Preoccupano alcune anticipazioni stampa che vedrebbero prolungate oltre la data del 30 aprile l’obbligo di mascherina per il pubblico all’interno delle sale cinematografiche. Dopo che anche la Francia e, in questi giorni, la Spagna hanno definitivamente rimosso l’obbligo della mascherina all’interno dei locali di pubblico spettacolo, si ritiene inaccettabile continuare con questa strategia di penalizzazione delle sale cinematografiche.L’ANEC chiede di fare chiarezza sulle regole che dal prossimo maggio vedranno la revisione dell’obbligo della mascherina nei luoghi chiusi aperti al pubblico.

“Giova ricordare”, afferma il Presidente Mario Lorini, “che il settore ha sempre rispettato le pur stringenti prescrizioni, e ha sempre posto la sicurezza davanti a tutto, anche ai propri equilibri d’impresa.In questa fase tuttavia appare indispensabile e non più prorogabile un cambio di passo: è necessario individuare forme più flessibili, che non vadano comunque oltre la raccomandazione a indossare dispositivi di protezione rimuovendo ogni obbligo, come avviene negli altri paesi europei.È di tutta evidenza infatti che in tutte le altre attività che in Italia afferiscono alla sfera della socialità e dell’aggregazione, dalla ristorazione alle palestre fino alle discoteche, sono già state fortemente allentate le restrizioni, tanto da consentire, per esempio, di ballare in pista, mangiare in grandi tavolate senza alcun limite, partecipare a feste e banchetti, ovviamente senza alcun dispositivo di protezione.

Attività dinamiche e di socialità che richiedono e comportano una interazione tra le persone estremamente superiore a quella che può avvenire nel buio di una sala cinematografica, dove il pubblico silenziosamente assiste alle proiezioni.”“Il mercato cinematografico sta gradualmente tentando di consolidare il suo appeal nel panorama dello sfruttamento dei film ma se la linea governativa dovesse insistere su penalizzazioni al settore, significherebbe condannare definitivamente ogni tentativo di ripartenza. Dopo due anni con perdite superiori al 70% e l’anno in corso che dopo quasi 4 mesi di attività persiste con un -60%, la situazione delle imprese di settore è drammatica. Si chiede pertanto l’allentamento di tutte le restrizioni applicate ai cinema. Qualsiasi ulteriore difformità di trattamento con le altre attività comparabili non potrà più essere tollerata”.