L’opera “U Scantu”: a disorderly Tale (2021) dell’artista Elisa Giardina Papa è presente alla 59° Biennale internazionale d’Arte di Venezia, che si apre al pubblico domani 23 aprile. Giardina Papa è tra le artiste coinvolte nel progetto GAP, Graffiti Art in Prison, del Simua-Sistema Museale dell’Università degli Studi di Palermo, in partenariato con il Kunsthistorische Institut in Florenz – Max-Planck- Institut, l’Università di Saragozza e Abadir di Catania, finanziato nell’ambito del programma europeo Erasmus+, col patrocinio del Ministero della Giustizia e del Ministero della Cultura.
Laura Barreca, coordinatrice artistica del progetto ha dichiarato: “Il tema delle donne de fora riattualizza la condizione di emarginazione delle donne nella storia dell’Inquisizione che riaffiora in un contesto contemporaneo e in una dimensione straniante”. Elisa Giardina Papa in collaborazione, con i dottorandi del progetto GAP e con un gruppo di detenuti del carcere minorile Malaspina di Palermo, darà presto avvio ad una serie di laboratori all’interno del Carcere.

La video installazione proposta alla Biennale veneziana, dal titolo U Scantu, a disorderly Tale ripropone, in chiave contemporanea, il mito siciliano delle donne di fora, dette anche donne dell’altrove, tramandate come figure di streghe eretiche o fate, esseri soprannaturali, associate al folclore spagnolo e britannico, descritte nei racconti orali del passato sia come esseri femminili ma anche maschili, umane ma in parte animali, gentili ma anche vendicative. Le donne di fora di Giardina Papa sono viste dall’artista come giovani “tuners” che guidano biciclette attrezzate con potenti sistemi sonori mentre attraversano la città ideale di Gibellina Nuova, nella Sicilia occidentale. Giardina Papa ha frammentato i ricordi d’infanzia tratti da storie e canzoni che la nonna le raccontava, vicende legate ai processi dell’Inquisizione spagnola del ‘500 e ‘600 che criminalizzavano, condannandole a morte, le donne maghe considerate eretiche. Arricchito da immagini simboliche di zampe d’oca e serpenti stilizzati come trecce, realizzati insieme ad artigiani ceramisti siciliani, ripropone la magia ritualistica come forza profonda che genera uno spazio immaginario al di là di categorie predeterminate di umanità e femminilità.

L’ opera di Elisa Giardina Papa sarà di nuovo presentata a Palermo per GAP in occasione di una mostra collettiva negli spazi del Complesso Monumentale dello Steri, sede del Rettorato dell’Università degli Studi, prevista nel 2023. Intanto, sono iniziate le attività di documentazione del progetto svolte durante gli incontri nell’istituto penitenziario, che convergeranno in un film della regista Chiara Agnello, promosso e distribuito da Sky Arte.

Elisa Giardina Papa è un’artista italiana il cui lavoro indaga il genere, la sessualità, la cura e il lavoro in relazione al capitalismo neoliberista e ai confini del Sud del mondo. Il suo lavoro è stato esposto e proiettato al MoMA (New York), Whitney Museum [Sunrise/Sunset Commission], Seoul Mediacity Biennale 2018, Unofficial Internet Pavilion of the 54th Venice Biennial, XVI Quadriennale di Roma, rhizome.org [Download Commission], The Flaherty NYC, Institute for Contemporary Art, Milano (ICA Milano), tra gli altri. Giardina Papa ha conseguito un MFA presso il RISD e una laurea presso il Politecnico di Milano e attualmente sta conducendo un dottorato di ricerca in studi cinematografici e multimediali presso l’Università della California a Berkeley. Vive e lavora tra New York e Sant’Ignazio (Sicilia). Giardina Papa è un membro fondatore del collettivo di artisti Radha May