità, nei difetti e nelle specificità ? Queste domande   rivolgiamo ai ragazzi e alle ragazze, e non solo a loro. Arrestiamo il nostro cammino sulle metafore de* ragazz*  sulla  sessualità  “Un viaggionelle nostre parti più riposte”  , … “Il mare in piena”… “Un trasporto emotivo troppo grande” ,”Il bacio di Hayez” ,    emozione – relazione- libertà-responsabilità,  ecc.  ma anche, aggiungiamo noi,    instabilità e  mistero… come già aveva ben annunciato la poetessa  di Lesbo  nel VI secolo a.C “Scuote l’anima mia Eros,……dolce amara indomabile belva”

Mario Brucato

Operatori del Progetto

Marianna Alongi Ostetrica

Giusi Ballistreri Psicologa

Mario Brucato Sociologo

Teresa Calderaro Ostetrica

Carmelina Sabatino Ass. Sociale